Di Lorenzo Di Caprio.
MELBOURNE. L’Australian Open è lo Slam delle sorprese, e non è una novità. A maggior ragione, ad una giornata di incontri martoriata da caldo insostenibile prima ed a pioggia con fulmini annessi poi, non poteva che mancare l’uscita di scena del tutto inaspettata. Certo, da qui a pensare che Roberto Bautista Agut terminasse a notta fonda il proprio match battendo Juan Martin Del Potro 4-6 6-3 5-7 6-4 7-5 dopo una lunga e dolorosa lotta ce ne vuole.
Eppure, quantomeno in apertura, quello di Palito era partito come un incontro fedele alle previsioni: break nelle primissime fasi del match e solida gestione del vantaggio fino al 6-3 finale, ma già del secondo set la musica cambia. Lo spagnolo inizia a sfruttare i numerosi gratuiti concessi da Juan Martin, entra appena possibile con i piedi dentro al campo e vola 4-1 dopo aver salvato ben cinque palle break. Ci si aspetta anche un minimo calo da parte dello sfavorito iberico, ma Bautista Agut continua senza timore e – sfruttando tre errori non forzati – conquista il secondo parziale con un ace.
“Va bene un set di black-out, ma ora si ritorna a regime” è il pensiero dell’appassionato medio, ma l’argentino continua ad avere le gambe bloccate, non riesce ad imporsi nello scambio (a fine partita perderà il 63% di punti emersi da scambi tra i 4 e i 9 colpi) e non può che pagarne le conseguenze: Bautista Agut conquista il break in apertura. Sembra essere all’inizio della fine, ma la stanchezza inizia ad affiorare anche nel numero 62 del mondo che subisce prima il contro-break per poi andare sotto nel conteggio dei set: Del Potro fa 7-5. A questo punto la situazione per lo spagnolo dovrebbe farsi più difficile, ma a questo day 4 la stabilità proprio non piace e – a rendere il tutto più affascinante – è lo stesso spagnolo: Del Potro ci prova, Bautista Agut risponde. Del Potro ci riprova, Bautista si aggrappa. I due giocatori si scambiano un paio di break, l’iberico salva altre quattro palle break ed impatta sul 4-4: l’incontro inizia a prendere la forma di un thriller e, a conferma di ciò, Bautista Agut si guadagna una palla break e la sfrutta attraverso una fulminante risposta di dritto. Palito attonito, pubblico in delirio. Ora sì che comincia il bello, perché Bautista mantiene comodamente il servizio e chiude 6-4. Si va al quinto.
Drop sconclusionati, gambe immobili e servizio che toglie i problemi fino ad un certo punto. Sarà pur riduttivo, ma quello fatto vedere da Juan Martin potrebbe – in maniera molto sintetica – riassumersi così: mentre l’altro tiene agevolmente la battuta, l’argentino non ha la forza di spostarsi sul diritto e di tutta risposta lo spagnolo insiste sulla diagonale di rovescio attraverso un profondo dritto anomalo. Si salva a suon di servizi vincenti fino al 5-5, ma tentenna visibilmente ed esce spesso dallo scambio: l’avversario ha tutt’altro piglio, prende con sicurezza la rete e tiene con solidità quando ce n’è bisogno. La sconfitta, per quanto incredibile, sembra per Del Potro dietro l’angolo e la conferma si ha qualche minuto dopo: Bautista Agut colleziona vincenti, il n.5 del mondo resta fermo e non trova – per una volta – il totale appoggio del servizio. Una risposta di rovescio perfettamente incrociata mette la parola fine all’incontro, perché l’ultimo game risulta una formalità. La sorpresa del torneo è servita.
A secondo turno completato, dunque, si spiana il tabellone di Rafael Nadal: dopo Monfils e – verosimilmente – Kei Nishikori, il mancino di Manacor sfrutterà l’assenza di Del Potro per sfidare ai quarti di finale uno tra Raonic, Dimitrov, Paire e appunto Bautista Agut. Poteva andare peggio.
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