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Australian Open. Il sontuoso rientro di Garbine Muguruza

di FABRIZIO FIDECARO –

MELBOURNE. È davvero un rientro sontuoso quello che sta vivendo in questi giorni Garbine Muguruza Blanco, volata negli ottavi degli Australian Open battendo Caroline Wozniacki. Ferma da Wimbledon per un serio infortunio alla caviglia destra, che ha richiesto un intervento chirurgico e lunghi mesi di riabilitazione, la ventenne spagnola si è riaffacciata nel Wta Tour solo con il nuovo anno.

Ebbene, si è spinta subito nei quarti a Auckland, fermata solo da Venus Williams, per poi conquistare a Hobart, con impressionante autorità, il suo primo titolo nel circuito maggiore, in una finale senza storia con la ceca Klara Zakopalova. In Tasmania, partendo dalle qualificazioni, Garbine ha dovuto giocare ben otto incontri, nel corso dei quali non ha ceduto nemmeno un set, lasciando alle avversarie appena ventidue game in totale (meno di tre a match!). La giovane iberica, però, non si è fermata lì e oggi ha portato a quota undici la sua striscia di vittorie consecutive, battendo la numero 10 del mondo Caroline Wozniacki e approdando così agli ottavi di finale del primo Major stagionale.

Padre spagnolo e madre venezuelana, Garbine è nata l’8 ottobre del 1993 a Caracas. Ha vissuto la primissima parte della sua vita in Sud America per poi trasferirsi con la famiglia a Barcellona all’età di sei anni. Cresciuta tennisticamente all’Accademia di Sergi Bruguera, è alta 1,82 per 73 chili. Sul campo si appoggia al fisico massiccio per tirare forte ogni colpo, cercando di prendere l’iniziativa con costanza, a partire dal servizio o dalla risposta e, tutto sommato, si muove piuttosto bene per la stazza che ha.

Il suo debutto nel Tour, poco meno di due anni or sono, impressionò addetti ai lavori e appassionati. Garbine, che aveva appena vinto a Clearwater il suo settimo titolo Itf (il primo nel 2009, quattro nel solo 2011), ricevette una wild card per il tabellone principale di Miami e non sembrò affatto patire la tensione del salto di categoria. Batté Ayumi Morita, l’allora numero 9 del mondo Vera Zvonareva e Flavia Pennetta, volando fino agli ottavi, dove la fermò solo la futura vincitrice del torneo Agnieszka Radwanska.

I suoi risultati nel resto dell’anno non furono all’altezza dell’esordio, ma la Muguruza continuò comunque ad acquisire esperienza e si affacciò al 2013 con la voglia di scalare la classifica. Gli inizi furono tutt’altro che malvagi. A Indian Wells, partendo dalle qualificazioni, si spinse fino al quarto turno, arrendendosi in due set equilibrati ad Angelique Kerber.

Subito dopo, a Miami, in gara tramite una nuova wild card, ripeté incredibilmente il brillante cammino di dodici mesi prima: successi su Katerina Siniakova, Anastasia Pavlyuchenkova e Caroline Wozniacki, la battuta d’arresto soltanto dinanzi alla cinese Na Li. Poi la prima semifinale Wta raggiunta a ‘s-Hertogenbosch, ma, dopo il secondo turno a Church Road, il forzato stop.

Sono stati mesi lunghi e difficili per Garbine, che, però, evidentemente, deve aver trovato dentro di sé la forza e le motivazioni per riprendersi e dare il meglio di sé. Chiuso il 2013 da numero 64 del ranking, al termine delle prime due settimane della nuova stagione è già n. 38, di gran lungo il suo career high, e dopo gli Australian Open non potrà che salire ancora.

A Melbourne è arrivata la seconda affermazione sulla Wozniacki (un’ex numero uno, non dimentichiamolo), con il punteggio di 46 75 63: dunque in rimonta, e avendo annullato tre pericolosissime palle break sul 3-4 del secondo set. Ad attendere Garbine è l’ottavo con Agnieszka Radwanska: guarda caso, proprio colei che ne interruppe il glorioso cammino nel debutto in Florida. L’occasione per una rivincita è delle più ghiotte, e la polacca, con una Muguruza in tale spolvero, non potrà dormire sonni troppo tranquilli.

 

Fabrizio Fidecaro

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