di ELISA PIVA – La stagione 2013 è ormai alle spalle. Un’annata che ci ha consegnato una Serena Williams più splendente che mai, una Simona Halep proiettata verso la top ten, una Eugenie Bouchard in rampa di lancio. Ma anche la (quasi) certezza che Agnieska Radwanska non vincerà mai uno slam e che Petra Kvitova, con un po’ di allenamento in più, potrebbe regalarci qualche soddisfazione.
Ripercorriamo allora il 2013 dando i ‘numeri’: voti in pagella per le giocatrici che, nel bene o nel male, hanno segnato la stagione.
Serena Williams 10. Difficile fare meglio di così. Vince 11 tornei tra cui il master e altri due slam (Roland Garros e Us Open), raggiungendo quota 17 major in carriera. Non perde un match sulla terra e chiude la stagione con un bilancio di 78 vittorie e solo 4 sconfitte. Chapeau per questa regina di 32 anni.
Simona Halep 9. Comincia l’anno da 47 e lo chiude al numero 11. Prima del 2013 non aveva mai vinto un torneo, quest’anno ne porta a casa 6, compreso il master B di fine anno. E’ la ‘sorpresa’ della stagione, e dalla prossima sarà una certezza.
Victoria Azarenka 8,5. Parte bene vincendo il secondo Australian Open (superando anche qualche polemicuccia, con tanto di pianto a dirotto finale). Si mantiene ad alti livelli fino ad agosto (battendo Serena a Cincinnati) e agli Us Open dà fondo alle ultime energie. Da lì in poi arranca fino al master, dove arriva con la riserva in via di esaurimento.
Na Li 8. Inizia il 2013 con la finale (persa) agli Australian Open, la conclude con la finale (persa) al Master di Istanbul, ma anche al suo best ranking di numero 3. Nel mezzo una stagione con risultati costanti (stagione sulla terra a parte, quella è stata disastrosa). Un’annata senza vittorie importanti, ma sempre lì, alle ultime fasi dei tornei che contano. Incredibile a dirsi, Na Li è diventata una giocatrice solida.
Eugenie Bouchard 8. Rivelazione dell’anno. A soli 19 anni, e alla prima vera stagione tra le professioniste, è già numero 1 di Canada. Questo grazie ai quarti ai premier di Charleston e Tokyo, ma anche le prime semifinali in carierà a Strasburgo e Québec City e lo ‘scalpo’ eccellente di Ana Ivanovic a Wimbledon. Dopo aver chiuso l’anno al numero 32 del mondo, ed essere stata investita come ‘newcomer’, la Bouchard non sente affatto la pressione di dover confermare quanto di buono mostrato nel 2013.
Jelena Jankovic 7,5. Per la serba il 2013 è stato un po’ l’anno della risalita. Ha nuovamente raggiunto risultati importanti, come i quarti al Roland Garros, la semi a Charleston e Cincinnati e la finale a Pechino. E’ tornata nella top ten e al master, dove ha passato il girone.
Maria Sharapova 7. Conclude comunque tra le prime quattro un’annata non giocata per tre quarti. Nella prima parte dell’anno non raggiunge i picchi del 2012, ma comunque bissa la finale al Roland Garros regalandoci in semifinale contro l’Azarenka uno dei migliori match dell’anno. Poi l’infortunio e il tour di eventi e feste. Avrà ancora voglia di lottare e soffrire sui campi da tennis? L’assunzione del nuovo coach Sven Groeneveld ed il ritorno agli allenamenti farebbero propendere per il ‘sì’, staremo a vedere.
Angelique Kerber 6,5. Prima parte di stagione così così: salviamo la semi a Indian Wells e la finale a Monterrey, non esattamente un torneo di prima fascia; poi lo sprint finale salva tutto e la proietta al secondo master. Secondo anno chiuso nella top ten. Per una che non ha particolari doti tecniche, ma è ben attrezzata fisicamente, è sicuramente un bel risultato.
Petra Kvitova 6. Si salva solo per il gran finale di stagione e la qualificazione al master acciuffata per un pelo. A Wimbledon ha gettato alle ortiche la possibilità di bissare il successo del 2011 e tutto il resto della stagione è stato un pianto. Da una con il suo talento ci si aspetta di più, almeno che stia sempre lì a competere con Williams, Azarenka e Sharapova. Radek Stepanek permettendo, ovviamente.
Angieszka Radwanska 5,5. Ok, ha terminato un’altra stagione nella top ten. Va bene, ha raggiunto un’altra volta il master di fine anno. Ma sono quattro anni che Aga lotta con le migliori, sembra sempre sul punto di ‘esplodere’ definitivamente e invece no. Ti delude sempre. Ad Istanbul, un’ombra. E poi quel Wimbledon… tutte le migliori fuori, tutte le grandi colpitrici che l’aggrediscono cadute ad una ad una, la possibilità più che concreta di vincere finalmente uno slam e niente. Battuta da Sabine ‘lacrima’ Lisicki nel nervoso rush finale della semifinale. Uno spreco così grida vendetta, niente sufficienza.
Caroline Woznkiacki 5. Da Wall-zniacki a giocatrice modesta, perché per correre in quel modo bisogna essere al top fisicamente, e da due anni non lo è più. La danese di inizio stagione è questa e si salva solo per una semifinale a Indian Wells, lungi però dall’essere quell’osso duro per tutte, quella ribattitrice eccezionale che le permise di arrivare in cima alla classifica. Si ripiglia sul finale di stagione mostrando a sprazzi un po’ del suo vecchio tennis e sfiora il master (infuriandosi per la wild card concessa ad Angelique Kerber a Linz), ma per una che era abituata a portarsi a casa qualche torneino e a collezionare piazzamenti, un 2013 senza successi non è abbastanza.
Fuori categoria: Marion Bartoli. Una delle giocatrici più bersagliata dagli ‘sfottò’ negli ultimi tempi. Lei fa spallucce, tira dritto e vince Wimbeldon, il sogno di ogni tennista. Poi così, come se nulla fosse, saluta tutti e si ritira. Meriterebbe un 10 e lode solo per questo. Stima.
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