Dal nostro inviato a Londra, Diego Barbiani.
Rafael Nadal è in finale al Master di fine anno per la seconda volta dopo il 2010 quando perse da Roger Federer. Proprio lo svizzero è stato battuto oggi per ottenere il pass verso l’ultimo atto, ma è stato più importante battere un grande rivale contro Federer o raggiungere la finale? «Il torneo ha sempre la precedenza su tutto, quindi preferisco essere in finale».
Analizzando il match invece lo spagnolo ha detto: «Nel primo set ha dimostrato di sapere giocare ancora bene, ha servito molto bene ed ha avuto palle break. Fino al 4-4 ha giocato meglio ma poi ho saputo vincere giocando con determinazione le palle break che ho avuto. La chiave del match è stata vincere il game sul 5-5».
Quando gli chiedono cosa voglia dire avere l’opportunità di vincere il Master ha risposto: «A me interessano ogni partita, ogni torneo. Vincere questo torneo sarebbe comunque speciale».
Mentre, rispondendo ad una domanda sul confronto tra lui e lo svizzero, Nadal ha detto che «io sono il primo che dice di lui che sia il migliore, che difficilmente i suoi numeri verranno migliorati. Tutti quanti siano all’interno dell’universo tennistico sanno che per esssere il migliore non devi solo vincere uno Slam in più di un altro. Riguardo a me, io ho 27 anni ed in carriera ho raggiunto più di quanto mi fossi prefissato. Vorrò comunque sfruttare ogni chance di vittoria».
Roger Federer, invece, è arrivato subito in conferenza stampa. Forse era così stanco che non vedeva l’ora di finire qui la stagione. Gli è stato se è riuscito ad interpretare il match come sperava, cioè libero da pressioni perché sfavorito: «A volte. Come quando potevo brekkarlo ad inizio partita. Lì poteva nascere anche un match diverso, come anche no. Forse ho giocato male in quella circostanza, ma non mi pento delle scelte. Ho provato a lottare fino alla fine, ma lui è stato più forte oggi».
Parlando di quelle tre palle break nel sesto gioco, Roger ha spiegato che «A fatica riesco a portare a casa le partite dove non sfrutto le occasioni. Lui aveva molto più margine nei colpi, era più solido, più centrato. Ha giocato come fa in tutte le circostanze. E’ incredibile come lui si allontanasse dal campo per giocare indietro, ma queste sono le condizioni del campo».
«Ha giocato spesso sul mio rovescio – ha detto – ma grazie anche al fatto che è mancino. E’ stato diverso rispetto a ieri, ho giocato in due modi totalmente differenti mentre lui ha giocato nella stessa maniera contro di me, Berdych e Wawrinka. Ha spinto bene da fondo campo, aveva tantissime occasioni e questo è il motivo per cui è difficile giocare contro di lui».
L’attenzione si rivolge poi al 2014. Che cosa renderebbe positivo il suo anno? «Vincere cinque tornei, circa. Essere comunque pronto per disputare gli Slam, che rimangono il mio obiettivo primario. Non credo di forzare la preparazione con tornei aggiuntivi, vorrei partecipare solo a quelli che ritengo necessari per me. Non sono più interessato invece al n.1, vorrei però rientrare nei primi quattro o al massimo rimanere tra i primi otto. Non mi importa se poi dovrò incontrare i primi nei quarti o negli ottavi perché la differenza di punti sarebbe minima. Il problema è che senza le vittorie la fiducia cala e con essa anche il ranking, ma sono positivo perché il mio finale di stagione è stato importante. Ho giocato tanto e mi sento ancora bene».
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