PECHINO. Finisce dunque nella maniera più prevedibile ed ipotizzabile, con Serena Williams che solleva per la decima volta in stagione un trofeo ed un’avversaria (in questo caso l’ottima Jelena Jankovic) che si deve accontentare delle briciole. Dopo i primi turni dove qualcosa sembrava potesse concedere qualcosa, anche per un calo ammissibile al rientro dopo lo US Open, dai quarti di finale contro Caroline Wozniacki ha dato il meglio di sé ed anche oggi la punizione per la serba è stata molto severa.
6-2 6-2 il punteggio finale di un match fotocopia di quello che ieri l’ha vista travolgere Agnieszka Radwanska. Quasi, perché ad inizio della seconda frazione Jankovic era riuscita a strappare la battuta ed ad impostare un inizio con il muso avanti. L’illusione però è durata un amen. Il suo tennis non è riuscito ad arginare la potenza della sua avversaria come invece è accaduto ieri contro Kvitova, ma può comunque consolarsi per la prima finale raggiunta in un torneo di questo livello dopo tre anni.
In ottica Master non può ancora considerarsi al riparo da spiacevoli sorprese. Una improbabile vittoria oggi l’avrebbe spinta a soli trenta punti da Sara Errani, al momento settima nella Race. Comunque la sua posizione appare abbastanza salda rispetto alla coppia Wozniacki-Kerber, distante circa cinquecento punti. Per sicurezza, la serba ora andrà ad Osaka, dove vorrà mettere il sigillo su un’annata importante, che ha visto il suo rientro tra le prime dieci del mondo.
Per Serena invece, l’ennesima dimostrazione di superiorità imbarazzante ed una stagione che si avvià ad essere tra le più importanti di tutta la sua carriera, se non fosse per quei due scivoloni Slam inaspettati contro Stephens (ed una caviglia malconcia) in Australia e la Lisicki a Wimbledon.
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