Intervista esclusiva a Ivan Ljubicic, ora coach di un Milos Raonic ancora in lizza per guadagnarsi le World Tour Finals: dove può arrivare il canadese? E quali sono i suoi obiettivi? Infine Ljubicic ci dice la sua sulla questione Federer-Annacone.
Ha ripreso a viaggiare tanto, Ivan Ljubicic. Lo faceva da giocatore, ora è un allenatore impegnato che gira il mondo: scorsa settimana Asia, adesso Stoccolma. Gentile ed educato come sempre, è disponibile a parlare di sé e del suo attuale assistito: Milos Raonic. Ormai stabile tra la decima e l’undicesima posizione, il canadese è in rampa di lancio e Ivan sta cercando di aiutarlo e sembra avere le idee molto chiare a riguardo. Ce ne ha parlato in una delle poche ore libere, al telefono dalla Svezia.
Fin qui Raonic ha eguagliato i risultati dello scorso anno quanto a numero di titoli, vincendo due tornei: Memphis e Bangkok. L’ultimo però battendo uno come Berdych. Secondo lei invece quali passi avanti ci sono rispetto allo scorso anno?
Più che sui risultati dobbiamo concentrarci sul suo tennis e far sì che migliori ogni 3, 6 mesi; non possiamo attaccarci troppo ai risultati. L’idea di lavorare con un giocatore giovane è proprio questa: far sì che implementi il proprio tennis e lo migliori. Poi con le partite e l’esperienza che arriva arriveranno pure i risultati. Non ci sono ancora stati i tempi necessari per lavorare bene in mezzo alla stagione, ma dopo l’estate la forma ha continuato a migliorare, adesso cerchiamo di centrare l’obiettivo Master: ma anche non dovesse arrivare ha già migliorato il suo ranking, lo scorso anno era 13 e adesso è stabile all’11esimo posto. Ora è importante cercare di fare una grande preparazione e un grande lavoro in inverno per cercare di migliorare ulteriormente il prossimo anno.
Migliorare il proprio tennis: ci si concentra più sui punti di forza del giocatore o a migliorare il colpo più debole? E qual è il colpo più debole di Raonic?
Deve migliorare tutto. Punti di forza sono servizio e dritto e su questi ha ancora margine di miglioramento, perché con quelli può battere i giocatori forti. Colpi meno forti… sono il rovescio e poi lacune sullo spostamento. Si lavora su tutto, anche aspetto mentale e tattico. Ma comunque con calma, sempre rispettando la sua salute e il momento, non puoi metterti a massacrare un giocatore, fai solo grande confusione; devi scegliere i momenti giusti in cui farlo.
Della sua generazione, Raonic è il giocatore più ambizioso? Più dei vari Dimitrov, Tomic, ecc.. ?
Gli altri non so: Milos è molto ambizioso e molto inquadrato. Ha obiettivi chiari. Magari ci sono altri che non fanno così, lui in questo momento si esprime meglio degli altri suoi coetanei, ma non è detto che alla fine sarà quello con i risultati migliori. Oggi un giocatore giovane nel tennis è quello di 23/24 anni, non prima, non ci sono più i Boris Becker, è cambiato tutto, la carriera è più dura fisicamente. Sarà interessante vedere come andrà in questo senso, come si svilupperanno queste carriere iniziate un po’ più tardi rispetto al passato.
Qual è la caratteristica nel servizio di Raonic che lo rende così devastante oltre alla velocità?
Lui usa benissimo le spalle. Ha una tecnica così fluida e pulita che può anche servire a 230 km/h e non fatica proprio per questo, può servire così per molto tempo in partita. Ovviamente mi piacerebbe vederlo usare di più le gambe, perché ne migliorerebbe l’angolazione. Però il suo servizio è al momento per me il migliore al mondo.
Quanto è gratificante fare il coach? Siamo alle prime esperienze per lei…
E’ faticoso perché si viaggia molto e si sacrifica la famiglia; gratificante quando arrivano i risultati. Quando ho smesso di giocare ho pensato di intraprendere questo mestiere soltanto in caso di un grande potenziale che possa portare a vittorie importanti (Slam, MS1000 ndr), diventare numero 1 al mondo. Le emozioni sono molto simili rispetto a quelle da giocatore: se vince, sai di avere vinto anche tu. Quando il giocatore fa quella cosa che tu gli hai detto di fare al momento giusto è molto gratificante, sta utilizzando i tuoi consigli.
Quali sono i prossimi tornei per Raonic?
Dopo Stoccolma, Basilea e Bercy, dove si deciderà tutto per il Master.
Ci sono quattro posti per sei giocatori ancora: secondo lei chi andrà?
Sicuramente sono avvantaggiati quelli che sono davanti: a parte Berdych quasi certo, Wawrinka e Federer sono davanti e hanno più possibilità. Noi inseguiamo… dobbiamo fare molto, molto bene. Finché matematicamente c’è possibilità lotteremo senza dubbio.
A proposito di Federer: sorpreso dalla separazione Federer-Annacone?
No, è un passo normalissimo e naturale secondo me. Roger e Paul si sono fissati degli obiettivi importanti da raggiungere, li hanno raggiunti; non la vedo come una cosa strana, anzi…
Milos Raonic sarà un “problema” per tutti nel 2014: il ragazzo ha margine di miglioramento ed è già lì, tra i primi del mondo, a 22 anni. E ha fame, un allenatore capace, colpi devastanti. Gli obiettivi sono chiari: il prossimo anno li svelerà.
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