ADRIANO PANATTA – Forse sto diventando un fans di Pat Cash. Possibile. Il fatto è che per la seconda volta mi sono trovatoo a dargli ragione. La prima fu sulle finali fra Nadal e Djokovic. Giocano con un unico schema, era l’accusa dell’australiano. Verissimo, anche se non lo fanno certo per mancanza di doti tecniche. Ma lo fanno, e alla fine occorre attendere che i loro match si trasformino in guerra aperta per trovarli, quanto meno, emozionanti.
Stavolta Pat è sceso in campo al fianco di Federer, e gli ha dato un consiglio che condivido, e che a suo tempo gli avevo dato anch’io. Semplicemente, deve giocare di più. Riprendo le parole di Cash: «Penso che Roger possa tornare presto in alto. La sua partecipazione ai tornei quest’anno si è ridotta mentre per me ha bisogno di giocare e giocare e giocare… L’unica contro indicazione viene dal fisico. Quando vai avanti con gli anni, se giochi di più, ti infortuni anche di più. Ma per il resto non vedo alcuna ragione per cui Roger non possa tornare ai vertici della classifica. Si muove bene e può innalzare nuovamente il livello del gioco. In fondo ha 32 anni, mica 62…».
Condivido. Avevo scritto qualcosa di simile a inizio stagione, quando mi ritrovai sotto gli occhi il programma del 2013 stilato da Federer. Il motore di una macchina usata (seppure usata benissimo) va mantenuto allegruccio, dunque la rinuncia ad alcuni tornei mi era apparsa un errore evitabile. Ne sono convinto anche oggi, anche se non so come Federer stia con la sua schiena dolorante, e nemmeno se abbia ancora la voglia di soffrire. Non lo so, ma la rinuncia al coach non mi sembra l’annuncio di chi voglia farsi da parte. Tutt’altro. Nella vicenda di Federer, molti dei periodi di massima partecipazione e attenzione al circuito (oltreché di vittorie), li ha affrontati da solo, senza i consigli di chicchessia, e ne è sempre uscito bene. Annacone, si diceva, doveva aggiungere al suo gioco quel po’ di voglia di verticalizzare gli schemi. Insomma, di andarsi a prendere qualche punto in più a rete. Certo non lo ha trasformato, né avrebbe potuto farlo. Di fatto, Roger qualche avanzata in più l’ha inserita, lo ricordo in quel primo set di Cincinnati con Nadal, ma è evidente che la stagione ha girato sui problemi fisici, e per quelli non esiste coach che possa risultare utile. Lo vedo comunque motivato. Essere senza coach può dargli addirittura degli stimoli in più. Dover decidere da solo, avere la massima responsabilità di se stesso. Va addirittura dichiarando che il 2014 sarà l’anno della riscossa. In fondo, se starà bene con il suo fisico, perché no?
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