NEW YORK. E’ il trionfo di Nadal. Lo spagnolo supera in quattro set (6-2 3-6 6-4 6-1) il n.1 del mondo Novak Djokovic. E’ il secondo titolo dello Slam della stagione dopo quello di Parigi (fa il paio con quello vinto a Flushing Meadows nel 2010), il tredicesimo in carriera, ad un passo da Pete Sampras ed a quattro da Federer. La finale di oggi è stata il perfetto completamento di un torneo giocato a livelli strepitosi, con una partenza a razzo ed una chiusura rapida per 6-2 che faceva presagire ad una conclusione molto più rapida. Molto del divario tra i due giocatori era anche rappresentato dalla difficoltà di spingere i colpi del serbo, che ha costellato il primo parziale di tanti errori gratuiti.
Djokovic ha mostrato molte difficoltà con il dritto ed i break giunti nel terzo e nel settimo gioco hanno provveduto a certificare la differenza tra i due. Nadal sentitamente ringraziava e, senza strafare, portava a casa il primo parziale. Nel secondo invece si è assistito alla reazione del n.1 del mondo, con qualche timido segnale già dai primissimi giochi. Poi dal 2-1 sono giunte anche le prime palle break. Bisognerà attenderne ancora un paio per avere il primo vero momento di rottura. Al termine di uno scambio estenuante, durato 54 colpi, Djokovic strappa finalmente la battuta a Nadal e si rimette in corsa.
Lo sforzo immane per riuscire finalmente ad avere un vantaggio è stato subito vanificato. Troppo grande è stata la fatica impiegata in quel punto che ne ha subito pagato il contraccolpo. Il contro-break però non ha salvato Nadal, che perdeva nuovamente la battuta e questa volta non riusciva a contrastare il servizio di Djokovic. Dopo poco meno di due ore la sfida era in equilibrio e lo spettacolo iniziava ad essere apprezzabile, dopo un set e mezzo (quasi) di tennis a livello abbastanza scialbo.
Il terzo set ha visto subito Djokovic scattare fortissimo, con un break preso in apertura e difeso egreggiamente fino a metà parziale. A dirla tutta, c’è stata anche l’occasione per il doppio break di vantaggio, ben salvata però da Nadal. Sul 3-1 ecco arrivare il contro-break dello spagnolo, che poi sul 4-4 ha salvato un incredibile game dove è stato sotto 0-40. Infine, a completare il festival dell’horror per il serbo c’è stato anche il decimo gioco, dove avanti 30-0 ha ceduto quattro punti di fila e con esso il set (e gran parte del match).
Novak si era giocato tutto in questo parziale. Il break arrivato in apertura dopo quasi due set di apnea e difficoltà lo aveva galvanizzato e spingeva il dritto come un forsennato. Nadal ha vinto perché ha saputo mantenere i nervi saldi e non ha ceduto campo all’avversario, facendosi sempre trovare pronto in fase difensiva. Poi, colpo dopo colpo, Djokovic era sempre più portato all’errore, mentre al contrario Nadal recuperava terreno e si rifaceva sotto. Sul 4-4 ha salvato tre palle break consecutive, di cui almeno una giocata piuttosto male dal serbo che non ha spinto come invece avrebbe dovuto, rimanendo tropo passivo.
Tornato avanti di un set, e dopo aver salvato due palle break nel game di apertura, Nadal ha operato il break del definitivo ko. Djokovic aveva riposto le armi ed ormai era solo questione di tempo prima che si giungesse alla conclusione. Non c’è più stato match e dopo un ulteriore break sul 4-1 ha potuto festeggiare crollando a terra e scoppiando in lacrime. Sei mesi fa tutto questo sarebbe stato fantascienza, ora invece è pura realtà. Nadal è ormai prossimo a tornare sul trono di n.1 del mondo, sono appena poco più di cento i punti che lo separano da Djokovic.
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