Dopo mesi di silenzi (e di assenze), l’Itf ha finalmente fatto chiarezza sulla presunta positività a seguito di un controllo antidoping di Marin Cilic. Il tennista croato, risultato effettivamente positivo ad uno stimolante (nikethamide), inserito nella lista di sostanze proibite della Wada.
Il 24enne ha poi confessato di aver ingerito la sostanza attraverso una zolletta di zucchero, acquistata per suo conto in una farmacia di Montecarlo dalla mamma. Il tribunale ha preso atto dunque del fatto che Cilic avrebbe ingerito la sostanza proibita inavvertitamente, senza cioè avere l’intenzione di migliorare le proprie prestazioni. Per questo gli è stata comminata una pena ridotta: il tennista, che ha accettato una sospensione cautelare a partire da Wimbledon, è stato squalificato per nove mesi, con decorrenza 1 maggio 2013, quando cioè ha consegnato il campione urina alla Wada, poi analizzato nel laboratorio di Montréal. In quel periodo Cilic era a Monaco per disputare i Bmw Open, dove ha perso al secondo turno: risultato che verrà cancellato, così come i punti atp e i montepremi guadagnati dal 1 maggio fino a Wimbledon.
La squalifica terminerà alla mezzanotte del 31 gennaio 2014 e Cilic potrà dunque tornare in campo dal 1 febbraio 2014.
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