Gli US Open hanno visto il ritorno di un grande protagonista: il rovescio a una mano. Malgrado la maggior parte degli addetti ai lavori e gli esperti abbiano dichiarato praticamente certa la sua estinzione a breve, giocatori come Gasquet, Wawrinka, Robredo e Kohlschreiber ne hanno portato fieri i colori.
In particolare Richard ha mostrato come l’uso di questo colpo aiuti ad aprirsi gli angoli. Permette inoltre una maggiore estensione dopo aver colpito, che gli ha consentito di spingere Ferrer a rimanere sulla diagonale di rovescio per potere poi colpire lungolinea.
In maniera diversa, Wawrinka è riuscito grazie alle variazioni di ritmo e velocità a sfinire Berdych: chop, attacchi, palle più corte e lente e poi più lunghe e veloci. Il ceco ha così perso il timing sulla palla e non è riuscito a coprire il campo in maniera adeguata.
Il tedesco Kohlschreiber ha mostrato come il rovescio a una mano sia efficace anche contro il dritto arrotato del grande maiorchino. Due soluzioni possibili: colpire quando la palla sta scendendo (Gasquet e Wawrinka) o, al contrario, quando è appena iniziata la sua fase ascendente, anticipandola, come Kohlschreiber.
La prima soluzione è difensiva e permette allo spagnolo di manovrare e distribuire il suo gioco; la seconda, adottata dal tedesco contro Nadal, è più offensiva e ha intrattenuto tutti il modo in cui è riuscito per un set a tenere lontano Rafa dal campo e non permettergli di anticipare i colpi e renderli dunque offensivi.
Il solo inconveniente è lo sforzo che tutto questo richiede, dato che colpire in anticipo necessita di un perfetto posizionamento per controllare la palla in maniera soddisfacente e contro Rafa tutto ciò è reso anche più difficile dal lift della sua palla.
Il fattore fisico forza l’avversario ad arrendersi e a commettere dunque molti errori gratuiti.
Anche se il rovescio a una mano ha le sue controindicazioni come una minore efficacia sulla risposta al servizio, allo stesso tempo è l’ideale per controllare meglio gli effetti e le variazioni di palla e di gioco.
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