NEW YORK. Questa è una di quelle notizie che fanno bene. Una di quelle – rarissime, a dire il vero – notizie che hanno reso meno noioso questo Open di Spagna, estremamente scarno di fascino e sorprese (che quando sono arrivate, con tutto il rispetto e l’affetto per Tommy Robredo, ci hanno fatto più piangere che gioire). Richard Gasquet ha raggiunto, dopo quella ottenuta nel 2009 a Wimbledon, la seconda semifinale Slam in carriera. Lo ha fatto a Flushing Meadows con coraggio e, fortunatamente, anche un pizzico di personalità (finalmente): quella che, a voler essere pignoli anche oggi, è mancata parzialmente nel gioco ma non nella totalità dell’incontro (ed il risultato gli ha dato ragione).
Il francese ha vinto per la seconda volta consecutiva al quinto set e, quest’oggi, ha portato a casa un match che in 90 minuti lo aveva visto prima avanti 2-0, poi raggiunto sul 2-2. Perché? Semplicemente David Ferrer, uno che sa come bisogna rimontare una partita e, d’altro canto, sfrutta una minima defaillance dell’avversario (che, nonostante la grande prestazione, ha a tratti ceduto alla tentazione di remare).Dopo aver subìto due set di colpi d’anticipo, mano fatata e rovesci lungolinea per palati estremamente fini, è infatti bastato un secondo di relax in casa Gasquet per terminare nell’inferno di Ferrer, fatto di scambi lunghi, monotoni e stremanti: il peggio per un Richard che, di pari passo con l’enorma classe, mostra anche limiti fisici abbastanza importanti. Insomma, due set per spazzar via il vantaggio e rimonta completata.
La fiducia, il gioco, i precedenti, la testa: al quinto set è tutto dalla parte del numero 4 al mondo ma arriva qui la bellezza del tennis e qui si concretizza l’importante lavoro di Riccardo Piatti, che ha il merito di aver riportato a grandi livelli il giocatore di Béziers. Ferrer, seppur con qualche patema in più, continua ad essere concreto e a macinare da fondo ma Gasquet resta aggrappato con le unghie e con i denti: il francese proprio non ci sta a passare ancora per quello bello ma – senza usare troppi giri di parole – perdente e alla prima occasione utile prende il break. Tanto cuore e una gran mano tirano avanti la baracca fino alla fine e fanno l’impresa: dopo Raonic, anche Ferrer è piegato al quinto set. Ora, a meno di incredibili e inimmaginabili sorprese, ci sarà il toro-Nadal: con questo talento ed un pizzico di guasconeria, fare – quanto meno – bella figura è possibile. E magari arrivare al quinto.
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nel tennis vince sempre il più forte,o quanto meno il più meritevole. non capisco tutto questo piagnisteo su federer. se roger non è in forma,è sacrosanto che perda, ed è sacrosanto che vinca un robredo. troppi articoli qui si concentrano su federer, mentre il tennis va avanti.