Non tutti hanno voluto celebrare il successo di Nadal a New York. Per dirla proprio tutta, a qualcuno non è andata proprio giù. E non si tratta di un sito d’informazione qualunque. “Bloomberg” infatti, uno dei portali più importanti e influenti al mondo, ha letteralmente sparato a zero (con un cannone, aggiungeremmo) contro Nadal. Subito dopo il trionfo del maiorchino sul sito internet è stato pubblicato un articolo dal titolo (ovviamente ironico) “Let’s hope drug’s prolong Rafael Nadal’s great career”. Tradotto in italiano: “La speranza è che il doping prolunghi la grande carriera di Nadal”.
Già l’attacco è roba forte: “Rafael Nadal ha trionfato nella finale dello US Open stanotte, il che vuol dire solo una cosa: lui è sotto effetto di droghe!”. E continua: “L’uso di steroidi nel tennis può essere un fattore nuovo, ma è stato al centro della carriera dello spagnolo per anni. Molti anni. Ci sono quei bicipiti gonfi. C’è una potenza, una velocità ed una resistenza pazzesca.” Poi cita il famoso episodio di qualche anno fa, quando Yannick Noah pubblicò un editoriale per ‘Le Monde’ dove esprimeva tutte le sue perplessità riguardo ai numerosi successi della Spagna nell’ultimo decennio ed accusando l’intero sistema sportivo spagnolo, non mirando a colpire solamente Nadal o i suoi colleghi tennisti.
Tira in ballo la questione che più di tutte sta dividendo, ultimamente, gli appassionati del tennis: come fa Nadal a stare fuori sette mesi per poi tornare più forte di prima?
Mahler, autore di questo articolo (non uno qualunque, ma un giornalista che ha vinto fior di premi), ha ripercorso in breve le tappe dell’infortunio e della riabilitazione, ricordando le incertezze che Nadal aveva a proposito del suo rientro alle competizioni. “E’ assolutamente esploso, vincendo sei degli ultimi sette tornei a cui ha preso parte, prima di conquistare il suo ottavo Roland Garros. Sicuramente” continua, “nessun mortale avrebbe potuto fare questo senza l’aiuto dei farmaci. Con il gioco di oggi, con la mole degli scambi e le partite simili a maratone?”
A questo punto focalizza la sua attenzione sui test antidoping. “Nadal, per quello che vale, non ha mai fallito un test anti-doping.” Ed una nuova domanda, ancora più incalzante: “E’ la prova della sua innocenza o dell’inadeguatezza dei controlli nel tennis?”
Esiste anche un’opzione n.3, secondo Mahler. “A chi importa?” dice, “Se esiste realmente un ormone sintetico che può lenire cronicamente il tendine rotuleo del ginocchio di Nadal, ma compensare in parte la pressione che imprime sul ginocchio nel momento del suo rovescio, c’è uno scienziato in circolazione a cui vanno i nostri sentiti ringraziamenti”.
Verso la fine pone un’ultima domanda: “Per quel che importa, c’è qualche droga sicura che può rallentare il processo di invecchiamento di Federer che ha ormai 32 anni e i giorni che gli restano sul campo si contano ormai?”. Stupisce come un sito d’informazione come Bloomberg spari a zero in questo modo, ma evidentemente qualcuno non ha creduto al “miracolo spagnolo”, e lo ha detto e ribadito con tutta la sua autorità. Mai come stavolta, ai posteri l’ardua sentenza.
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Alle favole credono i bambini ma solo quelli piccoli piccoli, sennò manco quelli.
Se fai delle accuse di questo tipo devi avere un minimo di straccio di prova, altrimenti fai la figura di un fan di Federer che non ci sta.
Peccato
Si come no...Nemmeno di Armstrong si avevano le prove, eppure guarda un po'?