Giornata a pieno regime al Porsche Arena. E sarebbe anche ovvio, siamo arrivati a mercoledì. Bisogno essere in forma e scattanti per giocare a tennis. Credetemi anche per seguire un torneo di tennis.
In giornate come queste con 11 partite, anche se si gioca solo su due campi ti accorgi di quanto sia indispensabile uno degli oggetti meno considerati da tutti ma senza ombra di smentita indispensabile: il foglio del Ordine di Gioco. Due colonne, campo centrale e campo 1, sei match sul centrale, cinque sul campo 1.
Prendi il foglio e te lo studi, poi silenziosamente ti lamenti per le partite in contemporanea. Penna in mano, incominci a scrivere e a fare una lista di match che non devi perdere. Pieghi il foglio in quattro e lo metti nella tasca posteriore dei jeans. Questo sarà il gesto che ripeterai più volte durante l’intera giornata.
E si parte, direzione campo 1 per Pavlyuchenkova-Makarova. Prendi l’ascensore, scendi al primo piano (la sala stampa si trova al terzo) , attraversi l’atrio principale, butti la solita occhiata alla Porsche in esposizione lì. Scendi due altre rampe, sorpassi i bagni, giri a sinistra attraversi l’area degli sponsor (enorme) e finalmente arrivi davanti al campo 1. Troppo tardi hanno iniziato il primo game, ti tocca aspettare per 3 giochi. Borbotti fra te. Riprendi il foglietto, dai un occhiata alla Lisicki che si allena sul campo 2 ritorni di corsa al campo 1 appena ti rendi conto che hanno aperto le tende dell’ingresso. Ti siedi ma già sai che sarà una lunga giornata.
Il match in teoria è fra le due russe compagne di Fed Cup, in realtà chi gioca sono le loro allenatrici Myskina per Makarova (e infatti racchetta lanciata, qualche urlaccio inframmezzato il tutto da belle accelerazioni) e Hingis per Pavlyuchenkova. Il compito della svizzera è più duro, mettere un po’ di logica in Anastasia. Oh incredibile ogni tanto ci riesce. E mentre corre in campo Hingis, corre in campo Miskina, corro pure io ma di ritorno sul centrale.
Wozniacki e Suarez Navarro giocano un set da 70 minuti e poi per la danese nulla più “Mi sarebbe piaciuto vincere la Porsche ma non sarà per quest’anno”. Carolina, ti chiamo un taxi.
Subito dopo entrano Safarova e Barthel. Le due giocano a mettere la palla sulla riga fino a quando una delle due la mette fuori. Brave tutte e due fino al 4 pari ma dopo questo giochetto riesce meglio alla ceca. Barthel perde 64 61 in cinquantatre minuti . Altro che giro veloce sulla Porsche, questa è una asfaltata con il tir. Ma qui si corre sempre, come Heinz Gunthardt, qui in veste di intervistatore in campo. L’ex allenatore della Graf sta comodamente seduto in sala stampa quando noto che Safarova è a due punti dal match. Scatta in piedi, afferra il microfono e registra il record di velocità di discesa delle scale, che nemmeno Bolt alle Olimpiadi. E non solo arriva in tempo, ma riesce anche a nascondere il fiatone quando fa le domande. Un applauso se lo merita.
Mano in tasca, foglietto oramai spiegazzato e ti accorgi che Vinci è già in campo sul 1, contro Shvedova. Si riparte, ascensore, atrio, scalette, area sponsor e sei di nuovo lì e di nuovo sei arrivata un decimo di secondo dopo che l’arbitro a detto “Time” e il solerte addetto all’ingresso ha chiuso la tenda. Profondo respiro. Nel frattempo sul foglio del ordine di gioco hai fatto un cerchio intorno al nome della vincitrice, fatto una croce sulle partite concluse, lo hai rimesso in tasca. E uno spettatore ti chiede se puoi mostrarglielo. Lo dice in tedesco, tu non parli tedesco, ma certe cose si intuiscono.
Il foglio è già spiegazzato per bene così come Roberta Vinci. Dolorante alla spalla nulla può oggi contro Shvedova e stanchezza e infortunio.Vorresti rimanere qui rilassarti un poco e invece sul centrale Kvitova sta andando sulle montagne russe: sotto 4 a 1 poi vince il primo set 7 a 5. E poi sotto 5 a 3, recupera 6 a 5 e perdere il tie-break a zero.
Mano, tasca, foglio, ridotto oramai in condizioni pietose ti ricorda che la preferita del pubblico locale, Petkovic e la numero uno di Germania, Kerber, giocano il doppio. Ieri Petkovic aveva descritto il loro doppio come il peggiore della storia. Ma anche che meno e meno, fa più. Quindi, speravano di far bene. Andrea mi ha convinto, vado a vedere ‘sta lezione di algebra.
Ascensore, atrio, ennesimo sguardo alla Porsche, ennesimo sospiro pensando al mio conto in banca, scalette, area sponsor. Stop. Passaggio chiuso. Ana Ivanovic sta firmando autografi nello stand Adidas. E non passa nessuno. Nemmeno se mostri il pass. Profondo sospiro. Contare fino a dieci, facciamo anche venti. Sorriso forzato. Molto. Dai uno sguardo al sorriso della Ivanovic. Il suo decisamente più naturale. Però, per essere graziosa , lo devi ammettere, Ana è molto graziosa.
Per arrivare al Campo 1 l’unica cosa da fare è il giro largo, intorno al campo 2. Arrivi finalmente al campo, la tenda è ancora aperta, ti precipiti dentro prima che te la chiudono in faccia. La soddisfazione dura pochi secondi, il tempo di vedere che non ci sono quasi posti liberi e su quelli che lo sono, velocemente viene messo una rivista, una maglione, una qualsiasia cosa per farti capire che non ti puoi sedere lì. E tu in barba a tutte le regole di civiltà tedesca ti siedi sugli scalini. E che i tedeschi si scandalizzino pure. La guerra del posto è pur sempre guerra.
La professoressa Petkovic da lezioni, la studentessa Kerber segue con attenzione e con grande sorpresa tutti, prime fra tutti loro stesse, battono le russe Vesnina e Makarova Boato calcistico del pubblico. (Certo che è stata una giornataccia per Ekaterina, dopo aver perso con Pavlyuchenkova, perde anche in doppio).
Kvitova nel frattempo era partita con un razzo nel set finale ma da 5 a 1 riesce a chiudere solo 6 a 3 sul servizio della Beck dopo che la tedesca si era trovata 40 a 0. E meno male che al secondo matchpoint Petra riesce a vincere, perché non sono certa che avrebbe fisicamente resistito un game in più. Io certamente non resisto e mi accascio qui.
Sul Centrale si accascia anche Flipkens che si ritira contro Julia ‘begli occhi’ Goerges. Quindi domani una fresca Goerges sfida una stanca Kvitova. Domani in questo match voleranno palle di cannone.
Dopo di loro entrano Jankovic e Stosur. La serba ha le scarpe dello stesso colore della Porsche, premio per la vincitrice su cui la serba ha messo gli occhi “Ho già una Porsche ma non blu. Quella ci starebbe benissimo nel garage, è grande c’è posto per 10 auto”. Stosur ancora un po’ acciaccata è gentile d’animo, le lascia via libera. Dopo l’infortunio di Miami si sta piano rimettendo in forma.
Io invece sono oramai sformata, proprio come il foglio del ordine di gioco che appallottolo e butto nel cestino.
Resultati 24 Aprile 2013
Singles – Primo Turno
(5) Petra Kvitova (CZE) d. (WC) Annika Beck (GER) 75 67(0) 63
Jelena Jankovic (SRB) d. (6) Samantha Stosur (AUS) 64 64
Carla Suárez Navarro (ESP) d. (7) Caroline Wozniacki (DEN) 76(6) 61
Anastasia Pavlyuchenkova (RUS) d. Ekaterina Makarova (RUS) 67(5) 75 64
Lucie Safarova (CZE) d. Mona Barthel (GER) 64 61
Julia Goerges (GER) d. Kirsten Flipkens (BEL) 62 21 ret. (GI illness)
Yaroslava Shvedova (KAZ) d. Roberta Vinci (ITA) 64 62
(Q) Bethanie Mattek-Sands (USA) d. Yanina Wickmayer (BEL) 62 61
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