NEW YORK. Tutti ci speravano, sognavano che la bambina prodigio potesse ancora incantare il mondo del tennis con la sua prepotenza e la sua forza, la stessa di chi sa sempre rialzarsi, ma stavolta l’incantesimo è stato spezzato. Rimane la grande impresa ottenuta contro la Stosur qualche giorno fa, ma oggi ci si fa spazio solo al rimpianto ed alle difficoltà di un match che non è mai andato nel verso giusto. Victoria Duval ha capito in fretta come il mondo del tennis possa darti e toglierti nello spazio di 48 ore.
Contro l’esperta Daniela Hantuchova, giocatrice piuttosto leggera fisicamente ma brava a variare il gioco, con colpi potenti e profondi di colpi è un’arma a doppio taglio: capace di ferire quando ha il controllo dello scambio, ma anche di rischiare eccessivamente, quando invece è lei a subire la varietà dei colpi della navigata slovacca.
Il pubblico non ha mai smesso di incitarla un solo istante, innamorato della sua tenacia e commosso dalla sua difficile storia ( il padre ha rischiato di morire qualche anno fa), ed ha continuato ad esaltarsi per ogni colpo messo a segno dalla piccola statunitense, ma Daniela non è giocatrice da lasciarsi impressionare. Sa quali sono le armi giuste per offendere e mettere alle corde il proprio avversario. L’andamento del primo set ne è la riprova.
L’eccessiva irruenza di Victoria è un difetto che la slovacca individua subito e decide di sfruttare a suo vantaggio, nonostante un iniziale break subito nel terzo gioco dell’incontro. La statunitense non ne sa approfittare perché la slovacca è molto ostica e risponde profondo ai suoi servizi, costringendola spesso a dover arrancare da fondo campo e doversi muovere troppo per imporre il gioco. Risultato: break restituito e nuovamente subito nel sesto gioco, regalato con un doppio fallo. La slovacca capisce il momento di appannamento e nervosismo della statunitense, complici anche qualche mugugno del pubblico, ed allunga sul 5-2, dopo altri due brutti errori di dritto della giovane Duval. In preda alla rabbia la diciassettenne sbaglia ancora e perde il set per 6-2, scagliando l’ultimo dritto contro il nastro.
Lo sforzo compiuto, costringe però la slovacca a dover abbassare il ritmo all’inizio del secondo set, a fronte di un’avversaria sempre decisa a provare a spingere ma con poca lucidità. In tutto ciò si traduce comunque in un break nel terzo gioco in favore della statunitense: 2-1.
Il quarto gioco è da thriller, assolutamente non per deboli di cuore: Victoria sbaglia moltissimo e regala subito due palle del contro break, ma le annulla con la fortuita deviazione di un nastro che prima contiene una risposta della slovacca e nel punto dopo appoggia la palla della Duval, facendola ricadere dall’altra parte del campo, dopo un difficile recupero su una smorzata della slovacca. Nonostante i due regali, la statunitense non ne approfitta e prosegue nel suo appannamento consegnando un’altra palla break con un dritto sparacchiato in rete, quando c’era tutto il campo libero. Break concesso con un altro insensato doppio fallo e parità: 2-2.
Il game shock spegne l’entusiasmo della statunitense, così come nel pubblico, il viso si fa contratto, le smorfie di disapprovazione si impadroniscono del suo volto e nell’ottavo gioco offre letteralmente il break a zero, commettendo solo errori. A questo punto frastornata e delusa, non rientra più in gara e consegna il match nelle mani della sua avversaria: 6-2, 6-3 in 1h.11 minuti di gioco.
Un brusco risveglio per la piccola Victoria. Una doccia gelata che però non può essere vista come qualcosa di assolutamente negativo. La sua carriera è solo agli inizi e deprimere le prospettive di un futuro roseo sarebbe un errore, oltreché controproducente. Il tempo sarà dalla sua.
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