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US Open. Federer sul velluto: sei game lasciati a Berlocq

In un’ora e trentasette minuti di gioco Roger Federer demolisce Berlocq col severo punteggio di 6-3 6-2 6-1 ed accede al terzo turno dove lo attende il vincente di Querrey-Mannarino.

Quello di oggi è un Federer parso in ottime condizioni: sicuro al servizio, centrato col rovescio, mortifero col diritto. Quando il campione elvetico gioca così in sicurezza, tutto scorre via facile ed il modesto Berlocq può poco o nulla. Era il secondo confronto tra i due, il primo a Roma lo scorso anno lo vinse sempre Federer  con un punteggio più equilibrato (6-3 6-4), ma sul cemento il differenziale tecnico si è fatto molto più evidente e per l’argentino l’impresa anche solo di fare partita pari è divenuta impossibile.

 

Lo svizzero ha subito preso in mano le redini del match andando a piazzare un break nel quarto gioco e trascinandoselo fino alla conclusione del primo set. Il secondo parziale si apre con uno scambio di break tra i due, ma Roger allunga ancora immediatamente chiudendo, stavolta, per 6-2 impreziosito da qualche gioco di prestigio nel finale. Nel terzo set la musica non cambia, anzi il punteggio diviene ancora più severo per il numero 48 del mondo che riesce a raccattare un solo game.

La partita nel complesso è risultata godibile nonostante l’ovvia assenza di pathos legata alla certezza del risultato. Roger, al solito, ha deliziato gli spettatori dell’Arthur Ashe con qualche chicca tecnica di rara bellezza come alcuni drop shot o qualche chip and charge mantenendo un atteggiamento iper offensivo dall’inizio alla fine. Oltre a ciò, quel che più conta per il numero 7 del mondo è la vittoria colta in poco tempo e con un basso dispendio di energie; lo svizzero, inoltre, ha avuto la possibilità di provare alcune cose quando la partita stava prendendo le sembianze di allenamento agonistico game dopo game.

Sicuramente Berlocq, per quanto sia un onesto giocatore che frequenta stabilmente i primi 50 del mondo, non rappresenta un test probante per verificare con maggior precisione lo stato di Federer e, quindi, i giudizi più puntuali sono da rimandarsi ai prossimi turni. Si può comunque dire che la versione post Wimbledon sembra un brutto e lontano ricordo.

 

Redazione

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