Non solo per bere, per fumare e per giocare si sa ci vuole in fisico bestiale, ma anche per i commentatori TV. Stoccarda, per i commenti dei match della Wta su TennisTv c’è Guy McCrea.
Per sua fortuna è stato chiamato per commentare dai quarti di finale e si è evitato le 14 ore di giovedì. Per i quarti di finale sono ‘solo’ 4 match di seguito e come sola ed unica voce. Il rischio di bruciare l’ugola c’è. Per i quarti ha commentato sempre da solo tranne che per un set del match della Kerber dove ha avuto l’aiuto di Anke Huber (se non sapete che era una giocatrice di tennis, andare di corsa a studiare!).
Guy è di suo una macchinetta parlante, oltre ad essere un gran competente di tennis. Quando ho provato a dire a mo’ di consolazione comunque per le semifinali avrebbe commentato solo due match ha risposto “E anche i due delle semifinali di doppio!” Con un sorriso della serie : e che i fans del doppio non osino lamentarsi con me della copertura televisiva!
La partita fra Sharapova e Ivanovic è stata la più bella dei quarti e forse del torneo. Due stili simili ma differenti. Due storie simili ma allo stesso tempo differenti. Due personalità poco simili e molto differenti.
In conferenza stampa Sharapova arriva con 30 minuti di ritardo sul orario annunciato. Il malumore era serpeggiato anche perché era stato aggiunto anche “E siate puntuali, perché, vuole stare poco e poi andarsene”. E grazie tante, noi sia qui a contare i granelli di terra rossa sul campo centrale invece.
Maria è sempre professionale, risponde a tutte le domande anche con un certa ironia. Alla fine della conferenza stampa le viene chiesto di farsi una foto con alcuni ospiti del torneo e della Wta. “Certamente“ dice. Sorriso. Foto. Telecamere spente, il sorriso sparisce, si alza e se ne va.
Quando Ivanovic si siede nella poltroncina delle interviste ha ancora i capelli bagnati. Ana è arrivata in sala stampa dopo una doccia lunga quanto una cascata del Niagara, ne aveva bisogno per fa sbollire la rabbia e la delusione. Perdere in 3 set dopo tre ore di gioco è ovviamente molto frustrante” mi azzardo a dirle sprezzante del pericolo, “Per spiegarti come mi sono sentita dopo il match dovresti vedere come ho ridotto la racchetta negli spogliatoi” e finalmente riesce a ridere.
Né le parole, né le foto le rendono giustizia. Ana Ivanovic è una bella persona. Non solo l’aspetto fisico che colpisce ma anche l’onesta di quello che dice e di come lo dice.
E nel suo sguardo si legge sì frustrazione per la sconfitta ma dopo tanto tempo ci vedi una certa fame di vittoria “La fiducia in te stessa la devi trovare dentro di te. Le persone intorno ti danno consigli ti parlano ma solo tu puoi riuscire a ritrovarla. E finalmente sono su questa strada. Cerco di essere piu’ positiva in campo.”. A volte le sue conferenze stampa sembrano piu’ delle sedute psicoanalitiche. Ana ha ritrovato anche il rispetto in campo delle avversarie “Lo capisci quando giochi”, sorride e poi “E una bella sensazione”.
E dopo, foto con gli stessi ospiti di prima ma una differenza abissale: Ana li saluta uno ad uno, ne riconosce qualcuno e chiede come stanno, ci chiacchera amabilmente per qualche minuto.
Come dicono in inglese “It’s nice to be good, but it’s good to be nice”. Ana non cambiare mai.
A vedere le due conferenze stampa, sedute in ultima fila, c’ e’ anche la direttrice del torneo di Lussemburgo. Il suo obiettivo è Ivanovic. Appena Ana conclude i suoi impegni promozionali, la direttrice sempre vestita in un completo giacca pantalone grigio canone (secondo me ci deve andare anche a letto) le si avvicina per salutarla e parlarci, una conversazione tipo “Ana cara, ma verso la fine di ottobre che impegni hai? Casualmente ci sarebbe il mio torneo in Lussemburgo… allora, ci vediamo lì?” Non so cosa a risposta Ana, ma non mi sorprenderei di vederla nel Gran Ducato in Autunno.
Kvitova contro Goerges stava perdendo di brutto, e allora si è tolta la fascetta color arancione intenso evidenziatore. La mossa ha funzionato perché e riuscita a vincere in tre set. Contro Li Na non c’ è superstizione che tenga. Saluti dalla sora LiNa, ci vediamo a Madrid
Shvedova in campo con gli occhiali sportivi da sole intimidisce, quando e’seduta di fronte a te invece scopri che è una timidona. Ragazza simpatica con un sorriso dolce. Insomma in campo sembrano tutte walkirie, fuori tranquille ragazze di campagna. Va be’ adesso ho esagerato.
E’ contenta di aver avuto la visita a sorpresa del fratello. “ E arrivato a Stoccarda per lavoro, un festival di fumetti, lui è l’unico delle famiglia che non ha fatto sport a nessun livello. Si e’detto, mia sorella dovrebbe essere in Europa da qualche parte, poi ha visto una pubblicità del torneo e ha pensato magari gioca qui. Mi ha cercato ed è stata una bella sorpresa!” Domanda sorge spontanea, ma nella vostra famiglia il cellulare non si usa?
Shvedova ha avuto una carriera piena di infortuni e lo avverti anche dalle sue parole ï miei genitori mi hanno detto, non dimenticare mai che hai ottenuto molto nella tua carriera. Penso che se riuscirò a tornare a buoni livelli bene, ma in ogni caso posso essere orgogliosa di me
Li Na spiega come ha fatto dopo Miami “Dopo il torneo sono tornata a Pechino e mi sono allenata con Carlos (ndr Rodriguez, il suo coach) per due settimane, tutta una serie di esercizi per i campi in terra battuta, tipo scivolate, movimenti vari, schemi tattici. Ho pensato ma io sono una buona giocatrice sulla terra battuta e lui mi risponde be’ si’….ma possiamo migliorare….un pochino”. Base di allenamento quando si trova in Europa e’Monaco “Ma non parlo tedesco, ho provato a dire qualche parola e mi guardavano senza capire. Mi sono resa conto che non e’una linga per me. Ma ci sono delle cose che devi imparare, perche’altriemnti non e’facile viverci; al ristorante ho provato a ordinare una bicchiere d’acqua il cameriere mi ha detto no, no niette acqua, qui abbiamo la migliore birra. Adesso quando vado al ristorante dico per favore una birra!”Ha un sorriso contagioso e furbo. Per un momento mi viene da pensare se non fosse nata in Cina potrebbe essere toscana.
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