Una finale a senso unico ha consegnato a Rafael Nadal il settimo titolo agli Internazionali BNL d’Italia. Il fuoriclasse maiorchino ha travolto il suo rivale storico Roger Federer, ottenendo così la ventesima affermazione in trenta confronti diretti. Per Rafa è il sesto centro stagionale in otto tornei disputati (negli altri due è comunque giunto all’ultimo atto), il 24esimo totale nei Masters 1000 (record assoluto, tre in più del suo avversario odierno), il 41esimo sulla terra, il 56esimo in carriera nel circuito maggiore. Domani l’iberico scavalcherà David Ferrer nel ranking ATP, tornando a fare sua la quarta posizione, gradino utile al Roland Garros per evitare di incrociare la propria strada con uno degli altri Fab Four prima delle semifinali. Ma, certo, un Rafa così non può davvero temere nessuno.
La finale di Roger Federer è durata giusto un game, il primo, nel quale l’elvetico ha tenuto il servizio a 15. Se vogliamo essere buoni e concedergli qualche punto in più, possiamo arrivare fino al 30 pari del secondo gioco. Da lì in poi in campo si è visto un solo giocatore, Rafael Nadal. Un Roger abulico, inconsistente, falloso, passivo e qualunque altro aggettivo in questo senso possa venire in mente. Rafa ha disputato il suo consueto match, fatto di corsa inesausta e solidità granitica condite da un numero infinitesimale di errori gratuiti, ma, in fondo, lo spagnolo non ha fatto nulla più di quanto ci si attendesse da lui, limitandosi, in un certo senso, a svolgere alla perfezione il suo compito.
Se di fatto il match non è mai cominciato, l’esclusivo demerito va a un irriconoscibile Federer, mancato clamorosamente dopo una settimana di tennis brillante, se si fa parziale eccezione per la semifinale di ieri con Benoit Paire. È vero che Roger era al suo primo incontro pomeridiano dopo quattro sfide tutte giocate nella sessione serale e può aver patito le condizioni diverse dai giorni scorsi, il caldo, l’umidità e tutto il resto. In fondo, però, si tratta solo di leggere attenuanti per una prestazione davvero inattesa, specie in questi termini.
Dopo aver ceduto il primo, Nadal ha messo a segno una serie di nove giochi consecutivi, volando in un battibaleno sul 61 3-0 (dopo aver salvato una palla break in apertura di secondo set). Federer ha tenuto a fatica un servizio, ma è stato di nuovo brekkato nel turno seguente. Rafa è così andato alla battuta per il titolo sul 5-1, ma almeno qui Roger ha avuto una piccola reazione d’orgoglio, mettendo a segno qualche bel colpo e recuperando così, a zero, uno dei due break di scarto. La fine del match, però, è stata soltanto rinviata di pochi minuti, il tempo necessario a Federer di conquistare il suo quarto game complessivo e a Nadal di tenere agevolmente l’ultimo servizio.
Il punteggio finale, maturato in sessantanove minuti, è stato il medesimo del match clou femminile tra Serena Williams e Victoria Azarenka: 61 63. Con il suo sussulto in extremis, che gli ha permesso di aggiudicarsi un paio di giochi in più e di evitare un passivo ancor più umiliante, Roger ha almeno mantenuto il primato per lo score più severo inflitto all’avversario nelle loro sfide al meglio dei tre set, che resta il 63 60 per lo svizzero nel round robin alle ATP World Tour Finals di Londra 2011. Magra, magrissima, impalpabile consolazione.
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