Di occasioni ne ha avute tante, forse troppe.
E c’è da dire che qualcuna se l’è presa. Sempre sul cemento: US Open 2007, Australian Open 2011… ma sulla terra, David Ferrer non ha mai battuto Rafa Naxdal. Perché? Facile, Nadal è il più grande giocatore su terra di sempre o, se vogliamo anche essere più cauti, uno dei più grandi.
E fin qui non ci piove, “Ferru” ha questa giustificazione. Ma in partite come quella di oggi, non esistono giustificazioni. Specie poi se sei recidivo.
Diverse volte nei loro (tanti) confronti sulla terra battuta Ferrer non aveva concretizzato decine di palle break, o si era arreso nel momento topico della battaglia; oggi è andata ancora peggio.
Già ad inizio match aveva affermato la miglior vena odierna: subito avanti di un break, subito tanti errori di Rafa. Poi ripreso, riesce comunque a chiudere strappando sul 5-4 il servizio ad un maiorchino oggi veramente irriconoscibile.
E quando ad inizio di secondo parziale vedi Nadal prendere subito il comando, ti dici che era prevedibile, ma ci sta. Invece Ferrer riesce perfino a fare peggio, riprendendosi subito il break e togliendo nuovamente il servizio a un avversario che raccoglie solo il 20% (!!!) di punti con la seconda.
Dura poco, perché il servizio in questa partita è praticamente ininfluente: ma sul 6-5 la paura di vincere di David Ferrer, ancora sotto shock per i match point contro Murray in finale a Miami, si manifesta in tutta la sua forza. Ha un comodo passante di dritto da quasi sopra la rete e invece di giocare nell’angolo apertissimo, tira dalla parte di Nadal che riesce in qualche modo ad arpionare e a quel punto David è spacciato. E’ il riassunto di una partita, di una rivalità, di un giocatore, in pratica.
Con i suoi limiti non solo tecnici, ma soprattutto di personalità. Se Ferrer da un lato va ammirato per quello a cui è arrivato viste le poche risorse, dall’altro non lo si può fare per queste ripetute manie di autolesionismo da choker. In una giornata in cui Nadal in un set e mezzo sulla terra fa 26 errori gratuiti (nemmeno il pessimo Federer di ieri), è un peccato mortale non approfittarne, per il numero 4 del mondo.
Il Tie-break vinto da Rafa e il successivo 6-0 sono fin troppo prevedibili.
E forse ha ragione (come sempre) Rino Tommasi, quando dice: “Molti lodano l’umiltà di certi giocatori. Io ho dei dubbi sul fatto che essere umili sia una virtù, nel tennis. Ma anche nella vita: del resto, per essere umili bisogna anche averne motivo”.
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