Ora impegnati a Charleston, torneo WTA 500, Flavio Cipolla e Daria Kasatkina hanno ormai abbondantemente superato l’anno di collaborazione come coach-giocatrice. Un’opportunità nata all’improvviso per l’allenatore romano nel febbraio 2023 quando il manager della tennista lo chiamò per chiedere se fosse libero e avesse voglia di fare un periodo di prova con l’ex top-10 tra Abu Dhabi, Doha e Dubai. Il momento, superato con buone sensazioni, li ha spinti a prolungare e rendere ufficiale il binomio. Un anno dopo, durante il torneo di Indian Wells, abbiamo avuto la possibilità di parlare in esclusiva con Flavio e chiedere qualche sensazione circa l’avventura in cui si è immerso.
Come è andato questo primo anno con Daria?
Bene, molto bene. Devo dire che sono molto contento sia del lavoro che stiamo facendo assieme e sia della persona, per quanto riguarda la relazione personale, quindi davvero non posso lamentarmi. Sono davvero contento.
Che cosa hai imparato? visto che mi dicevi un anno fa come ancora conoscessi abbastanza poco del circuito femminile.
No non è che conoscessi abbastanza poco, non lo conoscevo proprio anche perché ho sempre allenato tennisti maschi e comunque quando giocavo io ero parte del circuito ATP. Ho dovuto conoscere molte giocatrici, conoscere meglio il tennis femminile dove anche la comunicazione è un pochino diversa. Tutto è un po’ diverso, ma non per questo non mi sta piacendo.
Di recente proprio Daria parlava di un approccio appunto diverso che le avevi dato, diceva che tra le cose migliori ‘extra campo’ che stava imparando a conoscere era una spinta a lasciar andare molto di più la tensione, non dover essere sempre per forza super focalizzata e ‘presa’. Pensi sia questa una differenza così marcata tra i due circuiti?
Mah questo è un discorso più personale, dipende molto dal carattere del giocatore o della giocatrice. Ci sono anche tennisti maschi che sono un po’ più tesi o devono comunque allentare un pochino delle tensioni, delle pressioni. Sicuramente, dalla mia esperienza in quest anno nel circuito femminile questa cosa è amplificata. Poi dipende. Lei (Kasatkina, nda) è una giocatrice che meno stress sente e più rende. Quando sono entrato era molto, diciamo… Veniva da due, tre anni dove con l’allenatore precedente aveva un approccio molto diverso dal mio e quindi è stata anche brava ad adattarsi a un contesto molto diverso. Io sono più per un’idea dove più riesci a goderti quello che stai facendo, più riesci a divertirti, più sei rilassato e più riesci a dare in campo. Questo è il concetto.
A livello professionale e forse ancor di più a livello umano, come ti poni nei confronti di una giocatrice come Daria che ha mostrato di avere anche tanti altri interessi oltre al tennis? Parlo delle sue importanti prese di posizione recenti, che possono averle creato problemi, ma anche solo del vlog con la sua ragazza.
Le posizioni che prende sono posizioni che condivido. Certo. Si è schierata contro la guerra, ha fatto questo coming out… Sono sicuramente posizioni che condivido e supporto. Per quanto riguarda l’attività extra tennistica lei ha questo vlog che le piace, lo fa con la sua ragazza, e finché non le toglie attenzioni dal tennis, e fin qui non lo è per quanto sto vedendo dato che è la sua ragazza che fa tutto… Daria, diciamo, si diverte a partecipare ma devo dire che è una ragazza molto professionale, non toglie nulla al lavoro e non posso dirle assolutamente nulla.
Lo scorso anno ricordo che cercavi di farle fare dei doppi con qualche tennista italiana, c’è ancora questa possibilità?
(ride, nda) no, non c’è tanta possibilità. Non lo gioca volentierri. Più che altro vuole dare molta priorità al singolo: metti che domani lei debba giocare il singolo, e oggi ha un doppio un po’ tardi, un po’ di pioggia, finisce tardi… Non le piace, e quindi non spingo più di tanto. Ho provato all’inizio ma è una cosa che non fa troppo volentieri e vuole mettere tutta la priorità sul singolo. Il doppio non è una cosa fondamentale per noi ora, per cui nessun problema.
Come avete impostato la stagione? Siete riusciti a fare una off season ben impostata immagino.
Abbiamo fatto un periodo a Roma, con un cambiamento abbastanza drastico nel gioco: in parole povere abbiamo cercato di passare da un gioco secondo me un po’ troppo conservativo a un gioco più aggressivo. Entrare più nel campo, far andare di più la palla e avere più spesso in mano il gioco. Secondo me il tennis femminile anche sta cambiando un po’. Tirano tutte molto forti, sono tutte molto potenti, stanno tutte molto vicino alla riga di fondo. Servono tutte sempre meglio e secondo me bisognava fare un cambio soprattutto perché se uno vuole avere obiettivi un po’ più grandi un cambio bisognava farlo, secondo me. Lei la qualità ce l’ha e quindi stiamo lavorando in questa direzione. Devo dire che sta rispondendo molto bene, sono contento della qualità di gioco che sta esprimendo in questo inizio di anno.
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