Daniil Medvedev si è presentato in conferenza stampa dopo la sconfitta in finale dell’ATP Masters 1000 di Indian Wells contro Carlos Alcaraz per 7-6(5) 6-1. Queste le sue parole.
“Penso siano state due settimane fantastiche” ha esordito il numero 4 del mattino, “non è un posto facile per giocare a tennis perché le palle volano un po’ troppo e il servizio non è così incisivo. Quando è così, raramente faccio bene. Oggi la prima cosa che il mio coach mi ha chiesto nello spogliatoio alla fine era se avessi qualche rimpianto. Gli ho detto di no, lui mi ha detto che forse potremmo lavorare su qualche colpo, ma in generale il mio match non è stato banale. È lui che sta giocando bene”.
Sul suo sfogo nel tie-break: “Credo che nel tennis ci siano opinioni ormai datate. Qui per esempio: non ci sono più giudici di linea, ok, abbiamo una chiamata automatica per le linee. Io dicevo: ‘Mostramela’. Cioè, fammi vedere il segno, non mi importa se non puoi. Mostramela anche sull’iPad se serve, quell’iPad che Mohammed (Layhani) ha, non mi importa se non vale. E non possono. Siamo nel 2024, i razzi vanno nello spazio. Non so… Come con l’iPhone. Parlo coi miei amici di golf, e un attimo dopo trovo solo pubblicità di golf su internet. E allora, non puoi mostrarmi un colpo che si rifà a tre punti fa? Non sto chiedendo nulla di speciale. Per me non è possibile che sul cemento se la palla che rimbalza sulla linea, 5-5 al tie-break, la palla rimbalzi diversamente. Usate la stessa vernice che usate per il resto del campo, così che quando uno serve sulla linea non gli capiti un punto fortunoso. Per me la regola più importante nel tennis sarebbe avere il sistema di rivedere la chiamata. Come accaduto ad Andrey, dove la palla in teoria era anche buona. Per me tu devi poter chiamare la revisione. Facciamo un esempio: seconda di servizio, sulla riga, comincia un lungo scambio dove alla fine sbagli, per me devi poter rivedere quella seconda palla perché se come accade ogni tanto la palla è fuori e l’arbitro non vede il punto non si sarebbe dovuto giocare. Per me dovresti poter tornare indietro anche di 10 colpi e usare un challenge. Ci sono diverse piccole cose nel tennis che non vanno bene, ma qui stavo davvero esagerando. Amo questo sport e sicuramente continuerò a giocarlo, solo quando mi arrabbio tendo a dire cose stupide”.
Sul suo piazzamento a rete: “Forse ora sono più sicuro a rete, e per questo cerco di andare più spesso a rete durante le partite. Qui a Indian Wells però l’ho sentito già prima del torneo durante un allenamento: la palla si ferma in aria. In questi casi non conviene andare per colpire una voleè, ma aspettare la palla perché sennò la voleè va in mezzo alla rete. In generale però è qualcosa su cui sto ancora lavorando. Per me è spesso quesitone di che cosa creda in quel momento. Oggi forse c’era poco da fare, Carlos mi avrebbe fatto comunque male”.
Su che cosa Alcaraz faccia così bene: “La sua palla su questi campi fa malissimo, perché va forte all’impatto e al rimbalzo, è un vantaggio importante. Oggi quando riuscivo a impostare lo scambio, malgrado non capitasse spesso, sentivo che dovevo tirare forte ma comunque non gli facevo davvero male. Vincevo magari qualche punto, ma non lo mettevo in difficoltà. Non è facile mentalmente giocare contro di lui e nel secondo set mi sono trovato senza più soluzioni. Non è una bella sensazione”.
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