Tutte le big impegnate nel day-1 dell’Australian Open hanno passato lo scoglio senza problemi. O quasi tutte. Barbora Krejcikova, numero 9 del seeding malgrado sia scivolata al numero 11 del mondo, ha avuto tanto da fare per imporsi contro l’arrembante Mai Hontama e una caviglia, la destra, apparsa a metà del terzo set piuttosto gonfia sotto una fasciatura che bisognava rifare.
Giornata frustrante per la ceca, lo si sentiva anche dal tono di voce nelle (poche) parole spese al microfono in campo lei che pure è una abituata a concedersi a discorsi ben più lunghi. Un 2-6 6-4 6-3 alla wild-card giapponese che l’ha fatta esultare parecchio, appena dopo il match point, per dare ancor più il senso di quanto fosse stata dura, spesso a rivolgersi in maniera nervosa verso il proprio angolo e con una cinquantina di errori non forzati. Hontama non ha fatto tanto meglio, stando anche lei sopra i 40, e ha grandi rimpianti per le tante occasioni mancate tra secondo e terzo set.
Krejcikova è andata, a sua volta, in crescendo nel livello pur rimanendo molto lontana dal suo standard. Se non altro, per sua fortuna, ha saputo risalire da 6-2 3-2 e servizio Hontama, vincere l’ultima serie di game nel secondo parziale tutti molto tirati, e risalire da un break di ritardo anche nel set decisivo salvandosi sul 2-2 prima di ricevere il medical time out per rifare la fasciatura. Hontama è salita 3-3, non è riuscita a mettere pressione in risposta e dopo aver mancato cinque chance di 4-4 ha perso la battuta e, poco dopo, il match.
Più agevole l’ingresso nel torneo delle altre. Maria Sakkari, che ha elogiato a gran voce il cambio di racchetta passando a una Wilson Shift (“la racchetta perfetta per me, non ho mai avuto una off season così buona”) ha superato un’altra giapponese, Nao Hibino, per 6-4 6-1. Caroline Wozniacki, invece, era forse la più attesa oggi ma ha visto la sua partita finire dopo una mezz’ora. Contro Magda Linette, semifinalista qui 12 mesi fa, la danese ha approcciato in maniera non perfetta e ogni game, per entrambe, era molto laborioso. La polacca recuperava un break sull’1-2 ma lo perdeva subito e, dopo il cambio campo, arrivava il momento che cambiava la partita con una fitta muscolare avvertita in un cambio di direzione sul lato del rovescio. Da lì in avanti faceva sempre più fatica a servire, hanno provato a tamponare il dolore con un antidolorifico ma il set è scivolato via sul 6-2 per l’ex numero 1 del mondo e, sotto 2-6 0-2, la polacca ha detto basta.
Per ultima, la campionessa in carica. Aryna Sabalenka è tornata sulla Rod Laver Arena per un esordio nell’edizione 2024 difficile da capire rispetto ad altre prestazioni visto che di fronte a lei c’era una ragazza di 18 anni, Ella Seidel, al suo esordio assoluto in un torneo del circuito maggiore e tra la differenza importante nel livello e l’emozione sua di essere catapultata dai campetti di un ITF al campo centrale di uno Slam contro un’avversaria così, è venuto fuori un prevedibile 6-0 6-1. Una di quelle circostanze dove la grande favorita ha una differenza di cilindrata, potenza, ritmo e qualità da rendere quasi diffiicle da seguire cercando uno spunto diverso dal sperare che per Seidel la serata non diventasse così “troppo” per lei, che invece su una brutta voleè alta sbagliata indietro 0-6 0-3 0-30 stava già lasciandosi andare alla delusione e allo sconforto. Non c’era nulla che potesse concretamente fare, faceva fatica a tenere lo scambio per più di un paio di colpi, quando riusciva a superare la fase servizio-risposta.
Aryna stava mostrando banalmente tutta la differenza tra una campionessa Slam e una che deve ancora cominciare davvero la carriera, e così dopo una quarantina di minuti circa ha avuto i primi match point. Lì ha perso la concentrazione, tanto non aveva alcun pericolo davanti a sé e stava ormai provando varie soluzioni in spinta senza alcuna pressione. Da quel 0-6 0-5 15-40, Seidel è riuscita a risalire e a fare quel game che le ha regalato un sorriso, sebbene abbastanza amaro. Seduta al suo angolo, curiosamente, Andrea Petkovic era l’unica a non avere reazioni mentre le ragazzine della squadra nazionale tedesca dietro di lei si lasciavano coinvolgere all’applauso caloroso del pubblico rimasto in tribuna. Era tutto troppo, stasera, per lei. Senza considerare che prima ci fu niente meno che Novak Djokovic, le quattro ore di fuoco contro Dino Prizmic, lo stadio che sembrava venire giù. Sono esperienze quasi surreali per chi fino a oggi giocava solo ITF di medio livello. Alla fine, sono stati addirittura sei i match point trascorsi prima che Sabalenka trovasse la chiusura dopo una buona voleè smorzata. E al secondo turno troverà una ragazzina ancor più giovane: Brenda Fruhvirtova, classe 2007, che oggi ha ottenuto la prima vittoria in un match di uno Slam. Anche lei con scarsissima esperienza nel circuito maggiore, sebbene non sia una debuttante come Seidel, e sì, l’unico obiettivo sarà sperare di rimanere un po’ più in partita. Per quanto sarà possibile.
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