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Sakkari, nuova occasione: finale a Guadalajara, sfida Dolehide

Maria Sakkari ha una nuova, immensa, opportunità di rompere quel digiuno da titoli che persiste dal maggio 2019, dal successo al WTA 250 di Rabat. Un periodo di oltre quattro anni, reso ancor più “forte” e pesante dal fatto che sono ormai più di 100 le settimane consecutive spese in top-10, unica del gruppo attuale, e che di fatto ha visto e sentito sulla sua pelle alcune delusioni davvero probanti.

Anche quest anno, quando sembrava aver calato spinta e intensità dopo tanto tempo speso sempre al limite delle proprie possibilità, eccola in una finale di grande valore. È vero che questo WTA 1000 di Guadalajara ha avuto numerosissime defezioni (solo otto top-20 al via, le doppiste schierate nelle qualificazioni per completare il tabellone) ma rimane a conti fatti uno dei nove tornei più importanti della stagione e dovesse vincerlo, col tempo si ricorderà sempre meno magari che le prime cinque del ranking hanno dato forfait. Anche perché sempre 64 al via erano, e come si è visto più e più volte la greca non ha mai avuto veri vantaggi da tabelloni agevoli. 12 mesi fa, settembre 2022, buttava al vento una finale da grande favorita a Parma contro Mayar Sherif, mai entrata in top-50 fino a quel momento né mai vittoriosa contro una top-10.

Non è nemmeno casuale che sia arrivata a questa finale a Guadalajara. Si è trovata da subito bene, come caratteristiche del campo e dell’altitudine a 1500 metri sul livello del mare. Nel 2021, l’anno delle WTA Finals, arrivò fino alla semifinale e lo scorso anno fu battuta soltanto in finale contro Jessica Pegula, nel torneo che comunque fu molto importante perché lungo il cammino aveva vinto lo spareggio per l’ultimo posto disponibile alle Finals di Fort Worth. C’è molto feeling tra lei e i messicani: hanno uno spirito simile. Loro si appassionano particolarmente a quei giocatori o giocatrici che esternano emozioni, caricano, e Sakkari risponde abbastanza a questo identikit. Sugli spalti si vedono bandiere greche, lei nelle interviste post gara (in campo) indossa spesso la maglia della nazionale di calcio messicana.

Così, Maria ha dominato la semifinale più attesa, contro Caroline Garcia. Un netto 6-3 6-0 anche abbastanza sorprendente visto come per entrambe questa era una partita molto sentita: un’occasione vera per andare a giocarsi il titolo dopo un’annata spesso colma di ombre. La numero 2 del seeding ha imposto da subito il suo livello e la francese non ha retto, naufragando poi nel secondo parziale. E così a contendere il titolo a Sakkari ci sarà Caroline Dolehide, numero 111 del mondo che sfonderà di colpo il muro della top-50 a 25 anni. Trovatasi nella settimana dove è girato tutto veramente bene, per la prima volta in carriera, la statunitense cercherà la ciliegina sulla torta dopo un percorso in cui ha superato tra le altre la numero 8 del seeding Ekaterina Alexandrova 6-2 6-1, Martina Trevisan ai quarti di finale cancellandole ben quattro match point e ieri in semifinale ha recuperato un break in entrambi i parziali vinti contro Sofia Kenin.

7-5 6-3 il punteggio che ha premiato la tennista dell’Illinoi, indietro rispettivamente 2-4 e 1-3 nei due set. Lei ha continuato a giocare in maniera abbastanza aggressiva, andando a rete forse meno nei momenti più importanti rispetto alla partita precedente contro l’azzurra ed è parso che Kenin non avesse più molte energie visti i diversi errori commessi nei game al servizio persi e come sul 5-6 nel primo set abbia sbagliato di metri in alcune circostanze denotando anche diversa tensione. Dolehide ha fatto tutto come meglio non poteva, resistendo ancora una volta a un ultimo game al servizio complicato: se contro Trevisan ha dovuto arrivare fino al sesto match point, stanotte ha dovuto cancellare cinque palle del controbreak per poi chiudere la contesa.

Domani, per lei, ci sarà la finale di gran lunga più importante della carriera, la prima a livello WTA. Sakkari è già passata di qui: sia come debuttante, sia come giocatrice grande favorita contro un’avversaria alla prima volta. Dovrà cercare di non ripetere i (tanti) errori fatti in passato.

Diego Barbiani

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