WTA

Bentornata Wozniacki

Tutto è bene quel che… inizia bene. Caroline Wozniacki non ha avuto alcun genere di problema nella prima partita ufficiale dopo tre anni e mezzo dal ritiro, nel gennaio 2020, quando sulla sua carriera sembrava essere completamente calato il sipario.

Doveva compiere 30 anni, pensava a una famiglia da costruire, era molto “usurata” dal punto di vista fisico da non reggere più i ritmi e lo sforzo importante che lo sport le chiedeva, con una condizione di salute resa un po’ più critica a causa dell’artite reumatoide che le dava dolori e infiammazioni più continue.

L’annuncio del rientro aveva sorpreso un po’ tutti, ma la danese ha voluto riprovarci. Ora mamma di due figli, con forse maggior controllo del proprio corpo e delle reazioni agli sforzi, ha ripreso in mano la racchetta a fine 2022 e ha sentito di colpire la palla come mai fatto prima. È stato, di nuovo, amore a prima vista. Oggi, il ritorno in campo.

Senza ranking, poteva avere un esordio molto difficile in un WTA 1000 di buon livello come quello a Montreal, ma la dea bendata con lei ci ha visto molto bene dandole una qualificata. Anche qui c’erano mine vaganti (Camila Giorgi, Danielle Collins e Lesia Tsurenko su tutte) ma di nuovo l’abbinamento è stato molto buono: Kimberly Birrell, numero 136 del mondo con pochissima esperienza in tornei di questa portata. Così, malgrado la lunga assenza, Wozniacki ha trovato un netto 6-2 6-2 che la porta al secondo turno dove affronterà molto probabilmente Marketa Vondrousova.

Della partita in sé c’è poco da dire. Caroline ha avuto un po’ di ruggine, come normalissimo che fosse, ma dopo 20 minuti di sostanziale equilibrio ha messo le marce alte, o più alte dell’avversaria. L’australiana non aveva armi vere per darle fastidio e la grande, consueta, solidità di Wozniacki le ha reso la vita impossibile. Buono il palleggio da fondo, attenta nella lettura del gioco, agile in fase di copertura. Era una buona Wozniacki, con un livello già sufficiente per competere con buona parte del tabellone. Tutto segnato, anche, dall’impossibilità reale di essere messa in affanno, ma è un punto questo che da adito alle sue speranze di poter essere ancora competitiva per i grandi trofei appena recupererà una buona condizione. D’altronde l’aveva detto: ripartire da questo torneo per arrivare allo US Open già rodata e cercare di vincere lo Slam.

Sembra assurdo, ma lo era anche l’idea del rientro in campo dopo tutte le fatiche fatte nell’ultimo anno pieno (il 2019) in cui calava progressivamente nella condizione e nei risultati.

Diego Barbiani

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