A fine match è stravolta: Linda Noskova, classe 2004, partita dalle qualificazioni è giunta fino alla finale del WTA 500 di Adelaide.
La prima volta nel circuito maggiore per la giocatrice ceca che da qualche mese ormai sta cominciando a mostrare le sue qualità. Era entrata in top-100 prima di scalare appena fuori a fine 2022 ma certa ora di fare un balzo verticale verso terreni sconosciuti.
Era numero 102 all’inizio di questa settimana, lunedì prossimo si troverà almeno al numero 56 dopo aver messo insieme una corsa che ha valore per tante cose. Due partite su sei vinte salvando match point, due partite vinte contro top-10 (Daria Kasatkina e Ons Jabeur), una vittoria contro una ex numero 1 del mondo e campionessa Slam (Victoria Azarenka).
Anche oggi è arrivata una vittoria al terzo set, la quarta fin qui, fattore che tornerà prepotentemente domani quando tra le tante dinamiche di una prima finale in carriera WTA, in un torneo di media categoria ma con protagoniste di alto calibro, avrà di fronte un’avversaria che avrà giocato la metà delle sue partite e vincendo sempre in due set. Però era importante riemergere per lei dalla buca in cui si è trovata una volta vinto il primo parziale per 6-3. Aveva di fronte una Jabeur in affanno, che verso il finire del parziale ha ricevuto pure MTO per dolori alla parte bassa della schiena ed era visibilmente segnata. Malgrado ciò, pur con l’Australian Open a una sola settimana di distanza, la tunisina ha voluto proseguire. Andava perlopiù a tutto braccio, con movimenti molto accorti, ma con tante smorfie e molta rigidità negli spostamenti e minime torsioni. Eppure, con la ceca completamente novellina allo scenario, la partita si è in qualche modo riaperta. Noskova sbagliava tanto, braccio teso, nervosismo che saliva, errori banali che fioccavano.
Il secondo set si è concluso sul 6-1 per la numero 2 del mondo che ha anche avuto uno 0-40 a inizio terzo set. Sembrava possibile a quel punto un grande ribaltamento del copione, e invece Linda ha saputo reagire e ripartire. Cancellate le chance è tornata a far viaggiare il suo dritto e a farsi sentire. Sul 2-1 ha staccato Jabeur che forse ha un po’ esagerato a livello muscolare. Proprio nelle prime fasi di questo set la si è vista esibirsi in un rovescio in salto e poi in un super recupero su una palla corta. Ha vinto il punto in entrambi i casi, segno che forse i muscoli si erano sciolti e una possibilie fitta era abbastanza rientrata, ma invece i guai sono proseguiti se non peggiorati. Ha cominciato a fare movimenti innaturali al servizio, dei saltelli causati dal dolore ogni volta che ricadeva sul piede d’appoggio. Subito il break, Ons si è piano piano spenta fino al 6-3 1-6 6-1 conclusivo.
Noskova, che ha cominciato il suo cammino ad Adelaide nel 2022, domani scenderà in campo per la finale. Risultato incredibile, e dovrà anche pensare a come ricaricare le pile dopo le tante energie spese e quando il suo cammino in South Australia finirà, perché lei è fuori dal tabellone principale dell’Australian Open. A oggi ha bisogno di quattro ritiri (non conta quello di Venus Williams, in quanto Tennis Australia ha già annunciato che riutilizzerà la wild-card per un’australiana) per accedere al main draw o dovrà per forza passare dalle qualificazioni. È abbastanza incredibile, visto che sarà abbondantemente dentro le prime 60 del mondo, ma sulla questione wild-card tutto è sempre molto soggettivo.
Domani, come detto, sfiderà Sabalenka. Per la numero 2 del seeding non c’è stato alcun problema: era grande favorita, e ha rispettato il pronostico contro Irina Camelia Begu, battuta 6-3 6-2. È la seconda volta in carriera che trova una finale nella prima settimana dell’anno dopo il 2019, quando si impose a Shenzhen battendo in finale Alison Riske. Cercherà dunque di spezzare il digiuno di vittorie che dura da Madrid 2021, quando batté Ashleigh Barty.
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