[18] C. Gauff b. M. Trevisan 6-3 6-1
Era la favorita e, malgrado tutto, lo ha confermato. Cori Gauff ha superato il nervoso che l’ha attagliata per quasi tutto il primo set riuscendo a dilagare poi nel secondo, battendo Martina Trevisan e diventando la finalista Slam più giovane da Maria Sharapova a Wimbledon nel 2004 e, per quanto riguarda il Roland Garros, la più giovane da Kim Clijsters nel 2001.
Una semifinale, oggi, tra due ragazze abbastanza nel ruolo dell’outsider anche considerata la voragine apertasi immediatamente nella parte bassa del tabellone femminile, ma che soprattutto Gauff voleva fin da quando un anno fa si trovò a perdere un quarto di finale durissimo contro Barbora Krejcikova sciupando cinque set point. Oggi era grande favorita, di fatto, e quel vestito le stava in maniera ingombrante. L’inizio dell’azzurra è stato abbastanza arrembante e, dopo aver salvato una palla break, ha approfittato di un paio di regali nel gioco di tocco dell’avversaria per andare a palla break. Gauff si è salvata, ma il suo rendimento era molto irregolare già partendo dal servizio, dove spingeva ma non in maniera precisa con prime palle fuori anche di parecchio.
Ha avuto una mano, purtroppo, dall’azzurra che ha giocato un brutto turno di battuta sull’1-1 concedendo il primo break con due doppi falli e un dritto sbagliato, ma la situazione di nervosismo che aveva preso Cori era tutt’altro che finita. Lo si notava da tante cose: prima lamentandosi con l’arbitro per il ‘grunt’ prolungato di Martina, poi contestando lo stesso arbitro per una palla che a suo dire era lunga. Un po’ l’inesperienza, un po’ la pressione, e continuava a perdere di vista la partita. Un primo turno di battuta scivolato via da 30-0, un secondo sul 3-2 dove era 40-15 ma ha fatto tantissima fatica ogni volta che Trevisan cercava il cambio con traiettoria alta. L’azzurra stava riuscendo fin lì a sporcare molto bene la palla e Gauff non trovava quello che le piace fare, non riusciva a scaricare il proprio peso sul rovescio e sul dritto, colpo più debole, era spesso in affanno.
La stessa Martina, però, sembrava fare le cose troppo di fretta. Alle volte prendendosi anche dei rischi con delle conclusioni da fondo o discese a rete in controtempo. In un caso è uscito un capolavoro di tocco, ma in tanti altri l’idea non ha dato i frutti sperati come sul 3-3 0-30, con la palla finita in corridoio che ha dato il là ad altre tre chance di break. A spezzare questa lunga girandola c’è voluto un turno di battuta estremamente fortuito dell’americana, che dal 15-15 si è prima salvata in qualche modo a rete con una palla strettissima e poi sul 30-15 ha avuto la sorte completamente dalla sua su un nastro beffardo. Trevisan, sotto 5-3, non è riuscita ad allungare il set scivolando sotto immediatamente 0-30 e perdendo nuovamente la battuta al quarto tentativo.
Nel secondo parziale, cominciato con un medical time out dell’azzurra per un fastidio alla gamba, ha spezzato completamente la situazione il lunghissimo game sul 2-1 Gauff. Oltre 10 minuti di lotta, con tante occasioni per entrambe e alcuni super punti di Trevisan che sembravano mantenerla agganciata all’avversaria, poi però il quinto doppio fallo della partita ha dato una nuova chance alla numero 18 del seeding, che ha poi concluso un lungo scambio con un grande rovescio in lungolinea. Il rapido turno di battuta per il 4-1 ha di fatto messo una pietra tombale alle speranze di Martina, che non è riuscita ad andare sul 2-4 e quando Gauff ha fatto il break del 5-1 è stata solo questione di minuti per arrivare al match point e alla chiusura con le braccia alzate della diciottenne statunitense.
Una partita più che onorevole per l’azzurra, che ha lottato in tantissimi game subendo forse un punteggio troppo netto per i tanti game persi ai vantaggi, ma tre settimane di questo livello le cambieranno definitivamente la carriera. Per lei c’è pronto un ingresso nelle 30 e la nomina simbolica di prima tennista italiana nel ranking WTA. Questo, unito al lungo applauso dello Chatrier alla sua uscita, è il punto di partenza sperando che il seguito non sia così negativo come il post Roland Garros 2020. Gauff, invece, sabato pomeriggio cercherà di fare la storia proprio come Maria Sharapova a Wimbledon, nel 2004, quando batté a sorpresa Serena Williams. Contro di lei, quella Swiatek che proprio oggi ha raggiunto il record di Serena delle 34 vittorie consecutive.
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