[1] I. Swiatek b. L. Samsonova 6-7(4) 6-4 7-5
Sembra che la striscia di successi sia vicina alla sua fine, eppure Iga Swiatek non molla e porta a termine una rimonta strepitosa per abnegazione e mentalità contro una super Liudmila Samsonova, giunta a un nulla dal successo ma che si è dovuta arrendere 6-7(4) 6-4 7-5 in tre ore e tre minuti di gioco. Una semifinale di grandissima intensità ed equilibrio, resa possibile da una numero 1 del mondo che ha confermato oggi la poca brillantezza già evidenziata ieri contro Emma Raducanu, ma probabilmente proprio a causa delle scorie che quel match ha lasciato.
Avendo terminato alle 21, circa, con mezza giornata per recuperare da un match in cui ha finito anche con un accenno di crampi. Oggi Iga aveva cominciato abbastanza bene, ma da quando i primi dritti son venuti a meno sul 3-1 nel primo set la giornata si è fatta molto dura e ricca di altalene nel livello di gioco. Di testa però c’è sempre stata, lucida, capace di ragionare e cambiare volto nella sua partita; accettare il momento e cominciare a essere più rilassata, per quanto possibile, in una sfida che l’ha vista indietro nel punteggio per quasi l’intera totalità.
Samsonova di fatto non è mai stata a un paio di punti dalla vittoria, ma il game che aveva salvato sul 4-4 nel terzo set sembrava pesare quanto un macigno. Era stato il più bello dell’intero incontro, aveva tirato fuori dal cilindro alcune magie di polso con palla bassissima, ma il colpo in squash di Swiatek sul 4-5 30-15 ha ribaltato nuovamente la situazione. In un match così, dove veramente minimi particolari fanno la differenza, Samsonova sembrava aver “azzeccato” il jolly per una nuova finale WTA in Germania. Nel primo set aveva cominciato con un immediato break subito dalle prime risposte di Swiatek, scivolata poi indietro 0-3 e 15-30. Si è salvata in quel game, poi non è riuscita a prendere subito il controbreak malgrado i primi dritti brutti della polacca, ma sul 4-2 ha prima fatto il colpo e poi completato l’aggancio recuperando da 0-40 nel primo game molto lottato al servizio della sua partita. Nel tie-break, poi, era stata semplicemente perfetta: bello scambio portato a casa per il mini-break per l’1-0, rovescio vincente in corsa per il 2-0, pallata di dritto in corsa per il 3-0, gran prima per il 4-2, gran prima per il 5-2, seconda potentissima per il 6-4 e infine un’altra botta non controllata sul set point.
Aveva completato la prima scalata e, quando sull’1-1 nel secondo set ha tenuto un game da 7 parità e quattro palle break cancellate, la sensazione era che potesse presto involarsi verso il traguardo. Lì invece Swiatek ha cambiato volto. Ha cominciato a giocare molto più sciolta, talvolta accelerando anche negli scambi buttandosi a rete magari senza la palla giusta. Per tutta la partita ha dato la sensazione di essere in affanno. O almeno, i suoi standard non erano presenti, eppure senza mai andare in affanno ha ricominciato a giocare concentrandosi anzitutto sul proprio servizio, ricevendo fin lì troppe palle potenti e chiamandosi a una fase di enorme sacrificio. Stoccarda è questa: è terra battuta, ma spesso qui le grandi colpitrici, giocatrici possenti e molto aggressive, hanno avuto la meglio. La terra è scivolosa, molto veloce. Aryna Sabalenka è alla seconda finale in due edizioni. Qui hanno vinto Karolina Pliskova e Petra Kvitova nel recente passato. Anett Kontaveit si è spesso comportata bene. Persino CoCo Vandeweghe nel 2018 sfiorò la Porsche che spetta alla vincitrice.
Swiatek, che non aveva grande aiuto dal servizio per ripararsi dalle accelerazioni di Samsonova, è riuscita ad arrampicarsi fino al 4-4 lì dove un rovescio vincente in risposta sullo 0-15 le ha dato una prima chance. Liudmila è rientrata fino al 30-30, lì dove ha ricevuto una risposta di rovescio al corpo e, sulla palla break, di nuovo col rovescio Swiatek ha messo la palla sulla riga portandosi 5-4 e chiudendo il set con quattro punti diretti col servizio, scegliendo spesso la soluzione al corpo. La reazione importante c’era stata, ma l’inizio del terzo set mostrava come fosse tutto ancora in ballo. Il break iniziale della polacca è stato subito cancellato da un brutto game al servizio, il nuovo allungo sul 2-1 è stato annullato col controbreak del 3-3 quando il dritto di Samsonova tornava a fare malissimo e con alcune buone prime la russa si portava 4-3. Swiatek ha retto il rientro dell’avversaria in risposta chiudendo alla terza chance utile e, sul 4-4, ha riaperto il game in risposta grazie a un nastro favorevole su un passante che sarebbe stato facile preda di Liudmila. Da lì, le due si sono superate e Samsonova emergeva sempre per traiettorie strette su palle molto basse, che Swiatek giocava per darle molto fastidio.
Al servizio per rimanere nel match la polacca è partita bene, ma sul 30-15 ha fatto un capolavoro col polso in scivolata che ha facilitato tanto l’aggancio sul 5-5, lì dove sul 30-30 ha trovato una grande risposta di dritto per la palla break, capitalizzata da un rovescio lungolinea della russa finito in corridoio. Sul 6-5, allo scoccare delle tre ore di gioco, il servizio l’ha aiutata ad andare 40-15, lì dove una buona copertura in allungo col dritto ha tenuto viva una palla che sembrava vincente e che Samsonova ha poi spedito in corridoio. È finita così, in maniera forse rocambolesca, ma la numero 1 del mondo ha dato tutto per emergere in una giornata dove sembrava destinata a soccombere. Non c’è tempo per recuperare, la finale sarà domani alle 13, ma queste vittorie tra oggi e ieri contro Raducanu, sono un buon viatico per Swiatek. E domani sarà quel che sarà, ha raggiunto il massimo da questa prima settimana sul rosso.
[3] A. Sabalenka b. [2] P. Badosa 7-6(5) 6-4
Primo vero squillo di Aryna Sabalenka in tutto il 2022 e arriva nel primo di due eventi consecutivi per lei molto delicati. Dopo aver perso tanto terreno rispetto al suo ranking di inizio stagione, arrivava a Stoccarda con pochissimi sorrisi fin qui e con due cambiali molto pesanti in uscita come una finale (qui) e una vittoria a Madrid (la prossima settimana) che le valevano 1300 punti nella classifica mondiale.
I primi sono stati pienamente coperti, avendo confermato la finale ottenuta nel 2021 grazie alla bella affermazione ai danni di Paula Badosa nella prima semifinale di giornata nel WTA 500 tedesco. Un 7-6(5) 6-4 maturato soprattutto con la rimonta nel primo parziale, dove era indietro 2-5 nel set e 1-4 nel tie-break. Oggi forse per la prima volta è riuscita a mettere insieme un match di grande livello senza veri cali, con alcune altalene di troppo ma non andando incontro a pause prolungate come avvenuto contro Bianca Andreescu e Anett Kontaveit, nelle partite precedenti.
La terra rossa di Stoccarda, molto veloce e abbastanza atipica anche per la condizione indoor, si è abbinata molto bene al gioco tanto aggressivo quanto spettacolare che Sabalenka può mettere in campo. Oggi nei momenti migliori era lei a dettare le condizioni, con Badosa che era riuscita a prendersi margine quando sul 3-2 l’aveva portata a uno spostamento importante sul dritto e approfittando del momento di nervosismo che Aryna stava vivendo. La colpa, alla fine enorme, della futura numero 2 del mondo è aver servito malissimo quando veramente contava. Giunta sul 5-3 con un 90% di punti vinti con la prima palla, è andata subito 15-0 ma da lì ha subito una risposta molto profonda proprio su una sua prima palla e sul 15-15 ha commesso doppio fallo, complicandosi ulteriormente la vita quando una nuova prima palla non entrata l’ha portata a rincorrere i dritti dell’avversaria. Salvate le due chance, è però crollata alla terza concessa mettendo appena lungo un rovescio in contenimento.
La spinta della bielorussa era di nuovo asfissiante, Badosa si è salvata salendo 6-5 e nel tie-break sembrava poter dirigere le operazioni ma dal 4-1 si è vista raggiunta e malgrado abbia fatto molto bene per andare 5-4 ha perso lo scambio più bello del match quando entrambe si sono superate: la spagnola pescava lungolinea molto buoni ma le risposte in diagonale della sua avversaria erano migliori e dal 5-5 rischiando a tutta con un ace di seconda e poi rispondendo profonda a una prima palla di Badosa, Aryna si è presa un pesantissimo primo parziale. Paula non incideva e non confermava un iniziale break di vantaggio, facendosi poi recuperare da 1-1 15-40. Cominciava una lunga fase dove i servizi la facevano da padroni e poi, sul 4-4, il momento di tensione al servizio avuto da Sabalenka ha creato una nuova palla break, propiziata anche da un nastro fortunosissimo della spagnola in risposta. Dal 30-40, però, la numero 3 del seeding è uscita dai guai con grande coraggio tra servizi e dritti imprendibili e, sul 5-4, ha approfittato di un pessimo game al servizio dell’avversaria, che ha chiuso addirittura con due doppi falli.
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