[3] I. Swiatek b. [24] S. Halep 7-6(6) 6-4
Iga Swiatek fa un altro scatto importante e dopo Doha si prende la finale nel WTA 1000 di Indian Wells, riportando la Polonia nell’ultimo atto del torneo californiano otto anni dopo Agnieszka Radwanska. Nuova prova di forza della ventenne polacca, che da giocatrice da terra battuta sta portando avanti un salto di qualità gigantesco in brevissimo tempo e, in questo inizio di 2022, l’ha vista già ottenere quattro semifinali e due finali, sempre presente tra le migliori quattro negli appuntamenti più “pesanti” (Indian Wells, Doha e Australian Open a gennaio). Fino al 2021 i migliori risultati sul cemento erano gli ottavi a Melbourne e a New York, il titolo 500 ad Adelaide, e qualche frammento di exploit qua e là.
Adesso, la ragazzina dalla periferia Varsavia sta proseguendo in una metamorfosi e una maturazione incredibile nei tempi, e nei modi. La partita vinta oggi contro Simona Halep è tutta fuorché banale, sebbene abbia pesato un po’ nel secondo set il calo fisico della rumena, dovuto a un fastidio alla coscia accusato fin dai primi palleggi del parziale. Però Swiatek nel complesso ha girato due parziali a suo favore, nel 7-6(6) 6-4 conclusivo, che pesano parecchio anche a livello mentale. Soprattutto nel primo set, quando è stata probabilmente “sotto” nella bilancia dell’equilibrio per quasi tutto il tempo. Simona non stava quasi patendo al servizio fino al 5-4 e servizio: aveva avuto un improvviso passaggio a vuoto sul 2-3 perdendo il game di battuta a zero, pochissimi scambi, molti errori. Iga però non scattava: fin dai primi punti stava faticando tanto con la percentuale di prime in campo, era arrivata anche al 33%; si salvava con la seconda palla con cui riusciva a stare sul 70% di punti vinti ma alla lunga non poteva reggere su questi ritmi.
La rumena era una macchina col pilota automatico inserito. Palleggi profondissimi, ritmo molto alto, e quando ha rotto le difese dell’avversaria che ha fatto volare via i primi dritti sul 4-2 ha fatto in fretta a ribaltare la situazione prendendosi due break e salendo 5-4 e servizio. Nel momento chiave del set però Swiatek ha completamente svoltato, giocando un game in risposta impetuoso. Fortunata nel primo dritto che ha preso proprio l’ultimo centimetro di riga, sul 30-15 ha trovato modo di aggredire sull’incrociato per proporsi poi a rete e chiudere la voleè. Approfittando di una seconda palla di servizio si è presa una chance del controbreak, realizzata anche “grazie” a una nuova seconda di Halep su cui ha trovato tanta profondità di colpi. Un game a zero, il primo della polacca, apriva le porte al tie-break, lì dove si è ricreato un microcosmo del set.
Simona è stata sempre avanti di uno o due punti, fino al 6-4, sfruttando gli alti e bassi del dritto dell’avversaria e mantenendosi costante negli ultimi centimetri di campo. Sul primo set point, però Swiatek ha costruito lo scambio fino ad avere la palla sul rovescio, giocata sull’incrociato e su cui Halep non ha potuto fare granché. Sul secondo, la numero 3 del seeding ha colpito perfettamente col rovescio, gestendo molto bene un nuovo colpo in avanzamento e chiudendo con la voleè di dritto. Sul 6-6, di nuovo è stata Iga a trovare grande profondità col dritto che le ha dato tempo di giocare sull’incrociato col rovescio e poi andare verso il campo aperto col dritto. Sul 7-6, infine, è saltata sopra una seconda palla troppo docile di Halep per affondare il proprio dritto.
Un ribaltone abbastanza inatteso al termine di un set che probabilmente Halep avrebbe meritato almeno in egual misura. Un parziale rigirato come un calzino da Swiatek che ha pesato tantissimo nell’economia del match. Gli scambi erano belli, la qualità abbastanza alta, e raramente Iga è stata in grado (in carriera) di prendersi una fetta così importante e con questa calma. Il passo in avanti forse più importante fin qui. E nel secondo set l’inerzia era da subito in suo favore. Halep aveva visivamente calato la spinta dei colpi, Swiatek sembrava gestire con maggiore respiro gli scambi e dopo aver mancato uno 0-30 nel primo game di risposta si è presa il break sull’1-1. In questi momenti Simona ha chiamato la fisioterapista, arrivata al cambio campo, per un fastidio alla coscia sinistra. Non è stata una lunga discussione, tra loro, e la fisioterapista si è subito rivolta all’arbitro chiedendo il tempo di un medical time out (3 minuti) per fasciarla. La pausa è durata molto meno. Halep è tornata in campo col volto seccato. Era “segnata”, ma ha avuto 10-15 minuti abbastanza positivi dove ha addirittura preso due break salendo 4-2 e Swiatek si lamentava parecchio della tensione nelle sue corde. La polacca forse era un po’ distratta, ma in generale appena toccava la palla col dritto questa volava via senza controllo e sono stati tantissimi i gratuiti da quel lato, forse vero lato negativo della sua serata, tanti concentrati in quei tre game da 2-1 a 2-4.
Molto importante, a quel punto, non aver lasciato andare Halep e il controbreak per il 4-3 ha fermato la rumena e riportato ordine nella testa della polacca, che trovava sempre più agio nel colpire verso il rovescio avversario o approfittando dei suoi ripetuti passi indietro che lasciavano tanto campo da coprire. Game a zero per il 4-4 e immediato 0-40 in risposta, col break che ha di fatto segnato la fine delle ostilità. Nel decimo game, al primo match point, Swiatek ha chiuso la pratica liberando tutta la propria gioia. Non è ancora certo se sarà lei la nuova numero 2 al mondo (dipenderà anzitutto dal risultato della seconda semifinale) ma in questo inizio di stagione è addirittura sopra, ai punti, ad Ashleigh Barty.
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