[20] T. Fritz b. [4] R. Nadal 6-3 7-6(5)
Diciamo subito che se sorpresa è stata lo è stata molto relativamente. Taylor Fritz, che da domani sarà numero 13 del mondo, naturalmente best ranking, ha battuto Rafa Nadal, dal canto suo tornato al numero, grazie al contributo di un bel po’ di colleghi. Del resto dall’inizio della carriera la metafora del toro accompagna il maiorchino, ma a contrario dello sfortunato animale i vari banderilleros infilzavano riuscivano sì a ferire Rafa, ma poi era lo stesso il torero a finire infilzato nell’atto finale. Qui però ci si sono messi davvero in tanti contro il povero Rafa: ha cominciato Korda, che era avanti 5-2 e servizio nel terzo, hanno proseguito Evans e Opelka, e poi ci si sono messi persino Kyrgios e Alcaraz a sfiancare il pvoero Rafa. Nel frattempo Fritz completava un percorso ben diverso, complicato più che dal solito Rublev da de Minaur, figuriamoci, e Kecmanovic. Ma niente di che, lo statunitense si è presentato ai blocchi di partenza con un certo cipiglio ed è volato subito 4-0 con Rafa che proprio faceva fatica a mandare la palla dall’altro lato, e non solo per via del solito vento.
Naturalmente il toro non si arrende senza lottare, Rafa ha chiesto al suo fisico le ultime energie e alla sua intelligenza di colmare una volta di più il gap evidente e la cosa gli ha consentito di rendere più normale la sconfitta del primo set e soprattutto di tenere in campo per due ore il buon Fritz. Dopo aver vinto il primo set Fritz è stato bravo a non scomporsi sul ritorno di Rafa e a gestire un nervosismo che probabilmente si aspettava, magari aiutato dal fatto che solo sei mesi fa era nello stesso posto a giocarsi lo stesso titolo. L’esperienza è servita, perché Fritz ha recuperato un paio di game che si erano messi molto male, facendo persino dei prodigi sotto rete, giocando di riflessi con Nadal. Ma il problema dello spagnolo era quello di non riuscire a produrre la stessa intensità su ogni palla, finendo per alternare i soliti splendidi punti di dritto ad errori insoliti, se non si tenesse conto di quanto accennato. Fritz ha avuto un primo match point nel decimo game, e Nadal lo ha annullato come mille volte gli abbiamo visto fare, aggredendo con lo schema servizio-dritto, ma è arrivato al secondo, venti minuti dopo, quando pareva che la partita gli fosse sfuggita di mano, cioè sul 4-5 e servizio Nadal. Fritz è stato enormemente aiutato da Rafa, che con due servizi a disposizione prima non chiudeva un facile dritto a volo, stremato però da uno scambio di quasi venti colpi, e poi steccava, sempre col dritto, un palleggio profondo certo, ma che qualche attimo prima aveva gestito con la solita grande maestria. Fritz ha giocato il secondo match point col servizio e con saggezza, spigendo non troppo il dritto lungolinea dopo il servizio, con Rafa che non riusciva a recuperare campo.
Uno statunitense torna quindi a vincere a Indian Wells, dopo Agassi nel 2001, e si tratta di uno nato non troppo lontano dai campi ventosi, troppo ventosi, del deserto californiano. Fritz sembra più vecchio di quello che è perché già a 18 anni frequentava il circuito con ottimi risultati, anche se i miglioramenti sono stati molto lenti. Però ha solo 24 anni, anche lui potrà giocarsi le sue carte in questa fase di passaggio.
Nadal chiude la sua serie di vittorie alla ventunesima partita e aveva già annunciato che per il cemento basta così. Lo rivedremo a Monte Carlo, ma l’amata terra rossa, per il nuovo Nadal, aggressivo ma con qualche difficoltà in più in difesa, potrebbe essere più complicata da gestire. Vedremo presto quanto è corta la coperta.
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