Purtroppo lo sappiamo che nel rinascimento italiano non è previsto un doppio competitivo. Anche stavolta ci siamo presentati con due giocatori generosi, che hanno fatto quello che potevano e che però non era chiaro come potessero vincere. Berrettini e Bolelli hanno anche fatto più di quanto si temesse, soprattutto dopo un primo set giocato davvero male, ma Peers e Saville hanno dato una mano ai nostri a restare in partita giocando maluccio anche loro. Ma è stato sufficiente il break a freddo nel primo set e un undicesimo game del secondo giocato dio solo sa come per dare la vittoria agli australiani, che così finiscono in testa al girone insieme alla Russia, anche se indietro nella differenza set, che speriamo alla fine conti qualcosa. Per l’Italia adesso è ovviamente tutto complicato, perché vincere le due restanti partite potrebbe non bastare. E contro Medvedev non è che si parta favoriti a dirla tutta.
Non sono queste le partite in cui Sinner deve mostrare i suoi progressi ma naturalmente rimane un buon segnale la facilità con cui il giovane alto atesino si è imposto su Max Purcell, più a suo agio nel doppio e con l’aria di essere stato strappato alle spiagge australiane, Covid o non Covid. Inutile raccontare una partita che non c’è stata e non poteva esserci, considerato il divario tra i due, usata da Sinner per una buona sgambata e per provare qualcosa che potrebbe tornare utile in altre occasioni, come alcuni tentativi di seguire a rete dei colpi profondi, non tutti particolarmente riusciti. Purcell – numero 176 del mondo, meglio ricordarlo – non ha sostanzialmente mai fatto il punto quando lo scambio è salito sopra i cinque colpi ma è impossibile trovare un aspetto del gioco in cui c’è stata partita. Del resto l’ultima partita a livello ATP dell’australiano era stata ad agosto proprio contro Sinner, a New York. Aspettiamo altri esami, anche se la particolare formula dell’ATP Cup non permetterà a Sinner incontri tanto più complicati di quello di oggi.
Molto diverse le difficoltà che ha incontrato Matteo Berrettini, alle prese con un buon de Minaur e al ritorno dall’infortunio che l’aveva fermato contro Zverev alle ATP Finals torinesi. Berrettini ha iniziato lentamente, ripresentando i soliti problemi di mobilità di cui ha approfittato perfettamente l’australiano, brekkando nel quarto game e limitandosi a servire in modo robusto nei rimanenti game del set. Berrettini ha utilizzato il set cercando di ritrovare timing e convinzione ma senza mai impensierire davvero de Minaur, che ha chiuso al secondo set point un set in cui Berrettini è arrivato solo una volta a 30 in risposta.
Matteo ha iniziato il secondo set con un altro cipiglio ma de Minaur non si è scomposto, e nonostante un paio di prodezze dell’italiano ha continuato a seguire il suo piano tattico, che prevedeva appunto il servizio solido e il tentativo di approfittare degli eventuali cali alla battuta di Berrettini. Il tutto si è concretizzato nel settimo game, quando delle risposte profonde hanno messo in difficoltà Berrettini che ha provato sulla palla break a spingere ma ha trovato un muro dall’altra parte, finendo per sbagliare di qualche centimetro un dritto lungo linea. Se non è bastato questo a chiudere il match è stata tutta colpa di de Minaur che nel decimo game combinava una serie di disastri, con un doppio fallo perdeva il servizio a zero e riapriva il match. Berrettini non poteva che ringraziare teneva con grinta il servizio, aveva persino la possibilità di pareggiare il conto dei set nel dodicesimo game, quando un frettoloso e sempre più preoccupato de Minaur faceva fatica a mantenere la lucidità ma poi cedeva al tiebreak rinviando al doppio il compito di stabilire il vincente della contesa.
in aggiornamento
Gruppo B
Australia b. Italia 2-1
J. Sinner b. M. Purcell 6-1 6-3
A. de Minaur b. M. Berrettini 6-3 7-6(4)
J. Peers/L. Saville b. M. Berrettini/S. Bolelli 6-3 7-5
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