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L’ITF rinuncia a tutti i tornei in Cina nel 2022. Nessuna motivazione fornita

Giusto un paio di giorni fa David Haggerty, presidente dell’ITF e membro del Comitato Olimpico Internazionale, dichiarava che al contrario di Steve Simon, CEO WTA, non avrebbe tolto il tennis dalla Cina per non danneggiare il miliardo di persone (e più) presenti nel paese asiatico.

Oggi, nel silenzio generale, è arrivata invece una comunicazione della stessa ITF a giocatori e giocatrici: nel 2022 non si terrà alcun evento ITF maschile e femminile in Cina.

Non è stata fornita una vera motivazione. Si potrebbe pensare a un tentativo un po’ mascherato di voler seguire la protesta della WTA contro il governo cinese ma l’altro grande problema attuale a livello globale, e nella Cina in particolare modo, sono le restrizioni dovute alla pandemia di covid-19. L’ultimo torneo professionistico in Cina è stato il WTA International di Shenzhen del 2020, nella prima settimana della stagione. Gli ITF in Cina non si tengono dal 2019 per ovvi motivi e il paese è ancora sotto una rigidissima chiusura dei confini.

Se la WTA ha ufficialmente sospeso i propri tornei in maniera indeterminata finché non avrà sviluppi positivi sulla questione Peng, questo sembra più un tentativo per rinunciare a cuor leggero a qualcosa che probabilmente avrebbero fatto molta fatica a mettere in piedi. La WTA ha interessi enormi in Cina e, va ricordato, solo due settimane prima che esplodesse il caso aveva rinnovato il contratto alle WTA Finals di Shenzhen fino al 2030 per far recuperare le edizioni perse a causa del covid-19. Questo allontana possibili confronti veri tra le due entità. Tra l’altro il calendario ITF è molto più “fluido” rispetto a WTA e ATP perché i suoi tornei sono segnati anche dai periodi. I costi sono minori, non ci sono reali appuntamenti che segnano il calendario come gli Slam nel circuito maggiore, un torneo ITF di basso livello può trovarsi senza sponsor all’ultimo momento e non poter pagare le spese. Un’eventualità, questa, che in una pandemia diviene tristemente all’ordine del giorno.

Cancellare gli eventi in Cina per il 2022 e farlo con un avviso così scarno e lontano dai riflettori può essere quindi indice di più dettagli. A giudicare però dalle parole di Haggerty di appena un paio di giorni fa, è un po’ difficile credere a un improvviso cambio di rotta così grande. Soprattutto per la posizione che il presidente ITF ha nel CIO, e come Pechino sia a meno di 60 giorni dall’inizio dei giochi Olimpici invernali.

Allo stato attuale, dunque, solo l’ATP rimane senza una decisione presa sulla Cina per (almeno) la prossima stagione.

Diego Barbiani

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