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Caso Peng, Steve Simon alla CNN: “Siamo fieri di lei”. Djokovic: “Noi con la WTA”. Il governo cinese si infuria

Il day after della storica decisione di Steve Simon di sospendere tutti i tornei WTA sul suolo cinese e di Hong Kong finché non verrà fatta luce sulla vicenda riguardante la sparizione di Peng Shuai ha, come prevedibile, strascichi importanti a livello sportivo e non.

La decisione senza precedenti del CEO dell’associazione tennistica femminile è un terremoto nelle loro casse, ma una mossa anche per provare a difendere quanto più possibile i diritti della sua giocatrice, vittima dal 2 novembre di una censura totale in Cina e di cui da un mese non si sa più nulla se non per qualche foto e video con poca chiarezza emanati da organi governativi.

La CNN, una delle reti televisive mondiali assieme alla BBC che più di tutte ha raccontato degli sviluppi della vicenda, ha intervistato nella nottata italiana proprio Simon. Ribadito che la decisione è dovuta arrivare per la scarsa chiarezza e collaborazione del governo di Pechino, ha poi ribadito la parte del comunicato in cui specifica: “Se persone di potere possono sopprimere la voce delle donne e spazzare via le loro accuse di molestie sessuali sotto il tappeto, allora le basi su cui la WTA si fonda – equità per le donne – soffrirebbe un importante passo indietro. Io non posso e non potrò permettere che questo accada alla WTA e alle sue giocatrici”.

“Penso che sia stato molto chiaro: se le autorità cinese continueranno a non trattare le accuse con serietà e noi non avremo contatti con Peng, noi taglieremo i rapporti lavorativi con loro. Il comunicato riflette quello che per noi è giusto. Noi vogliamo sospendere i nostri rapporti così che le autorità cinesi possano fare chiarezza sulla questione. Noi vogliamo sperare che ciò accada, perché a noi farebbe molto piacere continuare ad avere rapporti con la Cina”. In questo passaggio, è bene ricordare, Simon fa una distinzione importante: da una parte ci sono le autorità governative cinesi, che non stanno facendo nulla per rispondere ai suoi appelli, ed è contro di loro che ha scritto quel comunicato; dall’altra ci sono invece i tornei, le persone che lo stesso Simon ha più volte incontrato, i direttori e gli organizzatori, agenzie che hanno permesso in questi anni di produrre eventi con enorme dignità. Malgrado loro subiscano la decisione della WTA, Simon ci tiene a questa distinzione per non fare di tutta l’erba un fascio. “Questo è qualcosa che va per i principi per cui siamo stati fondati”.

La giornalista della CNN, Erin Burnett, ha ricordato a Simon come lui in questo momento stia mettendo da parte un contratto da un miliardo di dollari (quello delle WTA Finals a Shenzhen) e che dei 15 sponsor e partner dei giochi olimpici di Pechino nessuno si è esposto sulla questione tra cui diverse aziende americane. Il CEO ha replicato: “Penso che la nostra posizione sia molto molto chiara. Posso solo immaginare l’enorme forza delle emozioni che Peng Shuai sta provando in questo momento. Speriamo sappia che niente di tutto ciò è colpa sua, e che anzi siamo veramente orgogliosi di lei, ma questo è qualcosa che noi non possiamo lasciar correre”. La giornalista ha poi riferito del Comitato Olimpico e del suo atteggiamento per introdurre un nuovo commento che Dick Pound, membro del comitato, ha rivolto loro di recente: “Il consenso generale delle persone coinvolte nella video-chiamata è che lei stia bene, assolutamente non sotto alcuna costrizione o confinamento e questa è la migliore prova che abbiamo, molto più di quelle persone che non hanno avuto contatti e fanno solo ipotesi”. Simon ha replicato: “Può avere l’opinione che vuole. È bello vederla, nelle foto e video che confermano sia a Pechino e che sembra mostrare che non abbia subito alcunché a livello fisico. Può cambiare la mia posizione che quanto vediamo sia orchestrato? No, e di nuovo: finché non possiamo avere conferma che sia libera da costrizioni o intimidazioni o censura noi non saremo mai a posto”.

Pound ha poi rivelato di non sapere che nella prima mail rivelata al pubblico dalla tv di stato cinese Peng, secondo i media, avrebbe ritrattato le accuse di molestie. Un nuovo atteggiamento che mette in dubbio la sua posizione nei confronti della storia. Simon ha replicato: “Non sono sorpreso, ma già solo che lei possa aver ritrattato tutto per dire che vuole privacy per noi riflette chiaramente qualcosa di orchestrato e che lei sia censurata in qualche modo”.

In risposta, il CIO ha scritto un nuovo comunicato dove per la prima volta menziona di una seconda video-chiamata con Peng, avvenuta nella giornata dell’1 dicembre, dove di nuovo la tennista cinese avrebbe ribadito di star bene. Questa volta non c’è alcuna documentazione al seguito, nemmeno la foto proposta ormai 10 giorni fa dagli addetti stampa.

PER DJOKOVIC LA WTA È DALLA PARTE GIUSTA

Nella conferenza stampa a margine della vittoria ai quarti di finale della Coppa Davis della sua Serbia contro il Kazakistan, il numero 1 del mondo Novak Djokovic dopo aver già ampiamente mostrato vicinanza alla WTA durante le ATP Finals di Torino è tornato sulla questione come co-fondatore della PTPA (Professional Tennis Players Association): “Supporto completamente la presa di posizione della WTA perché ancora non ci sono abbastanza informazioni che certifichino il benessere e la salute di Peng Shuai, e la sua salute è la cosa più importante per noi. Non vedo nulla di sbagliato nella presa di posizione della WTA, e chiunque, anche l’ATP, che chiede chiarezza su quanto sta avvenendo. Non abbiamo abbastanza informazioni ed è molto coraggiosa questa presa di posizione da parte della WTA. Non ho ancora letto la notizia, ma sono pienamente dalla loro parte. Credo sia fondamentale che in queste cose ATP, WTA, PTPA, tennisti e tenniste possano supportarsi”.

IL GOVERNO CINESE: “DECISIONE SU SPECULAZIONI POLITICHE”

È arrivato anche, tramite il Global Times (portale di informazione cinese legato al governo di Pechino), l’editoriale di risposta da parte della Cina alla decisione della WTA. Un lungo scritto che, ancora una volta, tratta la questione in maniera marginale, ribaltando la realtà proposta e continuando a spingere fuori dai confini nazionali perché venga imposta una visione diversa della situazione: è la WTA che sta coercizzando Peng a dire di essere sotto ordine della Cina. Ovviamente, nulla di tutto ciò è comparso dentro i confini cinesi dove, ricordiamo, nessuno può parlare di Peng.

“Anche se la WTA non avesse cancellato i suoi tornei in Cina, molto difficilmente si sarebbero disputati a causa delle restrizioni imposte contro la pandemia di covid-19.
Simon sta operando un boicottaggio di alto livello tornei che avrebbero comunque una scarsa probabilità di essere disputati. Non ci sarebbe alcun vero danno economico per la WTA, ma gli permette di conquistare attenzione a livello internazionale mostrandosi come eroe in difesa dei cosiddetti diritti umani.
Questioni sportive dovrebbero essere considerate come tali. […] Alcune potenze occidentali stanno già chiamando per un boicottaggio delle Olimpiadi invernali di Pechino 2022. Il loro gesto è stato fortemente criticato dal Comitato Olimpico Internazionale come quelli di varie nazioni e tanti atleti attorno al mondo. Per questo le Olimpiadi si terranno. Qualche nazione come gli Stati Uniti stanno pensando a un boicottaggio diplomatico che però ha preso solo poco supporto e questo non comporterà rischi al successo della nostra edizione.
Il radicalismo espresso dal capo della WTA va contro i principi delle Olimpiadi di Pechino. Rifiutano a credere alla narrativa della situazione personale di Peng espressa nel video con il capo del CIO Thomas Bach. La WTA sostiene che Peng non sia libera, sotto coercizione. Hanno agito come espressione dell’opinione pubblica dell’occidente contro la Cina. Stanno ripetendo i soliti vecchi trucchi e ancora una volta vogliono creare il precedente per un boicottaggio olimpico.
La WTA ha messo in scena un esagerato teatrino. Per enfatizzare ancor di più hanno pubblicato alcune informazioni private di Peng. È la WTA che ritiene non credibile che Peng stia bene e sta spingendo che lei sta recitando una parte. Le loro azioni stanno pesantemente coercizzando Peng e privando di liberà di espressione, costringendola a lamentarsi secondo la loro volontà e le aspettative del mondo occidentale. Peng è destinata ad avere rapporti con l’occidente, per cui la WTA le sta dicendo che se vuole soddisfare gli standard occidentali deve accusare la Cina.
Il mondo sta vivendo una fase di nuove divisioni e la WTA sta puntando su questo per espandere la sua influenza portando fortemente la politica nel tennis femminile e ponendo un cattivo esempio per tutto lo sport internazionale. Stanno aprendo il vaso di Pandora, stanno tradendo i valori dello sport olimpico”.

Diego Barbiani

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Diego Barbiani
Tags: Peng Shuai

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