[8] A. Kontaveit b. [2] B. Krejcikova 6-3 6-4
Si è alzato il sipario sulle WTA Finals di Guadalajara e il primo match di giornata era già da prendere con molta attenzione perché Barbora Krejcikova e Anett Kontaveit dovevano in qualche modo togliere la maschera su questa località così atipica e diversa dal 99% del circuito maggiore femminile. Soltanto a Bogotá, in Colombia, si gioca a un’altura superiore e nessun torneo oltre i 250 è in programma dal Messico “in giù”, rendendo una grande incognita sulle condizioni che le prime giocatrici potevano effettivamente trovare. Era una prova del nove generale, Paula Badosa era in tribuna per cercare di prendere più visione di cosa è la partita rispetto all’allenamento, lì dove Maria Sakkari aveva dichiarato che sì, la palla vola tanto, e probabilmente questo torneo verrà deciso da chi riuscirà ad accettare di vedere qualche colpo che scappa via senza gran controllo.
Oltre all’aria rarefatta e allo scarso attrito, c’è da considerare un rimbalzo che sembra tendere molto in alto, uscendo dalla zona di “comfort” ginocchio-spalla. Krejcikova, che per stile ha una palla piatta e molto regolare, oggi è andata subito in affanno. Non è un buon momento per lei, dopo Indian Wells ha voluto tenersi per la Fed Cup ma nel match d’esordio contro Angelique Kerber ha finito con qualche dolore alla coscia sinistra e pochi giorni dopo perdeva anche contro Belinda Bencic, e oggi ha continuato il trend con un 6-3 6-4 in favore di Kontaveit e di fatto mai in discussione.
L’estone veniva da 10 risultati utili, da una scia di 26 vittorie in 28 partite e il morale a mille per un finale di stagione sopra ogni aspettativa, ma il fattore che forse gioca più a suo favore è questa sensazione di essere nel miglior momento della carriera e dove tutto può sembrare facile. Per lei la fase di adattamento non c’è stata, ha subito dominato lo scambio e controllato molto bene la palla nei suoi rimbalzi e profondità. Faceva male, soprattutto col rovescio, ma l’allungo sul 2-1 è giunto grazie ai tanti errori in lunghezza di una Krejcikova fuori fase. Non sembrava sentire la palla, ci saranno 34 errori gratuiti in tutto il match, e in generale per lei spingere un po’ voleva dire prendere rischi enormi dove il margine era ridotto quando andava bene a qualche centimetro rispetto alle righe.
Non era probabilmente questo il modo di imporsi in questo genere di campo, ma di fatto non ha uno stile che le possa dare spazio di manovra. È un tennis brillante quando riesce, piacevole da vedere realizzare nelle traiettorie tese e quella palla che fila via prendendo ulteriore pericolosità qui, ma i momenti in cui è stata efficace si sono contati sulle dita di una mano. Il primo momento positivo, per lei, è stato sul 4-2 Kontaveit dove l’estone comunque si difendeva e non le dava spazio per prendere la rete, oggi rimasta troppo lontana dalle sue azioni. Barbora faceva il suo andando 3-5, ma al servizio per il set Anett giocava tre ace e una seconda con rimbalzo alto e al corpo: questo è essere in fiducia.
Per Krejcikova i problemi proseguivano. Già nel primo game del secondo set il gioco era molto alternato e sul 40-30 si giocava la chance di partire avanti facendo doppio fallo e subendo poco dopo il nuovo break. Kontaveit ha concesso nulla da qui in avanti: Krejcikova salvava il turno di battuta sull’1-3 e in qualche modo si trovava 0-30 in risposta nel sesto game, con una risposta di riflesso vincente e una smorzata, ma l’avversaria tornava immediatamente in parità e, seppure costretta ai vantaggi, teneva il game portandosi 4-2. Pochi minuti dopo, malgrado un doppio fallo per lo 0-15, ha messo insieme quattro punti per il 5-3. Sul 5-4, al servizio per il match, un po’ di tensione è sopraggiunta ma, rispetto alle volte precedenti, era dettata da due ottime soluzioni trovate dalla ceca nei primi punti che le avevano permesso di andare 15-30. Nel quarto punto, però, la difesa in slice di Kontaveit ha forse fatto pensare un po’ troppo l’avversaria che aveva sì il lungolinea di rovescio libero ma la palla era molto bassa e ha tentato l’incrociato, steccando e lamentandosi con se stessa per non aver scelto la prima opzione. Sul 30-30 Krejcikova ha giocato lunga la risposta a una seconda palla che viaggiava attorno ai 110 chilometri orari e, sul primo match point, Kontaveit ha chiuso raccogliendo l’ultimo gratuito della sua avversaria.
La partenza, per lei, è ottima e il non aver lasciato set per strada può già far diventare decisiva la prossima gara. Krejcikova, invece, dovrà fare affidamento al proprio serbatoio di energie e vedere cosa è rimasto, perché lei che è in campo sia in singolare che in doppio sarà chiamata a sei giorni consecutivi di gare e una partenza così complicata può magari indirizzare anche involontariamente il peso della situazione.
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