La prima tornata di quarti di finale nel WTA 1000 di Indian Wells è stata caratterizzata da due partite di gran spessore.
Victoria Azarenka e Aljona Ostapenko sono le prime due semifinaliste e coincidenza vuole che per entrambe sia il miglior risultato in un WTA Mandatory da Miami 2018. Al di là delle pieghe delle due carriere da allora, probabilmente nemmeno per la lettone, maggior accreditata tra le due a fare un buon cammino al via, la strada verso la semifinale sembrava effettivamente fattibile.
Per la campionessa del Roland Garros 2017 il torneo è svoltato però nel giorno del match contro Iga Swiatek. Una partita comunque fattibile, dove però ha finito per essere nettamente superiore nell’aggressività in risposta. Oggi, ancora una volta, il proprio gioco spettacolare è emerso e ha dominato la scena: addirittura 51 i vincenti totali nel 6-4 3-6 6-3 ai danni di Shelby Rogers, unica giocatrice fuori dalle teste di serie ma vera mina vagante ormai dei vari tabelloni su cemento americano.
Impressionante la partenza fino al 5-1, altrettanto pesante e netta la rimonta da 1-3 0-40 al terzo set. I suoi alti e bassi canonici sono avvenuti perlopiù nel secondo set, ma tanto era merito della sua avversaria che soprattutto quando è libera di appoggiare bene le gambe al terreno e colpire è piuttosto pericolosa, traendo un ottimo rendimento al servizio e raccogliendo gli errori ben più frequenti della sua avversaria. Quando però l’inerzia sembrava dalla sua, la numero 24 del seeding ha ritrovato la scintilla e ha salvato un turno di battuta pesantissimo nel terzo set, con quattro palle break cancellate e da lì il via per altri quattro game dove non ha mai perso più di due punti. Un rientro, questo, che ha ricordato anche il loro precedente del 2018 a Charleston quando Ostapenko in quella circostanza era sotto addirittura 1-5 e match point per Rogers finendo però per vincere al tie-break decisivo.
Tra i vari aspetti positivi, per Aljona (che ricordiamo sempre essere il suo vero nome di battesimo, cambiato in Jelena per questioni burocratiche della Lettonia di quel periodo), anche quello più tecnico relativo al ranking. Questa e la prossima settimana aveva poco meno di 500 punti in uscita per i punti della finale a Linz e la vittoria in Lussemburgo del 2019. Questa semifinale non solo le regala 390 punti, ma essendo il torneo Mandatory potrà contare su questo totale per 52 settimane lasciando spazio per aggiungere altri punti nella categoria “altri risultati”.
Azarenka invece non arrivava in California con un buon feeling. Il suo obiettivo era provare qualcosa prima della fine della stagione, gli infortuni anche recenti avevano parecchio minato la sua condizione e dalla quarantena fatta a Melbourne a inizio anno il suo 2021 era stato troppo costellato di problemi, l’ultimo proprio due settimane fa a Chicago. Adesso, invece, scenderà in campo probabilmente da favorita per prendersi la finale di un Mandatory che potrebbe essere la prima da Miami 2016. Importante per lei il successo 6-4 6-2 contro Jessica Pegula, perché vendica la sconfitta che subì al primo turno dell’Australian Open dello scorso febbraio quando già la schiena le stava dando diversi fastidi.
La statunitense per la prima volta in questo torneo è apparsa un po’ più sulle gambe e i suoi colpi non avevano efficacia, spesso sotto pressione a causa di un servizio che risultava un cioccolatino per la bielorussa. Così, dal 2-0 per la numero 19 del seeding si è passato velocemente al 4-2 per la 27, con tanta buona gestione da lì a fine gara. Azarenka e Ostapenko si sono affrontate solo una volta, nel primo turno del Roland Garros 2019, con la ex numero 1 del mondo che si era imposta in due set molto tirati. Venerdì il secondo atto.
Risultati
[27] V. Azarenka b. [19] J. Pegula 6-4 6-2
[24] A. Ostapenko b. S. Rogers 6-4 3-6 6-3
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