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WTA Madrid: Mertens non recupera dalla maratona. Sabalenka, semifinale con Pavlyuchenkova

[5] A. Sabalenka b. [13] E. Mertens 6-1 4-0 ritiro
A. Pavlyuchenkova b. K. Muchova 7-6(4) 7-6(2)

Gli ultimi due quarti di finale del WTA 1000 di Madrid sono stati, entrambi, condizionati dalla scelta abbastanza evitabile degli organizzatori che nella nuova programmazione del torneo spalmato su nove giorni hanno deciso comunque di mettere gli ultimi ottavi di finale, i quarti e le semifinali nell’arco di 48 ore.

L’evento gli ultimi anni aveva sempre un sovraffollamento di partite con anche la vicinanza dei tornei della settimana precedente, quest anno avendo deciso di partire di giovedì c’erano nove giorni in tutto per arrivare alla finale. Se i primi due turni sono stati ben spalmati tra giovedì-venerdì (primo turno) e sabato-domenica (secondo), a quel punto con tutta la settimana davanti per arrivare al sabato il risultato è stato una giornata odierna che ha risentito pesantemente di quanto avvenuto ieri.

Già il match tra Anastasia Pavlyuchenkova e Karolina Muchova sapeva di “brutale”. Ieri la russa era scesa in campo dopo le 5 del pomeriggio per oltre due ore e mezza contro Jennifer Brady, ha vinto e oggi con anche il doppio in programma il suo match di singolare è stato fissato alle 3 del pomeriggio. La ceca, alla fine, era stanchissima e comunque ha avuto chance importanti per ritrovarsi in un nuovo terzo set che, a quel punto, avrebbe significato il male di entrambe perché la vincente (Pavlyuchenkova) dovrà scendere in campo giovedì alle 19 per la semifinale. Questo perché si è deciso di dare un giorno di pausa al torneo nel venerdì.

Pavlyuchenkova si è imposta 7-6(4) 7-6(2), ha salvato ottimamente tre set point nel set d’apertura sul 5-6 quando era sempre in attacco e non ha dato modo a Muchova di costruire il punto a suo modo, poi nel secondo ha avuto un calo ma la ceca non aveva più gambe e dal 4-1 e servizio non è riuscita a concretizzare il doppio break di vantaggio o tenere la battuta quando ha servito sul 5-4 e 6-5. In ritardo, spesso fuori tempo e con soluzioni sì spettacolari ma anche sfortunate come la voleè di in salto sul 6-5 15-15 non definitiva e su cui Pavlyuchenkova si è avventata giocando un ottimo passante di dritto in slice che ha pizzicato il nastro e ha tolto la possibilità di una comoda chiusura alla ceca. In quei frangenti finali, poi, la russa viaggiava forte e colpiva molto bene la palla, sfondando la difesa avversaria con buona facilità. Nel tie-break la differenza è stata ancor più netta e ha girato già avanti 5-1, chiudendo pochi minuti dopo per la prima semifinale a questo livello da Cincinnati nel 2010.

Conto di lei ora Aryna Sabalenka, che ha purtroppo visto il suo match fermarsi sul 6-1 4-0 quando il fisico di Elise Mertens ha alzato bandiera bianca, fortemente provato dalla durissima partita di ieri pomeriggio contro Simona Halep. C’era ben poco da fare anche senza infortunio, perché il livello della bielorussa fin qui è stato straordinario: 6-1 6-2 al primo turno, 6-3 6-3 al secondo, 6-1 6-2 al terzo e oggi 6-1 4-0. Oltre 120 vincenti in quattro partite, un’aggressività che fin qui ha sempre pagato e l’ha portata a giocarsi la semifinale più pesante della carriera. Nel secondo set la belga, tra l’altro grande amica di Aryna, è stata medicata e fasciata alla coscia, ma c’era veramente poco da fare.

Dopo la risposta vincente del 4-0, Sabalenka stava andando a prendere le palline per servire quando Mertens si è diretta verso la sua panchina. L’arbitro ha dovuto richiamare Aryna per dirle che il match era finito e lei c’è rimasta malissimo, andando subito verso l’avversaria per abbracciarla e dirle due parole, con pochissima voglia poi di sorridere e parlare. Era il giorno del suo compleanno (auguri, a proposito) e lo festeggiava giocando una partita di alto valore contro una giocatrice con cui dal 2019 ha condiviso tanti momenti in doppio e singolare, essendo anche state sempre molto vicine nel ranking. Purtroppo stasera è terminata così.

Diego Barbiani

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