[1] A. Barty b. [9] P. Kvitova 6-1 3-6 6-3
[WC] P. Badosa b. [8] B. Bencic 6-4 7-5
Fino al 2019 se qualcuno avesse chiesto ad Ashleigh Barty un commento sulla stagione sulla terra rossa, l’australiana avrebbe scherzato rispondendo: “Ogni settimana sul rosso, è una settimana più vicina alla stagione su erba”. Quell’anno non aveva nemmeno intrapreso una piena parte di terra battuta saltando tutti i tornei tra Miami e Madrid per concentrarsi sulla semifinale di Fed Cup tra Australia e Bielorussia, giocata a Brisbane. Quando poi è arrivata a Parigi e il tabellone si è svuotato delle protagoniste più attese lei è riuscita ad arrivare fino in fondo e dominare, un po’ a sorpresa, la finale contro Marketa Vondrousova, molto più adatta alla superficie ma tradita dalla tensione della finale più importante della carriera senza aver mai messo piede in uno stadio così “pesante”.
C’erano domande e curiosità sul ritorno di Barty, nel frattempo diventata numero 1, sulla terra e fin qui ‘Ash’ ha fatto benissimo il suo dovere. I quarti di finale a Charleston sono stati l’antipasto del titolo a Stoccarda e ora della semifinale a Madrid. Contando solo la terra rossa, è arrivata ora a 15 successi consecutivi, l’ultimo battendo 6-1 3-6 6-3 Petra Kvitova nel quarto di finale del WTA 1000 di Madrid. Un match abbastanza chiaro nel suo sviluppo fin dalle prime fasi, dove la ceca doveva cercare di limitare al massimo i propri up&down per non lasciar scappare un’avversaria che al momento appare molto solida e spesso impeccabile nelle scelte.
I primi game di Kvitova, invece, sono stati molto negativi. Gli errori fioccavano, e purtroppo per lei erano spesso gravi e vistosi. I primi punti ad aprire il proprio match al servizio sono stati due doppi falli consecutivi, un dritto lungo e una risposta di rovescio in top spin vincente subita. Barty allungava sul 3-0, approfittava poi di dritto e servizio ancora molto fallosi per arrivare fino al 5-0, lì dove subiva la prima piccola beffa di giornata quando girando perfettamente lo scambio con un lob difensivo ha poi perso di vista la palla sul contro lob della ceca, a causa del sole, e ridendo poi di se stessa per la figura fatta. Passato quel momento, è tornata autorevole col proprio servizio chiudendo il set alla prima occasione.
Il secondo parziale ha finito per essere il più regolare. Kvitova era riuscita a sbloccarsi, a crescere di livello e a fare molto più male sulla risposta, inchiodando con maggiore frequenza l’australiana sul proprio lato sinistro e perdendo campo. Il break sull’1-0 ha segnato il parziale e non c’è stato nessun rischio per lei alla battuta, prendendosi meritatamente il pareggio. A inizio del terzo, però, il nuovo cambio di protagonista è nato con una Barty che era cresciuta parecchio in fase difensiva e ha girato a suo favore alcuni scambi che fino a qualche minuto prima la vedevano soccombere. La fiducia ritrovata ha poi corretto diversi aspetti del suo gioco, tra cui lo slice difensivo di rovescio finalmente tornato radente e di difficile gestione. Kvitova, invece, ricominciava a disunirsi, a sbagliare di più e a essere troppo in affanno quando lo scambio non dipendeva più da lei.
Ha perso la battuta per il 2-0 Barty, che ha poi cancellato con tanto coraggio un’immediata chance di controbreak con un ace di seconda, e dopo essersi sbloccata è riuscita a riprovare un attacco in risposta grazie a un passaggio a vuoto dell’avversaria che sul 3-1 perdeva la misura del dritto e sullo 0-15 per raggiungere una palla con uno strano effetto della ceca ha sì colpito lo smash che sarebbe stato vincente, ma è poi franata sulla rete. Dopo questo secondo goffo momento di giornata ha perso il servizio, ma sul 3-2 si è subito ripresentata pericolosa in risposta, prima sullo 0-15 e poi sul 15-30. Il pasticcio finale però è arrivato da Kvitova, che ha mandato lungo un dritto in fase di palleggio sul 30-30 e si è ritrovata di nuovo sotto tanta pressione, salvandosi sulla prima e sulla seconda palla break concessa, ma lasciandosi passare da un gran lob per la terza chance e venendo colpita dallo slice di rovescio di Ashleigh, che stavolta non si guardava più indietro.
L’ultima fiammata di Kvitova erano i due match point salvati sul 2-5, in un game cominciato malissimo e chiuso prendendo solo righe, ma sul 3-5 non ha avuto mezza chance con Barty subito sul 40-0 e che ha chiuso al quarto match point complessivo. In semifinale l’australiana se la vedrà con l’ultima giocatrice capace di batterla sulla terra battuta: Paula Badosa. La spagnola, prima giocatrice “di casa” a raggiungere la semifinale, si è imposta 6-4 7-5 su Belinda Bencic, continuando il suo cammino da wild-card con una prestazione quasi perfetta contro la numero 8 del seeding, che dopo un paio di turni in cui le è girato tutto piuttosto bene (se l’era cavata contro Bernarda Pera mentre ieri contro Ons Jabeur era tutto in equilibrio quando la tunisina è stata costretta al ritiro) oggi è capitolata venendo esposta troppo spesso alla debolezza di un dritto mai perfettamente inquadrato e dove concedeva tanto campo alla rivale.
Non è stata una partita bellissima, ma Badosa poteva anche trovarsi 6-2 3-0 e servizio se non avesse tremato nei due frangenti in cui aveva un break di vantaggio in entrambi i parziali. Sul 4-2 Bencic ha salvato con un ace la palla del doppio break di ritardo, creando un passaggio a vuoto importante della spagnola arrestatosi però sul 4-4 30-0 quando di nuovo Belinda è andata in affanno appena Badosa riusciva a giocare tranquilla. Nel secondo set la spagnola era partita di nuovo forte, di nuovo in comando, ma ancora una volta dalla palla del controbreak si è irrigidita e ha fatto in modo che la svizzera rientrasse fino a una fase di match dove entrambe sembravano non attaccare più tanto in risposta, finché sul 5-5 Bencic ha perso un game al servizio dove non è stata mai aiutata dalla prima e lo schiaffo al volo di dritto sul 30-30 era assai titubante, esponendosi al passante di rovescio della spagnola che, fatto il break, chiudeva il match con l’ennesimo errore di dritto dell’avversaria.
Per lei sarà top-50 da lunedì prossimo, ma domani c’è l’appuntamento con un nuovo grande incontro che potrebbe segnare questo bell’inizio di 2021.
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