A Miami, per la prima volta dal torneo di Parigi Bercy del 2004, si è svolto un torneo Masters 1000 con l’assenza in contemporanea dei Fab Three.
Il che, se da un lato ha alleggerito la caratura qualitativa dell’event, al contempo ha dato spazio e attenzione alle “seconde linee” rappresentate in particolare dagli esponenti più accreditati della Next Gen che quindi partivano coi favori del pronostico: Medvedev, Tsitsipas, Zverev e Rublev erano le prime quattro teste di serie destinate a contendersi il trofeo e tracciare ufficialmente il futuro del tennis da oggi i poi.
Ed invece, a sorpresa, ci siamo ritrovati in finale due outsiders, molto amici tra di loro (Hubert Hurkacz e Jannik Sinner) che non si pensava fossero già pronti per simili ribalte ma che da oggi, senza chiedere permesso, hanno preso posto al “primo tavolo” con l’intenzione di restarci. Ha vinto meritatamente il tennista polacco, classe ’97 e numero 37 del mondo, ma con un best ranking al n.28 ottenuto il 3 febbraio dello scorso anno. Il miglior risultato in un Masters 1000 prima di ieri era rappresentato dai quarti di finali ottenuti a Indian Wells nel 2019 (sconfitto da Federer 4-6 4-6).
Nel corso del torneo Hurkacz ha raccolto scalpi importanti tra cui due top 10 che hanno legittimato nel merito il successo finale: Shapovalov al terzo turno (6-3 7-6), Raonic negli ottavi (4-6 6-3 7-6), Tsitsipas nei quarti (2-6 6-3 6-4),e Rublev in semifinale (6-3 6-4) prima di Sinner in finale (7-6 6-4). Hurkacz diventa il primo tennista polacco a vincere un Mastesr 1000. Nel 2012 a Bercy, Jerzy Janowicz era stato fermato all’ultimo atto dallo spagnolo David Ferrer.
E adesso parliamo di Jannik Sinner: E’ inutile negarlo, credevamo nella vittoria finale e abbiamo sperato fino alla fine che potesse ribaltare l’esito della partita così come aveva fatto con Bautista Agut in semifinale. Non ce l’ha fatta ma ciò non cambia una virgola sulla sostanza. Il nostro tennista poteva vincere e lo ha dimostrato recuperando nel primo set da un avvio stentato e andando a servire per il set. A quel punto la partita si sarebbe messa in discesa e probabilmente avrebbe alzato il trofeo segnando la storia. Così non è stato ma arrivo a dire che forse (e forse senza forse) è meglio così. E’ una sconfitta salutare che aiuterà il tennista altoatesino a stare con i piedi per terra nella consapevolezza che il percorso intrapreso è quello giusto ma è appena all’inizio. Sarà un percorso impegnativo dalle progressioni esaltanti le cui prospettive finali potrebbero non avere limiti ed in ogni caso segnerà la storia del tennis italiano.
La finale conquistata da Sinner rappresenta il secondo miglior risultato di un tennista italiano nell’ambito dei tornei Masters 1000 dal 1990 (anno in cui fu istituita questa categoria) dopo la vittoria di Fognini a Montecarlo nel 2019, e il miglior risultato in assoluto a Miami:
Ma a coronare una settimana storica per il nostro tennis ci ha pensato Mager che, vincendo il torneo Challenger di Marbella battendo in finale lo spagnolo Munar, è rientrato nel top 100 (al n.91) facendo così salire a 10 il numero degli italiani tra i top 100, nuovo record storico.
Raggiunti gli Usa alle spalle di Spagna e Francia che hanno 11 tennisti nei top 100:
Contemporaneamente, per effetto dell’ulteriore progresso di Sinner salito al 23° posto, diventano tre gli italiani nei top 30, evento che non si verificava dal 1977. La miglior classifica di quell’anno fu quella del 17 giugno con Adriano Panatta n.17, Barazzutti n.20, Bertolucci n.22, Zugarelli 27.
Altri numeri del torneo maschile:
3 – I titoli conquistati in carriera da Hubert Hurkacz ottenuti tutti in terra americana: Winston Salem nel 2019, Delray Beach e Miami quest’anno.
4 – I teenagers approdati in finale a Miami nella storia del torneo (dal 1985). Sinner è secondo per età solo a Nadal:
4 – I semifinalisti europei. Evento analogo si era registrato soltanto altre 2 volte: nel 1999 (Krajicek, Grosjean, Enqvist e Clavet) e nel 2013 (Murray, Ferrer, Gasquet e Haas).
6 – Gli esordienti italiani a Miami: Sinner, Musetti, Travaglia, Gaio e Caruso in campo maschile e Cocciaretto in campo femminile.
7 – La posizione di Sinner nella Race per Torino.
9 – Il record di partite vinte dagli italiani quest’anno in 18 partite disputate.
14 – I vincitori a Miami in campo maschile. Il record di vittorie appartiene ad Agassi e Djokovic con 6 successi.
16 – Il nuovo best ranking di Hurkacz. E’ il terzo polacco nell’Era Open alle spalle di Wojtek Fibak (n.10 nel 1977) e di Janowicz che raggiunse la 14esima posizione nel 2013.
26 – Il numero di testa di serie di Hurkacz, che è il tennista con la più bassa classifica (37) nella storia del torneo dal 1990.
30 – Il ranking di Taylor Fritz, per la prima volta numero uno Usa al posto di Isner (campione uscente a Miami) eliminato negli ottavi e precipitato in classifica al n.38.
43,81 – L’età complessiva dei due finalisti di quest’anno. Si è trattato della quinta finale più giovane nella storia del torneo:
70 – Le partite fin qui disputate da Sinner nel circuito maggiore. Il bilancio è di 44 vittorie e 26 sconfitte (performance del 62,8%)-
Torneo femminile
Nel torneo femminile si è riconfermata campionessa Ashleigh Barty che si era imposta nell’ultima edizione giocata nel 2019 legittimando, laddove ce ne fosse stato bisogno, la leadership mondiale che la tennista australiana detiene ininterrottamente da 70 settimane.
Non è stato agevole il cammino della tennista australiana che, dopo aver salvato un match point nel match di esordio contro la slovacca Kucova (6-3 4-6 7-5 il punteggio finale), è dovuta ricorrere al terzo set nei confronti con Viktoria Azarenka negli ottavi (6-1 1-6 6-2) e con Aryna Sabalenka nei quarti (6-4 6-7 6-3). Ha avuto poi la meglio su Elina Svitolina in semifinale riducendo così lo scarto degli scontri diretti nei confronti della tennista ucraina, che aveva vinto cinque dei sei precedenti, per poi affrontare l’ultima fatica in finale contro una ritrovata Bianca Andreescu rientrata nel circuito solo ai recenti Australian Open dopo un assenza per infortunio di oltre un anno. La tennista canadese, che sul suo cammino aveva sostenuto quattro battaglie intensissime, tutte conclusesi al set decisivo, contro l’americana Anisimova al terzo turno (7-6 6-7 6-4 in 2 ore e 40 minuti), la spagnola Muguruza nei quarti (3-6 6-3 6-2 in 2 ore e 13), la spagnola Sorribes Tormo nei quarti (6-4 3-6 6-3 in 2 ore e 38) e la greca Sakkari in semifinale (7-6 3-6 7-6 in 2 ore e 46), è giunta all’atto finale svuotata di energie arrendendosi anzi tempo anche a causa di un ennesimo infortunio quand’era in netto svantaggio 3-6 0-4.
Prima semifinale in un torneo WTA 1000 per Maria Sakkari che ha rischiato di uscire negli ottavi per mano della americana Pegula, cui ha dovuto annullare 6 match point, prima di eliminare una spenta Osaka nei quarti e lottare poi strenuamente in semifinale contro una lottatrice indomita come la Andreescu, da cui è stata piegata nel tie break del set decisivo dopo essere andata a servire per il match sul 6-5.
Altri numeri del torneo femminile:
3 – Le tenniste approdate per la prima volta in semifinale a Miami: Svitolina, Andreescu e Sakkari. Nelle sette edizioni del torneo svoltesi dal 2014, si sono succedute tra le 28 semifinaliste ben 23 tenniste diverse a conferma della effervescenza che caratterizza il settore femminile:
6 – Le tenniste che sono riuscite a vincere il torneo consecutivamente almeno due volte:
10 – I tornei vinti in carriera da Ashleigh Barty. Tra essi uno Slam (Roland Garros 2019, le WTA Finals del 2018 e due WTA 1000 a Miami (2019 e 2021).
12 – Le semifinali disputate in carriera dalla greca Sakkari da cui è uscita vittoriosa in due sole occasioni (San Jose nel 2018 e Rabat nel 2019).
23 – La striscia di partite vinte consecutivamente da Naomi Osaka, interrotta dalla sconfitta di questa settimana per mano della Sakkari nei quarti.
33-2 – Il bilancio della canadese Andreescu nei tornei nordamericani a partire dal 2019. Le uniche due sconfitte sono state subite entrambe per ritiro a Miami, nel 2019 quando negli ottavi si infortunò contro la estone Kontaveit quand’era in vantaggio per 6-1 2-0 e la scorsa settimana in finale contro la Barty.
70 – Le settimane da numero uno del mondo di Ashleigh Barty di cui 63 consecutive a partire dal 9 settembre 2019 (non comprendendo ovviamente il periodo di sospensione del circuito dal 16 marzo al 23 agosto 2020).
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