A volte è solo questione di giornata.
Novak Djokovic, che non aveva concesso nulla al nostro Jannik Sinner, oggi non se l’è sentita di fare la stessa cosa contro Daniel Evans, forse ormai disabituato a tenere la concentrazione a lungo nei primi turni di un Masters 1000. Quello che è certo è che il serbo è sembrato un lontano parente da quello che ha rifilato una lezione abbastanza severa a Sinner, partendo malissimo e proseguendo così così. Djokovic è andato subito 0-3 pesante ma ha in qualche modo recuperato il set, soprattutto per “merito” di Evans che a dispetto dell’aspetto, scusate, non è un cuor di leone. Sul 4 pari sembrava si potesse archiviare il tutto, invece Djokovic ha giocato un game disastroso e in una partita che era diventata francamente inguardabile Evans ha trovato il modo di chiudere il set.
Ci si aspettava che il numero 1 del mondo cercasse quanto meno di far quadrare i conti e la partenza del secondo set era confortante, con il break a portarlo avanti 3-0. Durava poco però, perché Djokovic permetteva ad Evans di rientrare nel set e poi continuava ad alternare buoni scambi a piccoli scempi, perdendo un nugolo di occasioni. Neanche il set point sul 5-4 lo scuoteva, anzi Djokovic completava il disastro giocando un terribile undicesimo game, in cui gli riuscivano sì due dropshot, ma cedeva il servizio con un doppio fallo. Il dodicesimo game era quasi superfluo, un disgustato Djokovic si produceva in una seria di colpi a casaccio e non gli veniva nenache la voglia di protestare troppo per un srvizio lungo chiamato buono. Il passante finale di Evans, con un Djokovic che aveva seguito a rete un colpo qualsiasi, era l’esatta fotografia del match.
In mattinata bella partita e bella prestazione di Stefanos Tsitsipas, che ha superato un buon Garin in due set molto combattuti soprattutto il secondo. Tsitsipas sta mostrando un certo piglio quanto meno con le seconde linee, c’è da sperare, per lui naturalmente, che le amnesie che gli sono costate parecchio a New York o a Miami, non lo colgano anche a Monte Carlo. Davidovich Fokina, che ha superato un Pouille che al rientro ha fatto quel che poteva, look compreso, sarà un test interessante.
A Zverev non è bastato annullare 4 match point di fila per salvarsi dalla sconfitta contro un redivivo David Goffin, che già contro Cecchinato aveva mostrato di essere tornato a livelli che gli sono più consoni. Contro il tedesco è bastata una partita diligente per vincere un match non brillantissimo. L’involuzione di Zverev, sempre più ombroso e con l’aria di chi tutto farebbe tranne che giocare a tennis, sarebbe molto preoccupante se non ci fossimo ormai quasi abituati a questo livello L’unica emozione è arrivata appunto nel tiebreak, quando Goffin ha sperperato il vantaggio di 6-2 senza che Zverev facesse nulla. Il belga è stato bravo a non agitarsi troppo e riprendere le sue geometrie, non si può sapere mai come poteva il terzo set.
Ottavi di finale
D. Evans b. [1] N. Djokovic 6-4 7-5
[11] D. Goffin b. [5] A. Zverev 6-4 7-6(7)
[4] S. Tsitsipas b. [16] C. Garin 6-3 6-4
A. Davidovich Fokina b. [WC] L. Pouille 6-2 7-6(2)
[6] A. Rublev vs [9] R. Bautista Agut
[3] R. Nadal b. [14] G. Dimitrov 6-1 6-1
C. Ruud vs [12] P. Carreno Busta
[15] F. Fognini b. F. Krajinovic 6-2 7-6(1)
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