[Q] C. Tauson b. [7] P. Badosa 7-5 6-1
[Q] V. Golubic b. [2] F. Ferro 4-6 6-0 7-6(4)
Il dato certo, probabilmente, è che Clara Tauson non dimenticherà mai questa settimana a Lione. La diciottenne danese è arrivata alla prima finale WTA della carriera partendo dalle qualificazioni, non cedendo set in sei partite e vincendo oggi una semifinale segnata in parte dall’infortunio di Paula Badosa ma che rimarrà impressa per l’incredibile serie sul finire del primo set.
Il punteggio finale è 7-5 6-1 per la numero 149 del mondo, che fa un balzo enorme arrivando dentro le prime 110 del mondo e potendo giocare domani per entrare in top-100, ma che oggi stava perdendo pesantemente le staffe quando tutto ha cominciato a girarle contro, compreso un giudice di sedia (lo stesso che ieri fece la chiamata tardiva nel match tra lei e Camila Giorgi e che fece arrabbiare l’italiana perché convinta lui fosse stato indotto dal gesto della rivale) che si è reso protagonista di almeno un errore molto grave in una fase delicata.
Tauson sembrava poter prendere per prima il vantaggio ma sul 3-2 ha mancato uno 0-40 e ha poi perso la battuta, rientrando immediatamente sul 4-4 e ripassando avanti. Dal 5-4 al 7-5 è successo un po’ di tutto. Il primo, grave, errore dell’arbitro è giunto sul 15-15 quando Tauson ha indovinato la direzione della prima di servizio avversaria e ha risposto di dritto in lungolinea. Perfetta, palla vincente con un rimbalzo forse addirittura dentro alla linea ma chiamata “out” dal giudice di sedia che ha sbagliato completamente valutazione. Tauson non poteva crederci e cominciava a chiedere “ma come fai? ma come è possibile?”. Badosa non approfittava di questa fase, ma purtroppo per lei cominciavano le fasi più difficili che l’han portata poi a manifestare evidenti problemi alla gamba sinistra, successivamente fasciata. Malgrado due doppi falli da sinistra riusciva a tenere la battuta. Sul 5-5 Tauson non aveva difficoltà col servizio mentre sul 6-5 era di nuovo sullo 0-40. Mancati i primi due, sul terzo Badosa ha colpito una voleè che è andata verso il corridoio. La chiamata qui era molto più complicata, e né il giudice di sedia né la giudice di linea sono intervenuti. Tauson (che stava rincorrendo la palla) si era lasciata andare a un’esultanza convinta fosse fuori, e dopo essersi accorta che non è stata chiamata ha di nuovo manifestato grande fastidio verso il giudice di sedia: “Ma come è possibile”, “per me era dentro”, “tu ne sei proprio sicuro?!”, “sì”, “e invece era fuori”, “per me no”, “però era fuori!”, “non ho visto così, non la chiamo fuori”.
Dopo altre frasi dette mentre tornava a bordo campo, Tauson ha dovuto subire un terzo overrule: un rovescio di Badosa era stato chiamato out, sarebbe stato set point (il quinto) e invece l’arbitro ancora una volta ha cambiato la decisione andandole contro. Qui la danese aveva forse torto, però nella sua testa c’era ancora tutto quanto successo prima: “Ma come fai?! Non è possibile! Ti stai divertendo per caso?! Hai una vaga idea del punteggio?! No, non ce l’hai, non sai nulla”. Da lì ha annullato la palla game colpendo in maniera sempre più forte, di rabbia, e sul quinto set point solo una magia di Badosa col rovescio ha rimesso il punteggio in equilibrio. Su quel colpo, però, la spagnola ha poi cominciato pesantemente a zoppicare, camminando già male mentre andava a prendere l’asciugamano. Così è arrivato un sesto match point, e il ko tecnico della numero 7 del seeding, che dopo essersi allungata sul dritto per recuperare una palla non ha avuto la forza per rincorrere quella dopo malgrado Tauson avesse colpito nei suoi paraggi.
Vinto il set d’apertura, Tauson ha poi avuto molto più agio nel portare a casa la partita. Lei è cominciata a sembrare stanca, un po’ meno brillante negli spostamenti rispetto ai giorni scorsi, ma dall’altra parte della rete non aveva più un’avversaria e ha potuto risparmiare qualche energia in vista di domani dove affronterà un’altra qualificata: Viktorija Golubic.
La svizzera è giunta alla prima finale nel circuito WTA da metà ottobre 2016, quando perse a Linz contro Dominika Cibulkova. Era il momento migliore della carriera, era ormai vicina alle prime 50 del mondo. Poi un po’ di appannamento, qualche difficoltà di troppo e l’uscita dalla top-100 con soltanto delle piccole parentesi qua e là. Adesso con questa settimana di grande spessore si riporterà proprio appena al di fuori di quel limite, ma partendo dalle qualificazioni ha compiuto un ottimo percorso eliminando tra le altre la numero 3 del seeding Caroline Garcia (addirittura 6-2 6-1 in 55 minuti al secondo turno) e oggi la numero 2 Fiona Ferro, in un match concluso dopo due ore e un quarto per 7-4 al tie-break decisivo.
4-6 6-0 7-6(4) il punteggio complessivo, con la francese partita abbastanza bene ma che ha lasciato andare il secondo per una sostanziale stanchezza dovuta alle lunghe partite giocate questa settimana, tra cui la maratona di 3 ore al primo turno contro Magdalena Frech. È riuscita a riprendere il filo dell’incontro a inizio del terzo set e a prendere un break di vantaggio ma non l’ha capitalizzato e Golubic le è rimasta attaccata. Nelle fasi finali Viktorija sembrava un po’ più fresca fisicamente ma peccava tanto quando doveva prendere il comando del gioco. Ha avuto una possibile chance già sul 4-4 ma ha scelto male il colpo da giocare sul 40-30, poi sul 5-6 era andata velocemente 40-0 ma per arrivare al tie-break ci sono voluti almeno 10 minuti, con Ferro che risaliva e approfittava sistematicamente del braccio debole dell’avversaria sulle palle game, mentre non è mai riuscita ad arrivare a match point. Alla fine Golubic si è salvata, e in un tie-break colmo di errori tra stanchezza e paura si è imposta 7-4.
Domani, per chi vince, ci sarà il premio della top-100. Sarà una prima volta assoluta per Tauson, o un rientro per la svizzera che ha vinto fin qui un solo titolo, nel luglio del 2016 a Gstaad.
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