Ha avuto bisogno di un altro 7-5 al terzo Stefanos Tsitsipas per evitare di aggiungersi alle teste di serie che hanno anticipatamente abbandonato l’ABN AMRO di Rotterdam. Che il greco potesse avere dei problemi contro Khachanov si poteva largamente prevedere, soprattutto dopo che Tsitsipas ha fatto vedere di non essere proprio centratissimo contro Hurkacz, ma che i due giocassero una partita così brutta non era certo scontato. Per larghi tratti sembrava facesso a chi sbaglia di più e anche se i due riuscivano ogni tanto a ricordarsi di essere nel Gotha del tennis mondiale con dei discreti richiami o con delle risposte folgoranti, la normalità erano dritti a sventaglio sempre in corridoio e raccapriccianti smash da fondo – di Khachanov – davvero inspiegabili. Tsitsipas era andato subito avanti per 2-0 ma così come non sembrava tanto spiegabile il vantaggio allo stesso modo era incomprensibile come dopo 20 minuti ci si trovasse sul 4-2 per il russo, che in qualche modo è riuscito a portare a casa il primo set.
Nel secondo Tsitsipas ha semplicemente sbagliato meno e tanto è bastato per andare sul 5-0 anche se ovviamente il greco ha trovato modo per far rientrare, seppure parzialmente, nel set il buon Karen. Che a questo punto forse ci ha persinoc reduto, soprattutto quando si è trovato 3-1 e servizio nel terzo. Quasi inutile sottolineare il game disastroso e quando lo strazio sembrava dovesse prolungarsi fino al tiebreak ci ha pensato lo stesso russo ad abbreviare l’agonia di tutti quanti – pochi per fortuna – tirando un dritto senza senso lungo di 4 metri regalando il break decisivo a Tsitsipas. Il greco stavolta non si è fatto pregare e nel game successivo si è guadagnato la sua ventiquattresima semifinale nel tour con un ace.
Di ben altro livello il secondo quarto di finale, che si è risolto come pronostico voleva e che quindi regala quella che sembrebbe una finale anticipata tra Tsitsipas e Rublev. Chardy, che quest’anno sta giocando più che discretamente, ha impegnato severamente il giovane russo, che dal canto suo continua a mostrare una solidità, soprattutto nervosa, che non tutti credevano potesse raggiungere. Rublev è stato sorpreso da Chardy subito dopo il break a freddo del primo game ma ha capito rapidamente che non era il caso di abbassare la velocità di crociera, perché il francese era poco intenzionato a elargire omaggi. Così Rublev è stato molto attento col servizio e ha atteso un qualche spiraglio per cercare di far breccia in risposta. Ma lo Chardy di oggi era più che buono e fino al tiebreak ha concesso quasi niente al rivale, anzi, si è pure procurato un set point nel dodicesimo game. Rublev lo ha hannullato col servizio, che è diventato decisivo in questo passaggio del match, perché Chardy ha cominciato il tiebreak con un doppio fallo. Chardy non solo non ha più recuperato il minibreak, ma non è proprio riuscito a entrare nel game, chiuso da un colpo forse più fortunato che voluto dal russo.
Chardy però non si è demoralizzato e ha cominciato in modo molto aggressivo il secondo set riuscendo a brekkare per ben due volte Rublev. Il russo non è stato lì a fare calcoli e aiutato da un improvviso calo di Chardy al servizio ha cominciato a rispondere con sempre maggiore efficacia. Cosa che lo ha portato non solo a recuperare i due break ma a poter giocare due match point sul servizio dell’avversario. Chardy però recuperava la battuta proprio quando serviva e con due ace annulla i match point per giocarsi tutto al tiebreak. Ancora Chardy cominciava con un doppio fallo ma stavolta era Rublev ad accusare un improvviso passaggio a vuoto che regalava 7 punti di fila al francese e quindi il tiebreak.
Ma questo Rublev, come accennato, è solo un lontano parente del ragazzetto tutto nervi e soliloqui di inizio carriera e iniziava ilt erzo giocando un game splendido, rispondendo perfettamente a delle bordate di servizio del rivale che un paio di volte se la cavava ma poi era costretto a cedere il game non riuscendo a gestire la risposta lunghissima in uscita dal servizio. Rinfrancato dal vantaggio Rublev riusciva persino ad aumentare i giri del motore raggiungendo un ritmo proibitivo per Chardy, che ogni tanto aveva bisogno di rifiatare. Solo che Rublev picchiava in continuazione staccando il francese cono scambio terribile sulla palla break del terzo game. La partita non è finita lì, perché un orgoglioso Chardy riusciva ad allungare il match recuperando uno dei due servizi, e arrivando a palla break nel decimo game, dopo aver annullato anche il terzo match point. Rublev evitava guai peggiori recuperando la prima e chiudendo finalmente con un ace. Partita molto dura per il russo, per merito di uno Chardy che nonv edevamo da tanto tempo così centrato. Contro Tsitsipas molto dipende da come Rublev riuscirà a recueprare le fatiche di questo match, ma ad ogni modo servirà un altro Tsitsipas per riuscire a fare partita pari.
L’altra semifinale la giocheranno Borna Coric, che ha superato in due tiebreak il solito scellerato Nishikori e sorprendentemente il qualificato Marton Fucsovics, che ha battuto anche Tommy Paul. L’ungherese è alla sua terza semifinale ATP, l’ultima contro Matteo Berrettini a Sofia nel 2019. Le ha vinte entrambe, stavolta forse non ci riuscirà.
Quarti di finale
B. Coric b. K. Nishikori 7-6(2) 7-6(4)
[Q] M. Fucsovics b. T. Paul 6-4 6-3
[4] A. Rublev b. [Q] J. Chardy 7-6(2) 6-7(2) 6-4
[2] S. Tsitsipas b. K. Khachanov 4-6 6-3 7-5
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