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ATP Rotterdam: elegia per Murray, niente da fare contro un buon Rublev

Dopo l’ecatombe del pomeriggio, quando sono uscite tutte le teste di serie con l’eccezione di Goffin, Murray sperava di far proseguire la serie contro quello che adesso è il secondo favorito del torneo, Andrey Rublev. E Murray ci ha davvero provato a fare partita pari con un russo che sembra lontano parente dello scapestrato giovinastro che fino al 2019 era più croce che delizia dei suoi non pochi ammiratori. Ma da un paio d’anni, grazie anche ad una condizione fisica molto migliorata, Rublev è un top10 a questo punto stabile, che curiosamente non ha ancora quel guizzo che sembrava, anche se sembra un paradosso, maggiormente alla sua portata fino appunto ad un paio d’anni fa. Adesso Rublev è un giocatore di grande solidità, che nei momenti difficili si aggrappa ad un servizio che non sarà quello di Federer ma è potente e preciso e soprattutto fa valere la sua caratteristica migliore, e cioè l’anticipo quasi frenetico nei colpi di rimbalzo. Contro un giocatore così al Murray di oggi non restava che imbrogliare le carte, giocando moltissimo in slice, cambiando ritmo, provando a inchiodare sulla diagonale rovescia il russo, e non disdegnando le sortite a rete, grazie alla solita “manina” dolce. Il risultato è stato un match equilibrato più del previsto, con Murray che riusciva a giocare in risposta e a tenere una buona percentuale di prime, cosa che lo conduceva ad un passo dal break a metà set. Rublev si salvava e poco priam del tiebreak approfittava di un piccolo cedimento dello scozzese per piazzare il break. Non era del tutto finita perché Murray riusciva a procurarsi due palle break grazie ad uno scambio da bei tempi, proprio sulla diagonale rovescia, che Rublev però annullava con grande personalità. Forse sulla seconda palla break il Murray che fu non avrebbe sbagliato di pochi millimetri il passante di dritto ma quello di oggi è già stato bravo a tirarlo.

Si temeva che Murray potesse un po’ mollare ma a dire il vero il problema è stato che Rublev manteneva dei ritmi troppo alti e che sorpattutto mostrava persino un’inedita saggezza, come sulla palla break del quarto game, giocata con un’attenzione che neanche Nadal, si parva licet. Il match non è terminato lì ma insomma, era altamente improbabile che a Murray riuscisse, allo scoccare degli 80 minuti di partita, quello che non gli era riuscito quando era fresco. I piccoli ritardi nella risposta rendevano l’impresa impossibile e Murray doveva anche fare i conti con un colpo sin troppo fortunato di Rublev, che sostanzialmente lo conduceva alla resa stizzita, col doppio fallo a completare il doppio break. .

Al lettore non sarà sfuggita un po’ di mestizia, perché Murray è stato giocatore di folgorante talento, che si è fatto male quando pareva che per lui si potessero aprire le porte per raccogliere altri slam, oltre ai tre racimolati in carriera. A differenza degli altri Fab, l’infortunio dello scozzese non era una cosa da ridere, tanto da averlo indotto addirittura al ritiro prima di cominciare questa seconda carriera con un’umiltà che gli fa certamente onore ma che non può non far pensare ogni volta quello che ptoeva essere e non è stato. Ma forse è meglio così e Sir Andrew Barron Murray merita lo struggente commento dei suoi non pochi ammiraotir.

Secondo turno

K. Nishikori b. A. de Minaur 6-3 2-6 7-5
[4] A. Rublev b. [WC] A. Murray 7-5 6-2
K. Khachanov vs [Q] C. Norrie

Primo turno

D. Lajovic b. [1] D. Medvedev 7-6(4) 6-4
A. Bublik b. [3] A. Zverev 7-5 6-3
T. Paul vs L. Sonego 6-4 7-6(7)
A. Davidovich Fokina b. [5] R. Bautista Augut 6-2 7-6(3)
[6] D. Goffin b. J.-L. Struff 6-4 6-0

Roberto Salerno

Nato a Palermo, ho scritto un paio di racconti, vari saggi, circa 700 articoli di tennis, ma vado fiero solo di qualche flash, di una in particolare. Sono stato inviato non è tutto questo granché. "è favorevole ad un discorso democratico, in cui tutti parlano e poi lui spiega i motivi per cui gli altri hanno torto"

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Roberto Salerno

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