Sempre a Melbourne Park, ma in un universo più contenuto, si sta giocando anche un altro torneo WTA di categoria 250: il Philipp Island Trophy.
Il torneo è cominciato lo scorso fine settimana con le qualificazioni e comprendeva tutte le giocatrici sconfitte entro il terzo turno dell’Australian Open. Un modo per dare ancor più senso alla lunga e dispendiosa trasferta australiana e cercare di aumentare le possibilità di guadagno economico.
Il torneo ha visto la numero 1 del seeding, Sofia Kenin, subito eliminata dalla giovanissima Olivia Gadecki poi sconfitta a sua volta agli ottavi di finale. La numero 2 invece era Bianca Andreescu, che dopo il secondo turno all’Australian Open è giunto fino in semifinale dove ha perso una maratona di tre ore e un quarto contro Marie Bouzkova, ventiduenne della Repubblica Ceca che ha ottenuto la sua seconda finale a livello WTA con un 6-7(9) 6-2 7-5 recuperando da 1-4 nel set decisivo e cancellando due match point nel decimo game. Soddisfazione enorme, soprattutto perché rispedisce al mittente il 5-7 6-4 6-4 di, anche lì, tre ore e 15 dello scorso Roland Garros a favore di Andreescu.
La canadese ha fatto una settimana di montagne russe. Ai limiti del paranormale il primo match contro Madison Brengle, vinto 7-6(4) 4-6 6-3 in oltre due ore e mezza dove ha superato crampi, un’infiammazione all’anca, la stessa Brengle, un’invasione di gabbiani che sul finire del secondo set ha cominciato a sorvolare il campo, uno stormo di uccelli che ha passato l’intervallo tra secondo e terzo set riempiendo il campo di feci e costringendo addirittura allo stop sul 2-1 nel set decisivo per pulire il terreno di gioco e numerosi insetti che infastidivano entrambe le giocatrici. Ai quarti, un’altra vittoria rocambolesca contro Irina Camelia Begu, 6-3 4-6 7-6(5).
Oggi, alla terza fatica della sua settimana non è riuscita a prendersi la finale. Ci andrà invece, con merito, Bouzkova che domani sfiderà per il titolo Daria Kasatkina, finalmente protagonista nelle fasi finali e all’ultimo atto dal torneo WTA Premier di Mosca nel 2018. La russa ha compiuto un bel percorso con cinque vittorie fin qui: su Katie Boulter al primo turno (6-4 6-2), Varvara Gracheva al secondo (6-4 6-3), Anastasia Pavlyuchenkova agli ottavi (2-6 6-1 6-4), Petra Martic ai quarti (6-0 6-4) e oggi Danielle Collins (6-2 6-7 6-1) con la statunitense che a un certo punto nel set decisivo si è anche fatta male e ha mollato la presa. Per lei un titolo potrebbe voler dire ritorno in top-60.
Bouzkova invece è giunta all’ultimo atto battendo all’esordio Danka Kovinic col ritiro della montenegrina sul 3-6 5-0, mentre al secondo si è imposta 6-4 6-2 contro Lin Zhu (che all’esordio ha battuto Sara Errani) e un 6-1 6-1 all’alternate Gabriella da Silva Flick agli ottavi. Nei quarti ha battuto 6-3 4-6 6-2 Jil Teichmann, con la svizzera che si è girata la caviglia a pochi punti dalla stretta di mano. In quel caso, Bouzkova ha fatto un bel gesto scavalcando al volo la rete per correre dalla sua avversaria e sincerarsi subito delle sue condizioni, slacciandole le scarpe e rimanendole accanto finché il gioco non è ripreso. D’altronde, se si vince il premio sportività 2020 venendo votata dalle altre giocatrici un motivo ci sarà.
Bouzkova va a caccia domani del primo titolo in carriera dopo la finale persa in tre set lo scorso anno, a marzo, a Monterrey. Fu anche l’ultimo torneo giocato prima della pausa causata dal covid-19. Per Kasatkina invece sarebbe il terzo dopo Charleston 2017 e Mosca 2018.
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