Lo sport ci ha abituati a non dare mai nulla per scontato e il tennis non fa certo eccezioni. Ma se dalla parte bassa del tabellone non uscisse il vincitore di questo surreale US Open 2020 la sorpresa sarebbe abbastanza grande. Carreno Busta e soprattutto Zverev, avranno le loro chanches, si parte sempre da zero a zero, ma per immaginarli vincenti contro Daniil Medvedev – finalista lo scorso anno e che non ha ancora perso un set – o Dominic Thiem – che sarebbe alla sua seconda finale slam di fila e che è diventato devastante andando avanti nel torneo – ci vuole un discreto sforzo di immaginazione. La loro partita dei quarti di fiale presentava qualche insidia, perché Rublev è pur sempre un campione annunciato a de Minaur progredisce torneo dopo torneo, ma il modo con cui hanno liquidato la pratica è stato chiaro, nello spiegare che il divario è molto ampio.
Ha cominciato Medvedev, che con la sua solita aria indolente e con gesti non sempre armoniosi, ha rintuzzato le velleità di Rublev giocando con grande regolarità e potenza e sbagliando, as usual, pochissimo. Rublev, che aveva impressionato nel rispondere al servizio di Berrettini, non proprio un colpo qualsiasi, con Medvedev non è mai arrivato a 40. Rublev è stato bravissimo a mantenere altissima l’attenzione alla battuta e questo gli ha fatto fare quasi partita pari, ma è sempre stato chiaro che Daniil era in grado di poter alzare il livello nel momento decisivo. L’unica incertezza è arivato per un problemino alla spalla sinistra di Medvedev, che alla fine del terzo set ha richiesto l’intervento del fisioterapista, passato il quale ha tenuto due servizi a zero. Basterebbe vedere il solo match point per non avere dubbi: sul servizio di Rublev, 5-6 nel tiebreak, Daniil ha immediatamente preso l’iniziativa e ha chiuso il match senza che Rublev potesse far nulla. Davvero impressionante.
Avendo di fronte un avversario meno forte di Rublev, Thiem ha potuto invece passeggiare sul povero de Minaur, che in poco più di un’ora era già sotto due set a zero e break al terzo. Thiem a quel punto ha un po’ mollato la presa e de Minaur è riuscito ad agganciarlo sul 3-3, ma non è servito a prolungare il match perché Thiem è stato un po’ più attento e ha chiuso rapidamente.
Ci sono tutti i presupposti per una grande partita, ed è inutile nacondere il sollievo nello scrivere queste parole senza che riguardino la sacra trimurti. C’è voluta una pandemia, ma forse alla fine il ricambio è arrivato davvero.
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