La saga di Benoit Paire si aggiunge di un nuovo capitolo a metà tra il sorprendente e il preoccupante. Il tennista francese nelle ultime quattro settimane ha vissuto le vicissitudini più complesse dopo che si è ritirato sotto 0-6 0-1 nel primo match del Western & Southern Open di New York a causa di qualche problema di salute.
Ne è seguito un test positivo al covid-19 che lo ha estromesso dallo US Open, che ha causato i problemi che si sono succeduti per 11 atleti considerati a stretto contatto con lui, poi le grandi polemiche contro l’organizzazione di Roma e ora, ad Amburgo, un nuovo ritiro per ‘malattia’ e la rivelazione: due test consecutivi pre-torneo, in Germania, erano risultati nuovamente positivi.
Difficile da collegare quanto sia successo, perché per voce dello stesso transalpino dopo il primo test positivo al covid-19 mentre era nella bolla della USTA ne seguì un altro qualche giorno più tardi che risultava negativo. Tre settimane più tardi, è nuovamente risultato positivo ma con un terzo tampone negativo ha avuto il permesso di scendere subito in campo. Niente quarantena, niente isolamento: “La regola qui in Germania è diversa rispetto a New York e Parigi, e dico grazie al dottore e agli organizzatori del torneo che mi hanno dato modo di giocare. L’unico test negativo è stato ieri, dopo due positivi. Siccome le regole sono diverse l’ATP mi ha spiegato come funzionasse. A Parigi è diverso: alcuni giocatori negativi sono stati esclusi perché a contatto con un coach positivo, qui in Germania sei positivo e puoi giocare”.
Paire ha poi aggiunto che nei giorni trascorsi era chiuso in camera e poteva uscire solo per un’ora per gli allenamenti e la sua partita, aggiungendo che da Parigi gli hanno già detto che al 50% verrà escluso dal Roland Garros perché c’è buona probabilità che tracce del virus siano individuate.
Qui l’intero passaggio della conferenza stampa rivelatrice
“Sono risultato positivo qui ad Amburgo fin dal mio arrivo. Solo ieri ho avuto un test negativo. Prima due consecutivi erano positivi. Ma le regole qui sembrano diverse […] A Parigi giocatori sono stati esclusi sebbene negativi però a contatto con un coach positivo. Qui in Germania sei positivo e puoi comunque giocare. Dunque di nuovo grazie al dottore e agli organizzatori per avermi permesso di giocare. Ma ci sono regole che non capisco tanto”.
Quando gli è stato chiesto del test positivo negli USA: “Non sappiamo se quello fosse un falso positivo. Sappiamo solo che subito dopo ero negativo. Ero negativo in Francia al mio rientro, negativo a Roma e poi positivo qui ad Amburgo. È difficile per me capire come mai appena arrivato qui ad Amburgo mi è stato detto che avrei nuovamente dovuto stare chiuso in camera. Non è facile per me”.
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