La stagione 2020 sembra destinata a passare agli archivi come un “incompiuta “ eppure , sulla base dei numeri aggiornati, l’unico torneo importante che si è disputato, gli Australian Open, è stato sufficiente a incidere sulla storia del tennis maschile.
Novak Djokovic, vincendo il suo 17simo Slam si è ripreso il trono mondiale per la quinta volta in carriera, mettendo nel mirino il record di settimane trascorse in testa al ranking, attualmente detenuto da Roger Federer (310 settimane).
La sospensione dell’attività a causa della pandemia ha portato al congelamento della classifica al 22 marzo e ciò ha fatto si che al momento Djokovic sia fermo a 282 settimane e tale rimarrà quanto meno fino al 12 luglio.
Ma la vittoria dello Slam australiano ha anche avuto significative ricadute sui numeri a supporto della leadership mondiale del tennista serbo. Grazie a questo successo infatti, Djokovic è tornato ad essere il più vincente tra i Fab Three, prendendo in considerazione la somma delle vittorie ottenute in carriera nei tornei più prestigiosi: Slam, Master 1000, ATP Finals e Olimpiadi:
Trattasi di risultati irripetibili che hanno caratterizzato il dominio stratosferico dei tre super campioni dall’inizio del terzo millennio.
La prima vittoria di questa serie infinita risale al Masters 1000 di Amburgo del 2002 quando a 21 anni Roger Federer alzò il suo terzo trofeo in carriera, il più importante fino a quel momento dopo i successi di Milano del 2001 e i Sydney del 2002. Il campione svizzero l’anno seguente avrebbe vinto a Wimbledon il suo primo Slam e a fine anno le prime ATP Finals che gli aprirono la strada della leadership mondiale che arrivò a gennaio del 2004, alla fine dello Slam australiano in cui sconfisse in finale il russo Marat Safin che si sarebbe poi presa la rivincita nella semifinale dell’anno successivo al termine di una partita leggendaria, tra le migliori di tutti i tempi, durata 4h28m e conclusasi dopo 63 games (5-7 6-4 5-7 7-6 9-7), preludio alla vittoria finale.
Da quella prima volta Federer ha detenuto la leadership mondiale ininterrottamente fino al 17 agosto 2008, per 237 settimane consecutive, che rappresenta uno dei record più difficili da battere tra gli innumerevole che il tennista svizzero detiene. Nel 2004 il tennista svizzero spadroneggiò da solista conquistando ben 7 titoli tutti prestigiosissimi: in sequenza Australian Open, Indian Wells, Madrid, Wimbledon, Canada, US Open e ATP Finals.
Nel 2005 entrò in scena l’allora 18enne Rafael Nadal e così da un solista passammo a un duetto che per due anni fece man bassa di tutto. Dei 28 tornei principali in programma tra il 2005 e il 2006 i due se ne aggiudicarono complessivamente 22 (7 slam, 14 Masters 1000 e le ATP Finals del 2006):
Nel 2007 salì alla ribalta anche Nole Djokovic che fino ad allora aveva vinto soltanto due tornei minori, a Metz e a Amersfoorf nel 2006, cui seguì ad inizio stagione quello di Adelaide. Il cemento americano segnò una svolta per il tennista di Belgrado che approdò in finale a Indian Wells, costretto alla resa nell’atto finale da Nadal nei confronti del quale la settimana seguente a Miami, si prese una sonora rivincita lasciandogli soltanto sette game nei quarti prima di involarsi senza perdere un set verso la prima importante vittoria della carriera che lo proiettò al numero 7 della classifica mondiale.
Quella di Djokovic non fu un esplosione deflagrante anche perché farsi spazio tra Federer e Nadal risultò arduo. In quattro anni, tra il 2007 e il 2010 riuscì a scippare ai due grandi rivali soltanto uno Slam (Australian 2008) dei sedici disputati, impresa riuscita in quel periodo, a sorpresa soltanto una seconda volta a Juan Martin Del Potro, che nel 2009 trionfò a Flushing Meadows (unico Slam vinto in carriera) piegando la resistenza di un incredulo Federer al termine di una finale leggendaria vinta al quinto set dopo 4 ore e 6 minuti, risalendo dal 6-3 5-4 30-0 per il campione svizzero, alla sua settima finale Slam consecutiva.
Se Roger Federer è stato senza ombra di dubbio il supercampionissimo del primo decennio del terzo millennio, succedendo a Sampras che lo era stato nel decennio precedente, Djokovic sarà consacrato, a prescindere da quanto potrà eventualmente accadere nello scampolo di stagione che si riuscirà eventualmente a giocare quest’anno, miglior tennista dal 2011 al 2020, decennio nel quale risulta di gran lunga, in base ai risultati, il tennista più vincente:
In questi dieci anni Djokovic ha finora vinto ben 49 dei 56 tornei maggiori conquistati in carriera, distanziando largamente Nadal e Federer che, prossimo ai 39 anni, sta ovviamente scontando la maggiore anzianità. Djokovic è l’unico ad aver vinto nel decennio tutti i tornei almeno una volta ad eccezione del torneo olimpico che in entrambe le edizioni disputatesi nel periodo (Londra 2012 e Rio 2016) ha visto trionfare Andy Murray.
Ad avvalorare ulteriormente la supremazia del tennista serbo, va ricordato che in 5 dei nove anni già trascorsi, egli ha chiuso la stagione in testa alla classifica mondiale (Nadal si è fermato a 3), occupando il primo posto del ranking per 282 settimane (Nadal è arrivato a 134 e Federer a 25).
Difficile poter prevedere quali tennisti saranno più pronti quando riprenderà l’attività agonistica, ma di sicuro Djokovic avrà motivazioni altissime giacché, col rendimento molto alto che ha dimostrato di saper mantenere negli ultimi anni, intravede la concreta possibilità di arricchire ulteriormente il suo palmares (a cominciare dalle vittorie Slam) al punto da diventare, almeno in base ai numeri, il tennista più forte di tutti i tempi.
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