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WTA Dubai, Rybakina di nuovo protagonista: fuori Kenin nella giornata degli exploit

E. Rybakina b. [5] S. Kenin 6-7(2) 6-3 6-3

La fotografia del giorno è nel volto super emozionato di Elena Rybakina nell’intervista a bordo campo subito dopo aver battuto Sofia Kenin nel match d’esordio a Dubai. È riuscita a dire poche parole, malgrado poi non sia una che si risparmia, ma probabilmente tutta la situazione l’ha presa abbastanza alla sprovvista. Arrivata ieri mattina a Dubai dopo una settimana abbastanza dispendiosa a San Pietroburgo e dove aveva finito con una sconfitta netta contro Kiki Bertens in finale, è subito ripartita con una grande prestazione contro una top-10.

È lei ad aver tenuto a battesimo la campionessa dell’ultimo Australian Open nel circuito WTA dopo le prove piuttosto soddisfacenti in Fed Cup, ed è lei ad aver segnato una sconfitta che forse Kenin poteva prevedere ma che dovrà imparare a gestire negli strascichi ora che ha un cartello piuttosto pesante accanto a sé e recita “campionessa Slam”. Tutti la vorranno battere e servirà avere spalle grosse per resistere a questa situazione, anche se oggi non è franata per paura, o ansia, ma perché ha avuto di fronte a sé un’avversaria in grande ascesa.

Tre finali già giocate, una progressione che la vede ora per la prima volta in top-20 e un tennis che oggi è stato rappresentato soprattutto dal servizio, colpo fondamentale nell’entrare in partita e, dall’inizio del secondo set, a darle enorme sicurezza a livello generale potendo piano piano aumentare nel rendimento in risposta. Kenin ha chiuso la partita con un solo break all’attivo, maturato proprio nel game d’apertura. Per tutto il primo set è sembrata controllare la situazione, ma sul 5-4 ha accusato un calo abbastanza improvviso, irrigidendosi un po’ e sbagliando qualcosa di troppo. Con 7 punti di fila la kazaka saliva 5-5 40-0, mettendo poi per la prima volta la testa avanti. Kenin riusciva a ritrovare buona grinta per salire 6-6 e dominare il tie-break, ma la partita era, come previsto, molto molto vicina.

Un brutto inizio di secondo set ha portato Rybakina vicino al tracollo, perché in tre game aveva consumato tutti i suoi “challenge” a disposizione e sull’1-1 era scivolata indietro 15-40. Da qui, però, il suo servizio è veramente salito in cattedra. Fredda, lucida, ha cominciato a martellare colpi vincenti con la battuta e a trovare sempre più efficacia quando doveva mettere in campo la seconda palla. Nelle prime fasi del match Kenin aveva agio a entrare col rovescio e a prendersi i punti, ma col passare dei game Rybakina ha variato sempre più direzione, spin e varietà al proprio servizio tanto che ha finito l’incontro con percentuali identiche nei punti vinti tra prima e seconda palla (65%). Non c’era un cenno di paura quando pure Kenin faceva uno o due passi avanti per anticipare il colpo e toglierle il tempo: con relativa tranquillità la kazaka dava tanto kick verso gli angoli così che la statunitense, se riusciva a rispondere, le dava comunque una palla attaccabile. Il resto lo ha fatto quasi tutto il proprio gioco, oggi molto spesso ineccepibile. Una tattica usata abbastanza frequentemente la vedeva colpire un kick da destra al centro su cui Kenin non riusciva mai a entrare, e la risposta centrale era preda del suo rovescio giocato in ‘open stance’ verso l’incrociato. Non perdeva più un punto.

Sul 3-3 nel secondo set il primo break, con tre ottime risposte e un doppio fallo di Kenin. Rybakina allungava sul 5-3 e l’avversaria, sotto pressione, non riproponeva la stessa intensità dei game precedenti. Il terzo set si presentava con una Kenin apparsa non più brillantissima mentre Rybakina veniva da 6 vittorie su 6 nel set decisivo nel corso del 2020. I primi game sono stati abbastanza poveri di momenti significativi se non sul 2-1 Rybakina, quando Kenin continuava a sbagliare tanto di dritto. La kazaka cercava di puntare lì ogni scambio, per avere poi la palla buona per lasciare andare il proprio dritto. Sul 3-3 è stato significativo il secondo punto, perché sullo 0-15 Rybakina ha avuto una nuova seconda da servire e ancora, fredda, a mettere un kick molto stretto che però ha trovato una buona risposta da parte dell’avversaria. Lei, con poco spazio a quel punto per giocare un colpo aggressivo, si è piazzata comunque molto bene lasciando andare un dritto verso l’angolo, leggermente deviato dal nastro. Sul 4-3 si è presa il break definitivo alla seconda occasione, spingendo di nuovo sul dritto della numero 5 del seeding, e sul 5-3 ha servito ancora una volta molto bene le diverse seconde recuperando prontamente la concentrazione dopo un primo brutto match point sciupato per aver “pensato troppo” a dove colpire un dritto molto comodo a metà campo. Salvata la palla del controbreak, al secondo match point ha trovato il sigillo conclusivo alla partita.

16 vittorie fin qui su 19 partite giocate nel 2020, sette di queste giunte al set decisivo. Continua la scalata della numero 19 del mondo, che domani dovrà essere di nuovo in campo contro Katerina Siniakova, oggi vittoriosa a sorpresa contro Karolina Muchova. Non sarà facile, perché non ha praticamente staccato la spina dalla scorsa settimana, ma in questo momento non sembra preoccuparsene. E viene da capirla.

Altri incontri

Fuori, e con sconfitte molto pesanti, le due top-10 che in questo momento stanno vivendo fasi veramente negative. Elina Svitolina, qui campionessa tra 2017 e 2018 e semifinalista la passata stagione, ha raccolto la miseria di tre game contro la qualificata Jennifer Brady. È un momento mai affrontato prima, perlomeno non in queste dimensioni, dalla tennista ucraina che da inizio anno sta faticando terribilmente a trovare il suo gioco. Adesso è in balia totale delle avversarie, chiunque abbia al di là della rete.

Nel 6-2 6-1 odierno c’è una Brady che ha fatto il suo, ordinata, attaccando quando poteva, ma ha avuto la strada molto facilitata da una Svitolina che lei stessa si definisce lontanissima dalla miglior condizione. Quasi inconsolabile in conferenza stampa, la ex numero 3 del mondo ha detto che non sa come uscire da questa fase, che sta cercando di mettere più forza e più lavoro atletico, ma non sembra trovare la via per acquistare un po’ di fiducia e oggi in campo è stata l’ennesima dimostrazione, nel 2020, di come le cose non stiano funzionando. È molto dietro alla linea di fondo, con la tendenza a retrocedere ulteriormente mano a mano che lo scambio prosegue, concedendo tantissimo campo all’avversaria e apparentemente senza la forza necessaria per rigiocare soluzioni che possano creare un qualche problema a chi è dall’altra parte della rete.

Ancor più surreale, se vogliamo, il modo in cui Belinda Bencic ha accentuato il suo momento negativo. Dopo la sconfitta pesante a Melbourne contro Anett Kontaveit e la figura opaca in Fed Cup dove è stata sconfitta dalla sedicenne Leylah Fernandez, la scorsa settimana ha perso una brutta partita a San Pietroburgo contro Maria Sakkari da 6-2 2-1 e servizio mentre oggi era avanti 6-1 1-0 e servizio prima di cedere 1-6 6-1 6-1 contro Anastasia Pavlyuchenkova. Una batosta soprattutto mentale, con la svizzera che a un certo punto è sparita dal campo come tante volte nell’ultimo periodo. Era campionessa in carica, scivolerà ai margini della top-10 mentre Kenin, pur con la sconfitta, salirà fino alla top-5.

Risultati

[Q] J. Brady b. [3/WC] E. Svitolina 6-2 6-1
[Q] V. Kudermetova b. D. Yastremska 5-7 6-3 7-6(2)
[8] P. Martic b. [LL] S. W. Hsieh 6-4 6-3
A. Pavlyuchenkova b. [4] B. Bencic 1-6 6-1 6-1
E. Rybakina b. [5] S. Kenin 6-7(2) 6-3 6-3
[Q] K. Siniakova b. K. Muchova 6-4 4-6 6-0
[Q] K. Mladenovic b. [Q] A. Sasnovich 6-4 6-3

Diego Barbiani

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