La legge dei piccoli tornei francesi non si smentisce e ancora una volta è un giocatore di casa a sollevare il trofeo del vincitore.
Accade anche a Montpellier, dove Gael Monfils conquista il suo nono titolo in carriera battendo in finale il canadese Vasek Pospisil col punteggio di 7-5 6-3 in un’ora e 37 minuti. Un risultato che gli permette di agganciare Matteo Berrettini in classifica: entrambi infatti si trovano adesso a quota 2860 punti. Il francese conferma che Montpellier è feudo dei tennisti indigeni, da quando il torneo si è spostato dalla sede originaria di Lione otto edizioni su dieci sono state vinte da un transalpino e nelle uniche due eccezioni (2012 con vittoria di Berdych e 2017 Zverev) i finalisti perdenti erano “Blues”. Monfils è alla sua terza affermazione dopo i trionfi del 2010 e del 2014, nulla ha potuto Pospisil contro cui ha un bilancio immacolato: sei vittorie su sei. Il canadese rinvia ancora una volta l’appuntamento con il primo titolo ATP (aveva già perso una finale a Washington sei anni fa) ma con i 150 punti guadagnati si riavvicina alla top 100.
Nei primi 100 del mondo torna prepotentemente Jiri Vesely, nuovo campione del torneo di Pune. Il ceco ha battuto in finale il bielorusso Egor Gerasimov 7-6(2) 5-7 6-3 in due ore e 11 minuti prendendosi il secondo titolo ATP della carriera dopo quello di Auckland vinto cinque anni fa. Da domani sarà numero 72 del mondo, classifica che gli darà accesso diretto agli Slam e a tanti tornei 250 e 500 con entry list più ricche rispetto a quella del torneo indiano. Quello di Pune infatti si candida a essere il torneo del circuito maggiore più “debole” dell’anno. Nato dalle ceneri del Chennai Open, per due edizioni si è disputato nella prima settimana di gennaio ma l’arrivo dell’ATP Cup ha portato al trasloco nel post Australian Open. Una scelta che ha reso ancora più povero il campo di partecipazione: eccezion fatta per Benoit Paire (numero 19) nessun altro top 50 figurava in tabellone e l’ultimo ad avere accesso diretto è stato Ivashka, numero 152. Più che a un ATP è sembrato di assistere a un Challenger e non c’è dubbio che gli organizzatori avranno un bel da fare per ridare un minimo di appeal al torneo, cosa che giocoforza passa da un nuovo spostamento in calendario.
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