KVITOVA, VITTORIA CRUCIALE
Passo avanti molto importanti per Petra Kvitova verso il traguardo delle WTA Finals. Nel big match della giornata a Pechino la ceca ha infatti dominato Belinda Bencic per 6-3 6-3 e con questo risultato sia lei sia Naomi Osaka sono virtualmente qualificate all’appuntamento finale della stagione femminile, per la prima volta a Shenzhen.
Grande partita da parte sua, con al solito tanta pressione messa al di là della rete e respingendo gli iniziali attacchi di una svizzera partita nel migliore dei modi, ma disunitasi nelle sue certezze dal momento del primo break subito sul 2-2 nel set d’apertura.
Kvitova aveva salvato poco prima un’altra palla break servendo un ace esterno da sinistra, specialità della casa, e dopo il vantaggio acquisito ha giocato sempre meglio fino al secondo break che è valso anche il primo parziale. Bencic, come forse troppo spesso le accade, ha cominciato a innervosirsi, lanciare la racchetta, sbracciare guardando verso il proprio angolo anche dopo momenti in cui era la sua avversaria a fare la giocata migliore. Non era in una brutta giornata, Belinda, ma tutto questo accrescere di sensazioni negative è poi sfociato nel game sul 2-1 in suo favore (e servizio) del secondo parziale.
Kvitova aveva giocato con un po’ di sufficienza il game di apertura, Bencic ne aveva approfittato chiudendo poi un turno al servizio di 9 minuti e prendendo per la prima volta un vero vantaggio, dilapidato però pochi minuti dopo quando da 40-15 si vedeva raggiunta (più per errori suoi) e cominciava a litigare con il proprio servizio, finendo per concludere un game da 3 doppi falli con una racchetta che veniva scagliata di rabbia a terra e quasi sfiorava un raccattapalle. Petra, ripreso il comando del campo, ha poi trovato il break decisivo sul 4-3 con qualche ottimo vincente per lo 0-40 e poi la chiusura alla seconda chance, cosa avvenuta anche al servizio per il match quando ha messo a segno un doppio fallo sulla prima palla match e poi ha raccolto l’ultimo errore della svizzera.
Con questo risultato lei e Osaka non sono più raggiungibili da Bencic. Alla peggio sia Kvitova che Osaka potrebbero terminare none, appena fuori dalle prime 8, ma è assai improbabile che Serena Williams vada a giocare almeno in una delle ultime due settimane rimaste (Tianjin o Linz, e poi Mosca) in un momento della stagione che lei non considera più da 8 anni. Inoltre, Kiki Bertens (impegnata dopo contro Polona Hercog) è obbligata a raggiungere almeno la finale a Pechino, altrimenti Kvitova e Osaka saranno certe di essere nelle prime 8.
BARTY COSTRETTA AGLI STRAORDINARI, MA NON È LA SOLA
Sta diventando ormai una costante, per le giocatrici di medio-alta classifica, avere a che fare con una partita tremendamente complicata contro Saisai Zheng. Oggi è stata la volta di Ashleigh Barty, che è rimasta in campo 2 ore e 32 minuti per prevalere contro una cinese mai arresasi e brava a renderle la vita difficile fino all’ultimo in un 6-3 6-7(5) 6-2 che poteva comodamente chiudersi in due parziali.
Barty non è stata al massimo delle sue possibilità, e nel secondo set ha mancato la vera grande chance avuta in risposta, quando era 4-4 0-40. Passata quella, al servizio era un po’ più vulnerabile e sembrava molto più rigida rispetto a prima con un set point salvato sul 5-5 (brutta risposta da parte di Zheng) e poi un disperato tentativo di rientro da 1-6 nel tie-break, arrestatosi solo sul 5-6 con una risposta di dritto a una seconda di servizio in kick che è decollata e terminata molto distante dal campo.
Non una gran Barty, in questo frangente, ma che ha avuto la bravura di riprendersi senza pagare lo scotto e volare avanti 4-1 nel set decisivo, faticando e commettendo errori, ma prendendosi sempre i punti più importanti nei vari game. Dopo questa fatica, dovrà trovare le energie giuste per affrontare domani Kvitova nel primo quarto di finale del tabellone.
ANDREESCU, LA TESTA FA TUTTO
Verrebbe da dire così, “la testa fa tutto”, vedendo la prova di Bianca Andreescu oggi. La canadese non è apparsa ancora in ripresa anche solo ripensando alla sfida d’esordio qui contro Aliaksandra Sasnovich, ma nel 6-3 7-6(5) ai danni di una coraggiosa e positiva Elise Mertens c’è stata tutta la volontà di non voler trovarsi a giocare un nuovo terzo set e provare in ogni modo a chiuderla, creando una seconda fase del secondo parziale estremamente intrigante.
Nel primo set Andreescu non ha avuto bisogno di essere al 100% perché Mertens non le proponeva una contromossa adeguata, faticando enormemente al servizio e vincendo pochissimo quando metteva in campo la seconda. Era avanti di un break, la belga, ma in un attimo è stata indietro 2-5. Nel secondo parziale ha migliorato qualcosa, ha avuto ancora il vantaggio e stavolta lo ha ben consolidato fino al 4-1, salvo poi venire nuovamente ripresa sul 4-4. Ha avuto anche un set point, ma Andreescu ha guidato lo scambio con tutte le sue variazioni fino a indurla all’errore sul 4-5 30-40.
Ha servito per il match, la canadese, ma la belga è rientrata molto forte e nel tie-break è stata lotta punto a punto, fino allo scatto decisivo della numero 5 del seeding dal 5-4 per la sua avversaria. Quindicesima vittoria consecutiva e domani avrà di fronte la qualificata Jennifer Brady, che dopo Amanda Anisimova ha battuto anche Madison Keys, 2-6 6-4 6-4.
CUORE SVITOLINA, TESTA BERTENS. BENCIC ORA RISCHIA
Incredibile lotta nelle partite che vedono coinvolte le giocatrici che si stanno contendendo gli ultimi posti per accedere alle WTA Finals. Elina Svitolina ha chiuso all’una e un quarto del mattino contro un’indomita Sofia Kenin, sconfitta soltanto 6-3 6-7(8) 6-3 al sesto match point, dopo tre mancati in un tie-break di grandissimo equilibrio e tensione.
L’ucraina, protagonista oggi della miglior prestazione al servizio come numero di ace messi a segno in una singola partita (13), ha controllato il match in un primo set dove soprattutto sul finale Kenin ha sbagliato troppo per quello che devono essere i suoi standard. Svitolina prendeva il break sul 4-3 e rientrava da 15-40 complici anche i vari gratuiti della statunitense, portandosi dunque avanti. Nel secondo però, dopo aver ceduto un iniziale break di vantaggio, l’ucraina ha cominciato a sudare come poi era facilmente prevedibile alla vigilia. Kenin ha alzato il livello e limitato in maniera totale i gratuiti, forzando spesso la giocata alla sua avversaria e raccogliendo molto di più dal dritto.
Svitolina si trovava a indietreggiare nel campo e gli scambi diventavano molto più lunghi e duri. Ha ben salvato un primo set point sul 6-5 Kenin, è rientrata molto bene dall’1-4 nel tie-break al 6-5, ma nei tre match point avuti ha sempre sbagliato atteggiamento. Kenin, appena ha messo la testa avanti, si è presa il set, eppure non è bastato a spezzare una generosissima ucraina che, consapevole dell’importanza capitale di questa partita, è ripartita con molta più cattiveria.
Vincendo quest’oggi infatti avrebbe superato Serena Williams nella Race e avrebbe potuto giocarsi il tutto per tutto in una delle diverse sfide chiave di questo torneo contro Kiki Bertens ai quarti di finale. E così è stato, tornando ad avere coraggio soprattutto col dritto e capitalizzando al meglio l’unica chance avuta quando Kenin ha a sua volta accusato un calo nel rendimento, sul 3-2 per l’ucraina. Da 40-15 Svitolina è stata trascinata sul 40-40, lì dove Kenin ha commesso un sanguinoso doppio fallo e nel punto successivo la solidità della numero 3 del seeding ha avuto la meglio, confermando poi il break con due ace e salendo 5-2. Alla fine, un attimo ancora di tensione quando si faceva rimontare, Elina, da 5-3 40-15 ma sul terzo match point del game trovava il punto che chiudeva la pratica.
Adesso Bertens, che a sua volta ha sudato le proverbiali 7 camice contro Polona Hercog e ha soprattutto ringraziato la buona sorte se nel primo set non si è trovata concretamente sotto nel punteggio. Indietro prima 4-3, poi 5-4, poi 6-5 con sempre la slovena al servizio, Hercog non è mai riuscita a farsi valere, col dritto che ballava continuamente ed era preda della sua avversaria. Non stava giocando bene, Kiki, e il servizio non la stava affatto aiutando, ma ci ha messo anche lei una generosità enorme nell’emergere dal momento di difficoltà annullando anche due set point consecutivi nel tie-break e aggiudicandoselo 8-6.
La slovena ha rimarcato la superiorità nel secondo parziale, concretizzando poi le chance per portarselo a casa, ma nel terzo un brutto game sul 2-2 ha ridato il vantaggio all’olandese, che si è presa il controllo della partita raddoppiando poi i break sul 5-3 e qualificandosi per i quarti di finale. Ora, nella Race, è soltanto 10 punti dietro a Bencic ma sa anche che il suo sedicesimo risultato è molto più alto della svizzera (180 contro 55) e dunque ha bisogno di fare punti qui a Pechino altrimenti potrà aggiungerne solo in caso di approdo in finale o di vittoria nelle settimane che mancano da qui alla fine della stagione regolare: 2.
Risultati
ottavi di finale
[1] A. Barty b. S. Zheng 6-3 6-7(5) 6-3
[7] P. Kvitova b. [9] B. Bencic 6-3 6-3
[3] E. Svitolina b. [15] S. Kenin 6-3 6-7(8) 6-3
[8] K. Bertens b. P. Hercog 7-6(6) 2-6 6-3
terzo turno
[5] B. Andreescu b. E. Mertens 6-3 7-6(5)
[Q] J. Brady b. [11] M. Keys 2-6 6-4 6-4
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