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US Open: forfait di Kokkinakis, Nadal avanti. Zverev la spunta ancora al quinto

[2] R. Nadal b. T. Kokkinakis Walkover

Non c’è pace per Thanasi Kokkinakis, il talento australiano che a soli 23 anni ha già avuto a che fare con una serie infinita di infortuni. Un calvario da cui non riesce proprio a venir fuori: anche a New York, dopo la bella vittoria all’esordio contro il bielorusso Ivashka, Kokkinakis ha dovuto alzare bandiera bianca dando forfait poco prima di scendere in campo sull’Arthur Ashe contro Rafa Nadal. Il numero 2 del seeding si qualifica così per il terzo turno senza nemmeno giocare e attende il vincente della sfida Verdasco-Chung.

[6] A. Zverev b. F. Tiafoe 6-3 3-6 6-2 2–6 6-3 (Cristina Pozzoli)

Alexander Zverev mostra qualche segnale di miglioramento, seppur con l’ennesima riserva. Il tedesco supera Frances Tiafoe alla fine dell’ennesima lotta spuntata al quinto set dopo inutili sofferenze che non dovrebbe patire, almeno in match di questo livello. È comunque un piccolo passo avanti.

Tiafoe vince il sorteggio e sceglie di rispondere probabilmente confidando che Zverev continui il trend negativo che lo vede molto vulnerabile al servizio nelle ultime uscite. Ma non succede, il tedesco tiene il game a zero e mette a segno il break subito dopo, chiudendo ancora a zero. Il tutto è reso possibile da una paziente manovra da fondo con la quale Sascha si apre il campo per chiudere con precisione e senza forzare più di tanto. Tiafoe è in confusione, tenta di improvvisare ma le sue discese a rete non sono fruttuose mentre il tedesco è solido e comanda il gioco senza affanno. C’è un break di vantaggio da amministrare, il servizio fa il suo dovere e conduce Zverev a chiudere il primo parziale in mezz’ora di gioco anche se prima di poterlo fare, Tiafoe gli annulla due set point con due giocate di alta classe: una smorzata e un vincente di rovescio insidi-out.

Il secondo set è equilibrato, non ci sono break in avvio e la noia scandita dai servizi porta al sesto game. Tiafoe gioca in modo rude ma efficace e Sascha si torva a soffrire. Il tedesco concede due palle break nel quarto game salvandosi ai vantaggi ma nel sesto si ritrova nella stessa situazione e la tensione o la paura sono tali da fargli commettere un doppio fallo che gli costa il servizio. Tiafoe acquista una fiducia crescente nel suo gioco e con autorità sigla il 6-3 del secondo set.

Due set giocati, vinti uno per parte e si riparte con Zverev subito all’attacco. Sascha non lascia spazio alle distrazioni e parte deciso con il break di vantaggio nel secondo game confermato con un ace che lo porta 3-0. Il tedesco gioca profondo quando scambia, al servizio è sicuro, mette in campo prime letali e con padronanza allunga nel sesto game. Tiafoe è costretto a forzare ma osare oltre ogni limite non sempre paga e con una disperata volée di rovescio finita in rete dopo un attacco insensato, cede il terzo set al tedesco, più centrato comunque fino a questo punto della partita.

Tutto cambia nel quarto set. Tiafoe è subito aggressivo e mette a segno il break in avvio. Zverev è costretto a inseguire e in qualche modo riesce a stare aggrappato al suo avversario sempre più votato all’attacco. Le continue discese a rete dello statunitense costringono il tedesco a rischiare al servizio e nel settimo game, con il nono doppio fallo, cede ancora il servizio. Il parziale è deciso e l’esito del match si rimanda al quinto.

Il set decisivo si apre bene per il tedesco che nel secondo game, dopo un’interminabile lotta ai vantaggi, converte la quarta palla break a sua disposizione e vola 3-0 con due turni di battuta molto solidi. Tiafoe difende con onore i propri turni di servizio ma il tedesco non trema e quando il servizio non gli porta punti se li prende giocando con letale precisione. Preso il largo con buon margine di sicurezza, al momento di servire per chiudere il match, Zverev non delude, a parte il consueto doppio fallo sul 30-0 che in questo caso fa solo da contorno.

Gli altri match (Giovanni Putaro)

Buonissima prestazione di Stan Wawrinka, che batte in quattro set Jeremy Chardy. Una partita in cui lo svizzero ha sempre avuto il pallino del gioco in mano, gestendo con sicurezza i primi due set e le pochissime insidie che l’avversario è riuscito a creare in risposta. Anche nel terzo parziale, quello ceduto, Stan The Man ha mantenuto il suo standard alto, compensando gli errori coi vincenti, tenendo bene da fondo e garantendo percentuali più che positive al servizio (76% di punti con la prima, 82% addirittura con la seconda). L’unico blackout, maturato proprio al tiebreak, lo ha costretto ad allungare la permanenza in campo, ma già da inizio quarta manche si vedeva chiaramente da che lato pendevano le sorti. Wawrinka si divora sette palle break, di cui tre consecutive, nel secondo gioco, poi nel quarto si fa trovare pronto e colpisce. Il suo come on riecheggia in tutto lo stadio. Il suo trionfo arriva poco dopo. Una versione niente male dell’elvetico, quella rispolverata finora. Chardy, come Sinner, non era certo uno scoglio insormontabile, ma nemmeno un tennista da prendere alla leggera, specialmente se, come Stan, stai attraversando una fase di recupero.

Anche Daniil Medvedev avanza, anche lui in quattro. Comanda primo e secondo, in maniera abbastanza netta e come ci ha abituato ormai nelle ultime settimane. Poi inizia a zoppicare tra un cambio campo e l’altro e Dellien ne approfitta per intascare il terzo 7-5 e per creare problemi nel quarto, recuperando break due volte. A fare la differenza è il divario tecnico e di esperienza. Dellien ci mette nulla a perdere per l’ennesima volta il servizio e a consegnarsi. Ma occhio alle condizioni del russo. È vero, ultimamente sembra una macchina, ma gli sforzi di fare tre finali di fila prima o poi si pagano, a maggior ragione in un torneo tre su cinque, che nasconde potenziali insidie dietro l’angolo e ci vuole nulla a scivolare giù di un parziale o due, sforzando corpo e mente per tentare il recupero.

Continua a stupire Kamil Majchrzak che, dopo aver mandato a casa Jarry, riserva lo stesso trattamento a Pablo Cuevas, andato due volte su di un set e abbattuto al quinto. Evans si regala Federer, battendo in quattro Lucas Pouille un po’ a sorpresa, viste le recenti condizioni del francese. Agevole vittoria per Goffin, che rifila un periodico 6-2 a Barrere, sudato ma stra-meritato il successo di Kudla ai danni di Lajovic, crollato dopo quattro set in cui, terzo escluso (vinto per 6-0), c’ha capito ben poco. Carreno si libera di Berankis, la cui difesa dura soltanto due set. Successivamente, un netto 6-2 6-0 in favore dello spagnolo. A proposito di iberici, in pompa magna Feliciano Lopez, che a 37 anni ha ancora voglia di respirare aria di Slam ed estromette Nishioka. Dopo aver sprecato otto set point nel primo set, Lopez ribalta il nipponico agevolmente, garantendosi il passaggio del turno.

Redazione

La redazione di Ok Tennis è formata da rappresentanti di tutte le minoranze tennistiche esistenti al mondo. Inoltre, è conforme alla Déclaration des Droits de l’Homme et du Citoyen emanata il 26 agosto 1789.

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