A. Anisimova b. [3] S. Halep 6-2 6-4
Simona Halep è stata spazzata via dal Philippe Chatrier come in poche altre occasioni le era capitato in tutta la carriera. E a compiere il capolavoro è Amanda Anisimova, ancora diciassettenne ma che sta facendo ottimi risultati come tante altre ragazzine che si sono messe in mostra quest anno. Non è un caso, dunque, che in questo Roland Garros due semifinaliste siano ancora nella categoria “teenagers”, qualcosa che nello stesso Slam non capitava dallo US Open 2009 con Caroline Wozniacki e Yanina Wickmayer.
6-2 6-4 il punteggio finale che ha proiettato la giovanissima statunitense tra le migliori 4 del torneo e le garantirà non solo la top-30 (almeno, perché un’altra vittoria ed è vicinissima alla top-20) ma anche una alta probabilità di essere testa di serie a Wimbledon. È cambiato tutto in pochi mesi, in un circuito WTA che sta cambiando pelle e quasi non riusciamo ad accorgercene. Halep, maestra nell’imporre il suo ritmo e la sua fisicità alla partita, oggi non ha saputo praticamente spostare la sua avversaria in maniera significativa, facendola uscire dalla sua “striking zone”, la posizione con cui poteva colpire liberamente e senza grandi paure.
Una prova così Anisimova l’aveva già fatta vedere contro Aryna Sabalenka al terzo turno in Australia, quando contropronostico aveva ribaltato i valori sulla carta giocando in maniera estremamente composta e letale. Oggi, malgrado nei primi punti si vedesse che le palle angolate della rumena potessero portarla a perdere i giusti appoggi, non le ha mai dato la possibilità di giocare come voleva cominciando la sua pressione da fondo campo e mettendo in mostra un gioco perfetto con 11 vincenti e appena 6 gratuiti in un primo parziale vinto 6-2 in meno di 30 minuti.
Halep, come Sabalenka a Melbourne, aveva la faccia da chi si ritrovava stordita e quasi inconsapevole non solo di cosa stesse succedendo ma anche di cosa fare per uscirne. A logica il suo gioco sarebbe stato sufficiente, ma perdeva tanto campo quando la sua avversaria colpiva col rovescio, probabilmente il vero piatto forte del suo repertorio, e col dritto è sembrata sorpresa della grande velocità che un movimento molto fluido riusciva a generare. La palla di Anisimova, il più delle volte, le arrivava troppo addosso e non riusciva mai ad avere un vero controllo delle situazioni. Si è un po’ scossa, è riuscita a ricucire da 4-1 a 4-4 nel secondo set, ma la palla break mancata sul 4-4 e che poteva forse rimettere tutto in gioco è stata abbastanza emblematica di tutta la partita: Halep non ha avuto il tempo di colpire di dritto perché la palla di Anisimova, un rovescio lungolinea pregevole, le era ancora una volta arrivato troppo addosso. A quel punto Amanda ha ritrovato l’aiuto del servizio e ha messo fine alla rimonta della rumena, che al servizio sul 4-5 è andata nuovamente in difficoltà, concedendo match point e abdicando definitivamente dopo l’ultimo rovescio lungolinea della sua avversaria che gettava la racchetta a terra e si metteva le mani sul volto.
Lei e Marketa Vondrousova sono in semifinale nello stesso Slam, per la prima volta, e senza aver perso un set lungo il cammino. La ceca avrà domani, a partire dalle 11, Johanna Konta mentre per lei, Anisimova, ci sarà Ashleigh Barty che sta continuando a incamerare vittorie e punti preziosi sulla superficie a lei meno congeniale grazie al 6-3 7-5 contro Madison Keys che le vale anche l’accesso alla top-5 (sarà almeno numero 4 dal prossimo lunedì), la prima australiana in assoluto dal 20 marzo del 2011, quando allora c’era Samantha Stosur.
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