Ha vinto Nadal, come in fondo era facile aspettarsi considerati i precedenti a Parigi e sul rosso in generale tra i due, ma soprattutto ha vinto il vento, vero protagonista della prima semifinale maschile del Roland Garros 2019 e elemento che sin dai primi scambi ha abbastanza spento le speranze dei tifosi di Federer. Sì, perché questa volta, forse, i fan dello svizzero ci credevano un po’ di più, vuoi per la finale degli AO 2017 che era parsa come uno spartiacque nello sconfiggere il tabù Nadal, vuoi perché lo svizzero, ormai libero da ogni pressione, come da lui stesso dichiarato, sembrava molto in forma e capace di proporre un tennis molto vario, ancor più che in passato, che avrebbe potuto mettere in difficoltà il maiorchino. Nessuno però aveva considerato il vento, davvero forte oggi su Parigi, con folate potentissime in grado di modificare radicalmente le traiettorie della pallina, che ha spuntato tutte le armi in più che lo svizzero avrebbe potuto sfoggiare al cospetto dell’indiscusso re di Parigi.
Sin dai primi scambi è stato evidente come il gioco del maiorchino si adattasse meglio alle condizioni odierne non potendo Federer contare sui colpi di tocco troppo complessi a causa delle folate. Così pronti via e Nadal è subito scappato tre a zero, indirizzando il primo set verso le sue sponde. Non che lo svizzero non lottasse, anzi, e bisogna complimentarsi con entrambi per la capacità di giocare comunque colpi spettacolari nonostante le condizioni, ma era davvero evidente come la condizione fisica dello spagnolo, davvero brillante, fosse l’elemento in più per fare la differenza, oltre alla sicurezza di essere nel giardino di casa, e che gli consentiva in un alcuni momenti chiave di colpire con rovesci in diagonale da posizione improbabile che risultavano essere letali nel punto e nel morale dello svizzero che, sebbene riuscisse a fare un break anche lui, riperdeva immediatamente il servizio e poi il set per un comodo 6-3 per lo spagnolo.
Come era lecito aspettarsi Federer non ha mollato, anzi, è entrato carichissimo nel secondo parziale, set che a questo punto, era chiaro a tutti, sarebbe stato decisivo (davvero improbabile pensare ad una rimonta sotto di due set con Nadal a Parigi in una tale giornata) e con il massimo impegno riusciva a portarsi sul due a zero. Solo che immediatamente riperdeva il servizio di fronte a un Nadal che metteva in campo tutta la sua potenza e il suo diritto micidiale sul rosso. Il parziale proseguiva seguendo i servizi, con Federer che intravedeva un paio di ghiotte occasioni sul 4 a 3, arginate da campione da Nadal, capace oggi di vincere anche qualche scambio ravvicinato. Sul quattro pari era infine lui a strappare, recuperando un game in cui lo svizzero era avanti 40/0, per poi chiudere facilmente col proprio servizio.
Il terzo set non ha avuto storia. Federer ha iniziato a sentire la sfiducia e probabilmente anche un po’ di stanchezza fisica, dopo due ore spese a controllare lo spin di Nadal e il vento. Gli errori gratuiti sono aumentati, così come i vincenti dello spagnolo che ha chiuso facilmente con un 6-2 senza che si potesse mai pensare che l’esito fosse in discussione.
Complimenti comunque a Federer che, dopo tre anni di assenza, è tornato a Parigi arrivando fino in semifinale. Peccato per le condizioni meteo che hanno comunque ridotto ulteriormente le sue possibilità di giocarsela, ma, lo sanno anche i muri, Nadal a Parigi, vento o non vento, sembra davvero imbattibile.
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